Dakar 2017 all’italiana. Scandola-Fossà pronti al via
Continua la marcia di avvicinamento e la preparazione si va sempre più definendo. La partecipazione dell’equipaggio veneto composto da Graziano Scandola e Giammarco Fossà alla Dakar 2017 è oramai solo una questione di dettagli. E per non lasciare nulla al caso da oggi a domenica per affinare ancor di più l’affiatamento in previsione dell’avventura sudamericana i due scenderanno in gara a Pordenone, alla prima edizione dell’Italian Baja d’Autunno. Il veicolo prescelto per questo “riscaldamento” non sarà il potente Ford Raptor Pick-Up SVT V8 ma un più agile SSV Side by Side: un buggy 4×4 con telaio tubolare dotato di un motore di 1000cc bicilindrico capace di 110 cavalli.
Nonostante i portacolori della Daytona Race si conoscano da molto tempo con un’amicizia nata sui campi delle gare Baja e Cross Country, sarà la prima volta che i due divideranno assieme un abitacolo di un’auto da competizione anche se questo non li preoccupa vista la pluriennale esperienza agonistica che li accomuna. Seguono le parole di Scandola:
Siamo consci che quella che andremo ad affrontare sarà la massima espressione di quella che è stata l’esperienza mia e di Giammarco nelle gare di Cross Country fin qui affrontate. Le maggiori difficoltà saranno soprattutto a livello fisico e mentale, anche perché a livello di risultati il nostro obbiettivo è solo quello di arrivare al termine della gara e questo per noi sarebbe il risultato più grande. Per chi ha la passione dei motori, la Dakar è la gara delle gare. Arrivato a 50 anni, affrontare la Dakar per me è una grande sfida con me stesso, un nuovo stimolo che mi porterà a visitare luoghi stupendi ed esperienze che si possono vivere solo con questa avventura lunga 12 giorni, diecimila chilometri attraverso tre Paesi attraversati.
A confermare le parole del pilota, anche il navigatore vicentino Fossà è sulla stessa linea:
La sfida più grande sarà gestire la fatica e lo stress in una gara così lunga e complessa. Pur avendo una sola Dakar, quando ancora si correva in terra africana, questa avventura sudamericana è per me una novità. La mia prima Dakar l’ho corsa nel 2001 con un Mercedes Unimog T4 quando vinse il grande Meoni . L’arrivo al lago Rosa, nonostante siano passati quasi 16 anni, è un ricordo ancora vivissimo ed indelebile un emozione incredibile e impalpabile. La Dakar per gli amanti dell’off-road è il sogno di una vita. Il nostro obbiettivo agonistico, se pur ovvio, è riuscire a concludere tappa dopo tappa con la speranza di raggiungere il famigerato traguardo a Buenos Aires il 14 gennaio, la classifica è l’unica cosa che non ci interessa.
In questa tipologia di competizioni un aspetto molto importante se non basilare rispetto ad altre competizioni automobilistiche lo ricopre l’organizzazione che fornirà il mezzo e l’assistenza durante la gara, per il loro esordio l’equipaggio iscritto dalla veronese Daytona Race in collaborazione con la Scuderia Car Racing, si è affidata all’esperienza dell’ RTeam. Giunta alla nona partecipazione alla Dakar, la squadra toscana si occuperà sia della preparazione del mezzo che dell’assistenza sui campi di gara, seguendo il Ford Raptor di Scandola e Fossà e della vettura gemella dell’altro equipaggio italiano composto da Gianluca Tassi e Massimiliano Catarsi con un camion assistenza in gara più due veicoli in cui saranno presenti i meccanici del team.