Cercando il senso delle Rally1: il punto di Vittorio Caneva
Alcune domande sparse per capire dove stanno finendo i rally moderni
Anni fa scrivevo tanto, mi piaceva molto, poi con il passare del tempo e degli avvenimenti mi sono ritirato, ma ciò non vuol dire che non abbia seguito la specialità. Leggo troppe cose e forse dovrei soprassedere molto di più, ma la passione fa il suo corso ed eccomi a puntualizzare meglio quello che volevo dire al riguardo delle vetture.
Ok, queste ibride non mi piacciono per niente. Sono auto complicate fatte apposta per passare i limiti del normale, meno guidabili delle Plus che già erano il limite del limite raggiungibile. Ho visto dei filmati in cui saltano come cavallette, ho visto degli on board dove il pilota sembra lottare contro una forza oscura che lo porta da tutt’altra parte, ho visto una botta dove una vettura parte sparata nella scarpata come tirata da una fionda.
Si per carità sono ben fatte e sicure, ma la mia domanda è…. “che senso ha tutto questo?” Che senso ha impegnare i costruttori a fare delle vetture apocalittiche e spendere cifre esorbitanti quando si potrebbe tranquillamente mettere tutti su delle R5 e vedere uno spettacolo molto ma molto più tecnico e agonistico?
Al Monte avremmo avuto almeno 15/20 piloti in grado di dire la propria, addirittura di vincere la gara o di arrivare a podio. In ogni caso la forbice sarebbe stata molto ma molto più larga e soprattutto avremmo potuto vedere dei talenti.
Mi spiegate come fa un pilota ad emergere e cercare di avere una guida ufficiale in questo modo?
Ho visto piloti bravissimi messi da parte dopo mezza gara e ho visto piloti mai sentiti prendere un sedile, che importa poi del risultato nessuno lo sa, tanto l’importante è far girare la giostra.
Le gare devono essere compresse, tirate proprio per permettere a questo sistema di vivere, un Safari corso nell’orto di un possidente, un Montecarlo dove Grenoble o Ardeche non sappiamo neanche dove sono, e via così in nome di una formula avanti/indrè che ad orari di ufficio fa vedere una gara che della gara originale ha ben poco…
Tempi moderni per carità, e sottolineo che il Monte mi è piaciuto, ma non possiamo andare oltre ?
Perché dobbiamo restare ostaggio di un promoter che ne sa di riprese TV ma assolutamente non di agonismo e gare? E poi sfido chiunque a guardare tutte le prove in diretta: uno ci perde tre giorni. Perché dobbiamo fare l’interesse di due case e mezza e non permettere a nessuno di tornare a livelli in cui anche una buona scuderia privata può dire la sua? Perché dobbiamo avere 2/3 piloti buoni e poi qualche mediocre messo lì da uno sponsor o dai soldi di una federazione?
Ogni Casa potrebbe avere la sua squadra e poi vendere le auto alle scuderie, che farebbero correre piloti più o meno bravi, dando modo anche a chi non è nessuno di potersi mettere in mostra e se davvero meritevole sedersi dove merita. Succedeva così con i gruppi A e potrebbe succedere adesso, se non si costruissero astronavi che lottano solo contro se stesse in nome di uno spettacolo che alla fine potrebbe essere lo stesso impiegando molte ma molte più persone spendendo meno risorse.
Forse mi sto rincitrullendo o forse non capisco bene la questione, ma per poter uscire di nuovo da questa porta basterebbe rendere le cose più semplici: due categorie, una evoluzione all’anno e una vettura nuova ogni due, auto che costano cifre normali e tante squadre private che possono accedere alla competizione portando il nuovo e soprattutto dando posti di lavoro a tutti. Il rally deve restare lo sport di tutti, dove tutti possono esserci. Altrimenti facciamo la fine della F1.
Foto di copertina: Luca Barsali
4 Comments
M.
Bisognerebbe far girare questo articolo a “siti unificati”! Finalmente, dico FINALMENTE uno che dica una cosa sensata!
Carlo
Ma il Rally è di tutti. E’ il campionato mondiale ad essere per pochi, altrimenti non avrebbe senso.
M.
E correre su macchine da milioni di euro lo rende per tutti? Un campionato in cui si giocano la vittoria finale 5 piloti incorona davvero il più forte del mondo? Io non ci vedo tutto questo senso, francamente.
Sono convinto che i Loeb o gli Ogier avrebbero comunque vinto, ma vederglielo fare contro 20 pretendenti alla vittoria ad ogni gara, come anche l’articolo immagina, sarebbe stato molto più degno di un Campionato del Mondo.
Senza contare i giovani che potrebbero emergere, i campioni nazionali che potrebbero aggiungere la perla alla loro carriera e far saltare sulla sedia i tifosi e tutto il resto di cui l’articolo già parla.
I rally hanno sempre avuto wild-card, piloti e team non ufficiali che potessero puntare a mettersi in luce nell’assoluta, fino anche alle zone nobili della classifica del singolo rally.
Quelli che stiamo vedendo da qualche tempo sono prototipi. Ma per i prototipi c’era già il DTM, per vederli in strada le corse in salita, mentre per l’ambiente riservato a pochi (altrimenti non avrebbe senso) la Formula 1.
E a dimostrazione che i rally abbiano una natura differente, a parer mio, c’è il fatto che al recente Montecarlo, nonostante tutte le novità tecniche e regolamentari, queste siano quasi passate in secondo piano, mentre tutti (o quantomeno molti) eravamo rapiti dalla lotta Loeb-Ogier. Quindi dall’agonismo tra piloti, non dalle astronavi che li portavano a spasso. Una vittoria del genere, anche ottenuta su una R5, sarebbe stata epica uguale (o forse di più, se se la fossero battagliata in 10).
Questi i miei “2 cents”.
Federico
Tempo fa leggevo tanti articoli su siti di rally che le R5, de facto delle super 2000 con la stessa potenza ma con motore turbo, avevano ormai le stesse o quasi prestazioni delle WRC. E quindi si necessitava di una classe superiore; appunto le WRC plus e ora le R1 ibride. Questo passaggio a queste classi si è fatto in nome di dover contere i costi. Niente di questo è stato fatto perché le R5 costano più delle S2000 e così via. Se pensiamo che le vecchie R1 che ora non so come verranno catalogate costano 30000 di allestimento esclusa la macchina. In pratica una Ford Fiesta con l’unica modifica concessa al gruppo sospensivo e ai supporti motore. Sarà un tantino troppo chiamarlo furto o è verità? Ora che queste ibride abbiano un comportamento strano su strada è innegabile ma il costo non si scosta molto dalle auto delle stagioni 2000-2007. Si parla sempre di 500-600000 euro. Quindi la summa di tutti questi discorsi non è tanto la classe regina che deve per forza essere il top dell’ingegneria e dell’evoluzione meccanica a cui i piloti sono chiamati a mettere le briglie ma la FIA che si inventa classi e sottoclassi dal costo sproporzionato di cui si fa una confusione e difficoltà a distinguere luna dall’altra. Quindi è ora di chiedere costi veramente onesti per poter permettere a più gente di poter correre e non cifre da mutuo quarantennale per una macchina che se la porto da un meccanico con meno della metà tira fuori una R5 senza tanti problemi. Se non facciamo capire alla FIA questo saremo sempre a fare questi discorsi se una classe è meglio di un’altra.