Intervista a Matteo Fontana: “Rally San Marino oltre alle aspettative. Andreucci coach è fondamentale!”
Matteo Fontana, classe 2003 è un giovane pilota che, nonostante i brillanti risultati, resta umile, con la testa sulle spalle ed i piedi per terra, con tanta passione per il rally e tantissima voglia di imparare, fare esperienza e crescere
Matteo Fontana nasce il 25 giugno 2003, esattamente 21 anni fa, nella provincia di Como, in una famiglia dove si respira aria di rally. Papà Corrado e nonno Luigi sono, in quegli anni, nel pieno della loro attività agonistica e stanno ottenendo risultati e vittorie in giro per lo stivale.
Nel 2021, appena conseguita la patente e staccata la licenza, anche il giovane Matteo esordisce nei rally, al Rally Golfo dei Poeti, affiancato da Giovanni Agnese su una Peugeot 208 R2B. E di lì in poi, spinto da una grandissima passione e amore verso il nostro sport, non si è più fermato.
Anzi, dopo le prime gare in Italia, prova subito anche l’effetto che fa correre all’estero, dapprima in Finlandia e poi anche in gare di WRC, salendo di categoria e guidando la Peugeot 208 Rally4 e, quest’anno, la Ford Fiesta Rally3, vettura con la quale ha ottenuto, negli scorsi giorni, un risultato davvero brillante, cristallino, eccezionale: 7° assoluto e sesto tra gli iscritti al CIRT, vincitore della classifica Under 25 e primo di classe nel 52° San Marino Rally!
Matteo ci ha concesso, molto gentilmente, un po’ del suo tempo per parlare di lui, della sua carriera e dei suoi obiettivi e sogni per il futuro. Ne è nata una bellissima chiacchierata e abbiamo potuto capire che, nonostante la sua giovanissima età, Matteo Fontana è un giovane molto umile, con la testa sulle spalle ed i piedi sempre ben piantati per terra, con tanta passione per il rally e tantissima voglia di imparare, fare esperienza e crescere. Sentiamolo direttamente dalle sue parole.
Ciao Matteo e grazie mille per averci dato la possibilità di parlare un po’ con te. Partiamo dal passato più recente: il 52° San Marino Rally, una gara dove hai brillato con la tua Fiesta Rally3, ottenendo un eccezionale settimo posto assoluto finale, hai vinto la classifica Under 25 e la vittoria di classe. Come valuti questo risultato e la gara sammarinese?
“ Sì il Rally di San Marino è andato davvero benissimo, ben al di là delle mie e delle nostre aspettative. E’ stata una gara bellissima e siamo andati davvero forte, soprattutto nel secondo e terzo loop di prove. Ottenere il quarto tempo assoluto sulla “Macerata Feltria 2” e addirittura il secondo tempo di prova nella speciale conclusiva, a soli 8 decimi da Heikkila, è stato fantastico! Il nostro sogno era quello di entrare nella top 10 assoluta, ma di sicuro non ci aspettavamo di fare quei tempi, vista anche la differenza di potenza, aerodinamica e struttura tra la nostra “piccola” Fiesta e le vetture Rally2. Fermo restando che la Rally3 è una bellissima macchina che, nonostante i non tantissimi cavalli, è una quattro ruote motrici che ti insegna la corretta impostazione di guida per poi salire di categoria. E’ la migliore macchina per imparare e per poi fare il salto di categoria salendo su una Rally2. Parlando del San Marino Rally è una gara molto bella, con un fondo e delle prove molto belle e tecniche che non si sono nemmeno rovinate troppo, forse la Macerata Feltria era quella un po’ più dura e impegnativa, con tanta ghiaia ed un fondo più duro con rocce che venivano fuori ad ogni passaggio. Ma nel complesso è stata una gara bellissima “
Cosa ne pensi delle gare su terra italiane che fanno parte del Campionato Italiano Rally Terra e del livello del Campionato?
“ Il CIRT è un bel Campionato, dove puoi trovare gare con fondi e tipologie di prove diverse, spostandosi da una zona all’altra dell’Italia o anche nell’ambito di una stessa gara. Puoi trovare prove veloci, altre più tecniche, tanti tipi diversi di fondo e fare una grandissima esperienza. In Italia puoi trovare strade che non riesci a trovare in altri Paesi. Anche se il fondo che preferisco è quello della Sardegna, una terra bellissima e molto particolare, non vedo l’ora infatti di affrontare il Rally Nuraghi e Vermentino, prossima tappa del Campionato Terra. A livello di competitività, purtroppo, per come sono strutturati adesso i campionati non c’è più il confronto diretto tra i “terraioli” e gli “asfaltisti”. Sarebbe bellissimo, come accadeva in passato, avere un Campionato Assoluto fatto di gare su asfalto e terra, vedere il confronto tra i protagonisti del CIAR e quelli del CIRT nella stessa gara “
Quest’anno stai affrontando le gare del WRC con la Peugeot 208 Rally4 e le gare del CIRT con la Fiesta Rally3. E’ meglio la Rally4 o la Rally3, quale preferisci?
