La storia del pilota greco Jourdan Serderidis
Da un incontro casuale con Sébastien Loeb in una sauna a 27 partenze nel campionato WRC
Tantissimi piloti e copiloti si avvicinano al mondo dei rally grazie alla presenza di parenti o amici all’interno di questo sport. Altri, invece, si appassionano senza nessun background, proprio come il pilota greco Jourdan Serderidis.
Jourdan ha corso il suo primo rally 10 anni fa, a ben 48 anni di età. E non è di certo questo dettaglio a rendere la sua storia così curiosa, bensì il modo in cui si sia appassionato a questo mondo. Nel 2012, infatti, Serderidis si è ritrovato in sauna con l’otto volte campione del mondo Sébastien Loeb.
Non sapevo nulla di rally prima del 2012. Era gennaio e con la mia azienda e il consiglio di amministrazione abbiamo organizzato un viaggio per fare team building, in modo da fare gruppo e conoscerci meglio, e siamo andati a fare drift su un lago ghiacciato in Svezia. La sera, quando siamo tornati in hotel, c’era un camion della Citroen parcheggiato fuori e qualcuno ha detto “oh, si tratta del WRC rally!”. Più tardi entro in sauna e, all’improvviso, sono entrati anche Sébastien Loeb e Daniel Elena e si sono seduti proprio accanto a noi.
Dopo un po’ la mia ragazza è uscita da sola dalla sauna. Loeb la guardò, poi guardò noi e disse “Ragazzi, cosa ci fate qui? Va con la tua ragazza!” Così ci siamo messi a ridere e a chiacchierare tutti insieme ed il giorno dopo ho detto che mi sarebbe piaciuto fare rally.
Mi sono trovato un allenatore svedese per conto mio. Sono tornato una o due volte per fare un po’ di pratica sul lago ghiacciato, e dopo un po’ gli ho chiesto: “Credi sia possibile che faccia un vero rally?“. Ha solo detto: “Sì, sì, puoi fare un vero rally“.
Ho iniziato a un livello molto basso in Belgio con una Honda Civic ed ero molto, molto lento. Non sapevo nulla delle note, ma passo dopo passo sono cresciuto e ora eccomi qui.
La storia di Serderidis ci insegna, senz’altro, che chiunque, indipendentemente dalle proprie capacità, può prendere parte a questo sport.
Ricordiamoci, infatti, che Jourdan è un uomo di affari e di grande successo, che ha deciso di correre per amore e per divertimento, non di certo per puntare alla vittoria e portare a casa trofei.
E così il pilota greco ha disputato sei eventi nel 2017 a bordo di una Citroën DS3 WRC, nel 2018 ha corso in due rally a bordo di una Ford Fiesta WRC, fino al Safari Rally Kenya di quest’anno, dove è diventato il primo pilota privato a segnare punti nell’era ibrida del WRC, coronando un sogno d’infanzia e portando a casa una delle Puma della M-Sport Ford con un rispettabile settimo posto assoluto. 107 rally totali, 29 partenze nel WRC, 11 dei quali su auto di alto livello.
Il cinquantottenne è di origini greche e di nazionalità greca, anche se è cresciuto in Belgio. Per questo considera l’EKO Acropolis Rally Greece come il round di casa del WRC. Inoltre, ha ammesso di preferire lo sterrato greco all’asfalto belga.
Mio padre è greco e mia madre è belga. Sono cresciuto in Belgio e lì ho frequentato l’università. Ho avviato una società di informatica nel 2003 e ora è diventata abbastanza grande, con 2.500 persone. Ha sede in Lussemburgo e abbiamo uffici in Belgio, Francia, Portogallo, Grecia e anche in Giordania. A volte torno in Grecia per vedere la mia famiglia ma, al momento, trascorro più tempo in Lussemburgo che in qualsiasi altro paese.
Ho partecipato all’Ypres Rally Belgium due o tre volte, ma non è proprio il mio stile. Vengo dal sud del Belgio e lì le strade sono più naturali e preferisco quel tipo di rally su asfalto. Ma l’Acropoli è il mio stile: è in montagna e, normalmente, è asciutto. Ok, l’anno scorso non era asciutto, ma se lo è, allora sono più a mio agio e posso, diciamo, recuperare un po’ il divario con alcuni dei grandi.
In Grecia nel 2022 si è trovato ad essere compagno di Loeb e così ha raccontato prima della gara.
Non credo che Séb si ricordi del 2012. È semplicemente incredibile essere nella sua stessa squadra. Séb è completamente aperto con me e, ogni volta che gli chiedo un consiglio, me lo dà subito. Lui è un ragazzo incredibilmente laborioso e si vede davvero la sua professionalità. Sono un pilota privato e certamente non un professionista, ma quando vedi quanto si prepara per ogni rally, non sorprende che abbia così tanto successo.