Loeb vince la Race of Champions 2022
Per il francese si tratta del quarto successo in questo evento. Record eguagliato
Dopo la vittoria nella Nation’s Cup firmata ieri da Oliver e Petter Solberg, la Race of Champions 2022 parla ancora la lingua del rally. Oggi infatti è stata la volta dell’individuale, e tra le nevi svedesi di Pite Havsbad a trionfare è stato Sebastien Loeb.
Il Cannibale di Haguenau aggiunge così un altro trofeo alla sua vastissima collezione, grazie alla vittoria, in finale, ottenuta su Sebastian Vettel.
Per la sfida individuale i partecipanti sono stati subito divisi in due tabelloni a seconda della loro “vocazione”, pistaiola, oppure strada. Per ciascun tabellone erano in programma sfide ad eliminazione diretta su varie manche: ottavi e quarti a sfida singola, semifinale in due manche con somma dei tempi, finale al meglio delle tre gare. Il vincitore di ciascun tabellone avrebbe poi partecipato alla finalissima, disputata al meglio delle 5 gare.
Tra i “pistaioli” erano presenti, oltre a Vettel, anche Mick Schumacher, Colton Herta, Helio Castroneves, David Coultard, Mika Hakkinen, Tom Kristensen, Jimmie Johnson, Emma Kimilainen, Jamie Chadwick.
Tra gli “stradisti” erano invece presenti i due Solberg, vincitori ieri, Didier Auriol, Mattias Ekstrom, Timmy Hansen, Johan Kristofferson e Benito Guerra.
I partecipanti si sono sfidati a bordo di varie auto: buggy, RallyCross Supercar Lites e RX2e, Porsche 718 Cayman GT4, tutte da portare al limite nelle difficilissime condizioni.
A spuntarla alla fine, vincendo per 3 a 1, è stato come detto Sebastien Loeb. Prima di affrontare nella finalissima Sebastian Vettel, il neo vincitore del Rally Monte-Carlo aveva eliminato il suo rivale di vecchia data Petter Solberg, Oliver Solberg, e Mattias Ekstrom. Vettel ha invece raggiunto la finale avendo la meglio su Emma Kimilainen, Colton Herta, e Tom Kristensen.
Per Loeb si tratta della quarta vittoria nella Race of Champions, dopo i trionfi nel 2003, 2005, e 2008. Con questa vittoria il francese eguaglia il record del connazionale Didier Auriol.
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