“ Abbiamo già affrontato il Montecarlo, lo Svezia, il Portogallo (gare in cui abbiamo vinto la classe) ed il Croazia con la Rally4. Ora affronteremo il Rally di Lettonia e Finlandia, sempre con la Rally4, per poi passare, forse, alla Rally3 anche nelle gare di WRC. Continuerò comunque ad usare e fare esperienza sulla Rally3 nelle gare del “Terra”. Sono 2 vetture completamente diverse, forse la Rally3 è più “facile” da guidare. Ma tutto il lavoro e l’esperienza acquisita prima sono propedeutici a salire di categoria. Ho iniziato con la Peugeot 208 R2B, poi sono salito sulla Rally4 ed ora sulla Fiesta Rally3. Con la R2, che ha un motore aspirato, impari a sfruttare ogni giro del motore, se la vuoi guidare al limite ed andare forte, con la Rally4 impari a sfruttare la coppia, avendo un motore turbo, e la trazione, con la Rally3 invece, se ti sei costruito una buona base prima, impari a sfruttare la trazione delle quattro ruote motrici “
Sei molto giovane ma hai già corso tantissimo. Pur cambiando pochissimi navigatori. Dal 2022 fai “coppia fissa” con Alessandro Arnaboldi, anche lui come te giovanissimo. Com’è avere lui al tuo fianco?
“ Sì, nel 2021 ho iniziato avendo al mio fianco dapprima Giovanni Agnese e poi Nicola Arena, anche perché non potevo ancora correre con Alessandro, non potendo guidare la macchina in trasferimento, eccetto a San Marino, al Bianco Azzurro, ed al Ciocchetto dove è salito con me in macchina. Dal 2022 in poi ho corso sempre con lui al mio fianco, a parte al Liepaja 2023 dove mi ha affiancato di nuovo Nicola Arena perché Alessandro stava facendo l’esame di maturità. Con Alessandro c’è un bellissimo rapporto, un’amicizia vera che è nata ai tempi della scuola. Non eravamo nella stessa classe ma ci ha presentati un amico comune, ed anche lui, Alessandro, è un grande appassionato di motori, abbiamo iniziato a parlarne, a lui stava bene di affiancarmi nel ruolo di navigatore ed ora, eccoci qua. E’ assolutamente il mio migliore amico, il feeling c’è sempre stato e correre e crescere insieme era un sogno ed un progetto comune. E’ un ragazzo e navigatore molto bravo, è cresciuto anche lui tantissimo, è molto competente e preparato “
Avere una persona, un Campione, come Paolo Andreucci al tuo fianco nel ruolo di “tutor” quanto è importante? Credi sarebbe utile avere anche una figura come un mental coach al tuo fianco?
“ Avere Paolo al mio fianco è importantissimo, averlo come coach è fondamentale, lui è davvero il top. E’ amico di mio nonno Luigi che ci ha messi in contatto e ci siamo da subito trovati benissimo. Certamente anche mio nonno e mio papà, Corrado, sono sempre stati prodighi di consigli, ma con loro c’è un rapporto diverso. Soprattutto mio papà, essendo genitore, ha una sorta di “protezione” nei miei confronti. Non potremmo mai salire in macchina insieme, anche perché mio papà non riuscirebbe proprio a stare sul sedile di destra, anche se in effetti qualche giro insieme, in Finlandia, lo abbiamo fatto, gli ho voluto fare provare l’emozione di correre su quelle strade. Il mental coach sta, per fortuna, prendendo piede anche nel motorsport ed è una figura molto importante, anche se non necessaria per tutti. Io ad esempio ho la fortuna di avere la mia famiglia al mio fianco, la mia fidanzata e lo stesso Alessandro, il mio navigatore, che cercano sempre di tenermi tranquillo, lucido e concentrato. Ma in effetti se vuoi avere sempre la massima lucidità, la massima concentrazione, migliorare le tue performance può essere una figura fondamentale, anche per vincere gare e campionati. Ed è una figura che sta prendendo piede anche nel nostro sport. Chi lo utilizza mi riferisce che vede un netto miglioramento dei risultati “
Come ti sei avvicinato al mondo dei rally? Sei stato spinto a provarci da tuo papà, Corrado, o da tuo nonno Luigi? Hanno mai influenzato le tue scelte?
“ Ho sempre respirato aria di rally in casa. Pensa che a soli 3 mesi ero dentro la coppa che mio nonno Luigi aveva vinto nel Rally di Taormina! Ma ad esempio mio fratello, Andrea, non è appassionato di rally, o almeno non come me. Certo, avere papà e nonno piloti ha pesato, ma di sicuro non hanno mai influenzato troppo la mia voglia di correre e di cercare di farlo come professionista. La passione è nata soltanto da me, senza spinte, pressioni e soprattutto senza nessun obbligo o forzatura “
Preferisci la terra o l’asfalto?
