Intervista con il Campione Italiano Rally 2021 – Giandomenico Basso
La stagione potrebbe culminare con la sua partecipazione all'ACI Rally Monza
Ci eravamo sentiti prima del Ciocco e ci sembrava giusto risertirlo ora, a bocce ferme, per fagli i nostri complimenti e per chiedergli di raccontare questo bel campionato ai lettori di Rallyssimo
Buongiorno Giandomenico, innanzi tutto congratulazioni per questo titolo, l’ennesimo che metti in bacheca, ma sicuramente per niente scontato, anzi quando ci siamo sentiti prima del Ciocco ci avevi raccontato che intanto iniziavi da li e poi avresti valutato il da farsi durante la stagione.
Sì, più che altro per un fattore che accumuna molti piloti: il budget. È vero, abbiamo cercato di proseguire gara dopo gara cercando di prepararci comunque alle gare in cui partecipavamo e vedere fino a quando saremmo riusciti a partecipare.
Poi però questo campionato si è rivelato essere quasi sempre una bella cavalcata vincente per te, per Lorenzo Granai e per la squadra.
Diciamo che abbiamo accusato un po’ il colpo dopo il ritiro di San Marino. Lì abbiamo perso dei punti importanti, era come dover ricominciare da zero e recuperare quello che abbiamo perso, soprattutto a livello di risorse. Sapevano di avere qualche punto di vantaggio da poter gestire e invece ci siamo ritrovati a rimboccarci di nuovo le maniche.
Possiamo dire quindi che è stato quello è stato il momento peggiore della tua stagione. Invece qual è stato il momento in cui hai realizzato che ce la potevate fare?
Abbiamo fatto una bella gara a Roma, e lì abbiamo sicuramente ripreso, non dico la fiducia perché quella non è mai mancata, ma di sicuro quello che avevamo perso per strada. È stata una gara che ci ha risollevato a livello di campionato. Come vittoria invece direi che la più bella quest’anno è stata alla Targa Florio, ecco quella è stata proprio una bella vittoria! Perché è una gara che mi mancava, per cui è stato particolarmente bello vincere.
Il Rally di Roma è stato comunque un evento particolare e che ha mostrato una forte competitività dei piloti italiani, o almeno di alcuni di voi, anche contro avversari di livello assoluto. Anche se voi giocavate in casa, è abbastanza raro vedere i big dell’ERC andare da qualche parte e “prenderle”. Quale è la tua opinione in proposito?
Beh alcuni di loro avevano già corso a Roma, come Gyrazin e Lukyanuk, che l’ha anche vinta. Per me è stata una doppia soddisfazione perché appunto lì ho recuperato dei punti persi a San Marino e poi aver battuto quelli dell’europeo è stata un’emozione particolare. Alla fine non hai tante volte l’occasione di misurarti con loro. A me è sempre piaciuto confrontarmi con i piloti più forti e andare all’estero. Quest’anno l’ERC è proprio un bel campionato: gare difficili, piloti molto forti e team molto preparati.
Infatti tu anche quest’anno, salvo pandemie e quant’altro, avresti dovuto fare l’ERC. Che ne pensi di provarci nel 2022?
Si onestamente ad inizio anno eravamo più indirizzati verso l’Europeo, per il 2022 non so [ndr. sorride]. È impegnativo fare l’Europeo, sotto molti punti di vista: va preparato nella maniera giusta e quindi ci vogliono delle risorse che non è semplice recuperare. Ci vuole l’appoggio di una casa che bene o male ti supporti.
Certo che la maggior parte dell’organizzazione la devi portare tu, però avere un piccolo supporto da una casa sarebbe importante. Per supporto intendo un supporto tecnico e di seguito, noi quest’anno nel CIR avevamo Lorenzo Borghini mandato da Skoda che seguiva me, Albertini e al bisogno chi aveva una Skoda.
I big dell’ERC preparano le gare ad un livello molto alto, non puoi pensare di andar lì e magari non riuscire a provare la macchina perché ti manca il budget per farlo. Con un preparazione adeguata non escludo che potrei fare qualche gara in ERC l’anno prossimo.
A proposito di ERC ed esperienza dei nostri giovani, come sta andando con Alberto Battistolli che stai seguendo come tutor.
Con Alberto va bene! Lo scopo è proprio quello di fare esperienza nelle gare dell’Europeo. Stiamo un po’ faticando perché il livello è molto alto, lui si sta abituando a note e correzioni in gare atipiche, diverse dall’Italia e stiamo accumulando esperienza. Io cerco di trasmettergli la mia esperienza, tutta quella accumulata nelle gare che ho fatto. I miglioramenti sono costanti e, per esempio, in Portogallo ha fatto una buona gara. In una gara difficilissima, a detta anche di Sordo e Mikkelsen, con condizioni estreme, Alberto è stato magari un po’ abbottonato sulla prima tappa e poi nella seconda è riuscito a far dei buoni tempi, nonostante il livello dei concorrenti. L’importante è che tutto questo lavoro che stiamo facendo possa poi essere messo a frutto il prossimo anno spingendo di più.
Torniamo però al CIR, quest’anno è stata introdotta la power stage, ma in un formato atipico rispetto al mondiale. Viene infatti svolta sulla prima ps e con un chilometraggio mediamente di 2km. Tu che ne pensi? Sei favorevole a questa formula?
Rispetto ovviamente le decisioni della Federazione, ma non sono d’accordo sul fatto che la power stage sia solo una prova di due km. Capisco che ci sono delle necessità di rendere agevole la trasmissione in diretta, ma nulla toglie di farla più lunga e coprirne una parte minore. Ci sono dei pro e dei contro, io per esempio ho perso parecchi punti nelle power stage. Perché magari è assurdo prendere il rischio di uscire di strada sulla prima speciale per provare a prendere 3 punti, ma è anche vero che a fine campionato possono fare la differenza! Per me la cosa che non va è il chilometraggio, invece farla subito va bene, almeno tutti partono subito con il coltello tra i denti.
Invece sulle voci di corridoio che vorrebbero l’introduzione, al posto del CIR di due campionati paralleli, uno tutto asfalto e uno tutta terra, come ti poni?
Io rimango dell’idea, come lo ero all’inizio della mia carriera, che il campione italiano assoluto debba essere come il campione europeo e il campione mondiale: un campione completo! Se abbiamo difficoltà a organizzare gare su terra in Italia, magari facciamole di chilometraggio inferiore, ma facciamole e facciamo un CIR su tutte le superfici in modo che il campione che ne esce sia un pilota che sa guidare sia sull’asfalto che sulla terra.
Parliamo un attimo dei due maggiori prossimi eventi italiani: la Liburna Terra, ultima prova del CIR e l’ACI Rally Monza, finale del WRC. Tu sarai in gara in queste due gare?
Dunque, al Liburna non verremo. Sportivamente mi dispiace, però siamo partiti con un budget limitato. Chiaramente se ci fosse stato bisogno di andare, se fossimo ancora in gioco per il titolo, saremmo andati. Ma se possiamo evitare di aumentare le spese, allora preferiamo fare un passo indietro.
Può essere invece che corra a Monza. In questo caso, essendo una gara del mondiale, ha chiaramente una visibilità diversa e quindi alcuni sponsor possono avere interesse ad apparire in un palcoscenico così importante.
L’ipotesi di un Giandomenico Basso che corre a Monza nel rally finale del WRC 2021 è già abbastanza per migliorare la giornata di tutti i tifosi italiani! E con la speranza di vedere lui e Lorenzo a confronto con tutti i top driver del mondiale, salutiamo il Campione Italiano Rally 2021.