“ La terra è sempre la terra. Se mi proponi due gare, a parità di condizioni, con la stessa macchina, con gli stessi chilometri, a occhi chiusi sceglierei sicuramente la terra. Guidare di traverso è un’emozione unica. Ho da sempre voluto seguire e pensare a mio papà, quando entrava nei tornanti con la WRC buttandola di traverso usando il freno a mano. Nonostante tutto anche l’asfalto regala diverse emozioni ed ha aspetti molto belli e particolari: la ricerca della traiettoria perfetta, la precisione di guida, il punto di staccata perfetto. E’ una cosa che ad esempio puoi imparare tanto con i kart. Anche se io preferivo, almeno all’inizio, facendo anche un po’ arrabbiare mio papà, guidarli di traverso “
Quali consigli ti sentiresti di dare ad un giovane che vuole entrare nel mondo dei rally?
“ Sicuramente di cominciare con una macchina piccola e di fare esperienza, fare tutti gli step senza cercare di bruciare le tappe, un passo alla volta. Secondo me la migliore auto con cui iniziare è la Peugeot 208 R2, è la macchina più propedeutica e più facile da gestire, anche se portarla al limite, poi, è un’altra cosa. Dipende poi sempre dall’obiettivo che uno si prefigge: divertimento puro o puntare a qualcosa di più? Ma nonostante tutto bisogna cercare di restare sempre umili, anche quando arrivano risultati, tenere i piedi per terra e puntare, prima di tutto, al divertimento. Correre in macchina deve essere sempre un divertimento e, fondamentale, una sfida con sé stessi, oltre che con gli altri piloti, cercare sempre di migliorarsi, ad esempio anche tra un passaggio e l’altro sulla stessa prova “
Quanto credi siano apprezzati i giovani piloti italiani? Quanto sono aiutati?
“ Ultimamente in Italia mi pare di vedere la mentalità giusta, ad esempio con Trentin e Ledda, ancora minorenni, che vengono fatti correre all’estero, in Finlandia e nei Paesi nordici, dove questo è possibile. Come stanno facendo proprio quei Paesi con i loro giovani talenti. E questo è molto positivo! Anche con gli Junior, secondo me, si sta facendo un buon lavoro ed un bel percorso. Diciamo che, rispetto al passato, per fortuna stiamo iniziando ad ispirarci e prendere spunto un po’ di più dall’estero, cercando di fare crescere i giovani piloti, facendo fare loro esperienza su strade veloci come quelle della Finlandia o dei Paesi Baltici, e cercando di farli salire in macchina il prima possibile, per più tempo possibile “
E’ meglio, secondo te, correre in Italia o fare esperienza all’estero?
“ Credo che bisogna “mixare” le due cose: in Italia devi fare esperienza, soprattutto all’inizio, correndo anche nelle gare minori dove puoi farti una base di tecnica ed esperienza, per poi provare anche a correre all’estero. Purtroppo se corri solo in Italia ti “fossilizzi” su alcune tecniche, così come se corri solamente all’estero. Ad esempio in Finlandia puoi imparare a guidare ed andare forte su strade velocissime, mentre in Italia puoi imparare la tecnica di guida su strade più tecniche e guidate. Se guardiamo al passato tantissimi piloti esteri, finlandesi in primis, sono venuti a fare esperienza sulle nostre strade: Makinen, Gardemeister, Latvala, Rovanpera, lo stesso Heikkila ora… “
Cosa vedi nel tuo futuro? Pensi di salire ancora di categoria e magari guidare una Rally2?
“ Credo che dobbiamo fare i passi giusti. Il mio sogno, fin da quando ero bambino, è quello di vincere il Mondiale. Ma credo che ancora non sia il momento giusto per salire su una Rally2 o R5 che sia. Non voglio bruciare le tappe, non siamo ancora pronti per fare quel salto. L’esperienza con la Rally3 è appena iniziata, c’è da fare ancora esperienza con la Rally4. Tutti guardano a Kalle Rovanpera, tutti puntano e guardano ai giovani per farli crescere e portarli a vincere il Mondiale, ma non bisogna mai fare il passo più lungo della gamba! In fondo vincere un Mondiale a 23 anni o vincerlo a 30 secondo me non cambia più di tanto, senza dimenticare che Kalle è un po’ un’eccezione, è un ragazzo che ha iniziato a stare in macchina all’età di 8 anni ed ora, pur giovanissimo, è arrivato a prendersi un “anno sabbatico” perché troppo stressato. Se vuoi diventare qualcuno e fare strada nei rally devi fare tutti gli step, senza bruciare le tappe. Il tempo, per fortuna, è dalla nostra parte. Abbiamo ancora tanto tempo per fare esperienza e poi essere competitivi e vincere anche con una R5. E credo che il caso più bello e da guardare con attenzione, in questo momento, e da prendere come spunto, sia quello di Sami Pajari: è partito con una macchina piccola nelle gare locali, è salito su una R2 e poi sulla Rally4, vincendo il Junior WRC, è passato alla Rally3 ed infine sulla Rally2, arrivando nel WRC ed ora salirà addirittura sulla Rally1. Questo è il percorso giusto “
Ringraziamo prima di tutto Matteo Fontana per il tempo che ci ha concesso e ci congediamo facendogli i nostri migliori auguri per il suo ventunesimo compleanno! Ed un grande in bocca al lupo per i suoi prossimi impegni agonistici.
Photo Credits: Gianmarco Gabrielli