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Jari-Matti Latvala spiega come gestire un team di 180 persone e come si trova nel suo nuovo ruolo

Parte alla grande l'avventura come team-manager dell'ex campione finnico che in questa bella intervista parla della sua nuova professione

Jari-Matti Latvala ha iniziato alla grande il suo lavoro come team manager della Toyota. Prende il posto di Tommi Makinen, esordisce al Monte Carlo 2021 e firma una grande doppietta.

Vi riportiamo un’intervista pubblicata dalla famosa testata giornalistica sportiva finlandese Ilta Sanomat, dove spiega come intende gestire il suo numeroso team composto da 180 persone.

 

Sulla base di queste prime settimane lavorative qual’è l’aspetto più complicato del tuo nuovo ruolo?

La cosa più difficile è seguire la gara in diretta dal service park, essere agitato ed eccitato, ma poi sai che non puoi fare nulla, non puoi mettere mano a quello che sta succedendo. Gli imprevisti in una gara mondiale sono molteplici e non poter agire ti crea forti palpitazioni ed ansia.

Qual è stato invece l’aspetto più semplice finora?

L’inserimento, perchè sono stato ricevuto molto calorosamente. È stato fantastico chattare con altre persone esperte ed entrare nel team è stato davvero facile. Naturalmente, l’esperienza di questo si forma solo gradualmente.

Secondo te come mai ti hanno scelto per guidare il team Toyota?

Beh, la scelta è stata influenzata dal fatto che sono stato alla Toyota dal 2017. Conosco la squadra, ho una lunga esperienza come pilota e una profonda conoscenza di questo sport. Erano i fattori di cui aveva bisogno la squadra per fidarsi di chi avrebbe occupato la posizione. Va ricordato però che il mio ruolo non è così ampio come quello di Tommi (Mäkinen). Qui ci sono quattro uomini che gestiscono l’attività.

Sei rimasto sorpreso quando Toyota ti ha contattato e ha annunciato che eri il profilo giusto per questa sfida?

Onestamente sono rimasto molto sorpreso. Non vedevo l’ora. Avevamo già parlato di marketing. Ma il fatto che la missione si sia espansa in una cosa del genere è stata una grande sorpresa.

In cosa differisci dal tuo predecessore, Tommi Mäkinen, come team manager?

Forse le differenze più grandi sono riconducibili a tratti caratteriali. Sono per natura più analitico e riflessivo. Come pilota, penso già a molte cose. Come leader, ovviamente, devi essere in grado di prendere decisioni difficili e in breve termine, ma cerco anche di essere estremamente aperto al dialogo con tutti.

Quanti subordinati hai in squadra?

80 persone nei fine settimana per rally in loco. Il progetto WRC coinvolge un totale di circa 180 persone.

C’è un vecchio detto che dice: “la comunicazione inganna sempre”. Come cerchi di evitare questa trappola?

Le informazioni devono essere condivise con tutti. Non devono esserci segreti interni di alcun genere. Questa è la cosa più importante per evitare problemi.

Ad esempio, come fai a convincere il sette volte campione del mondo, il tuo ex rivale Sebastien Ogier, a obbedire ai tuoi ordini?

Ogier sa come si fa a vincere, non ha bisogno di consigli su questo. C’è sempre stato un buon rispetto tra di noi. Può essere capriccioso in situazioni stressanti, ma si calma anche rapidamente. Sarebbe una cosa diversa se fossimo entrambi davvero capricciosi, ma non credo che sorgeranno problemi.

Sei considerato una persona gentile e che ascolta. Devi cambiare il tuo carattere e atteggiamento in questo nuovo lavoro?

Coloro con cui ho parlato, mi hanno sempre consigliato di rimanere me stesso. Dobbiamo essere severi e aggiustare le cose se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, ma non è necessario fare rumore inutile. Discutendo le cose, le esaminiamo e le risolviamo.

Come ti sei preparato per intraprendere subito al meglio il tuo nuovo ruolo? Hai letto guide sulla leadership o altro?

Ho parlato con diverse persone sull’argomento e alcuni amici che mi hanno dato dei libri sulla leadership. La mia famiglia è in attività da 40 anni, quindi ho avuto idee anche da mio padre e mia madre sull’argomento. Inoltre, sono stato in diversi garage nella mia carriera e  ho sicuramente imparato qualcosa.

Cosa chiedete a Kalle Rovanpera in questa stagione?

Kalle ha dato forti dimostrazioni della sua velocità già l’anno scorso. Gli serve ancora più esperienza. Non penso che possa già correre per il campionato, ma mi sbilancio e scommetto che vincerà la sua prima gara in questa stagione.

Quanto tempo dedichi al lavoro di pubbliche relazioni?

Dopotutto, secondo me è molto. Probabilmente è il 50 percento del tempo.

È difficile abituarsi alla cultura del lavoro giapponese con le sue gerarchie?

Mi piace lavorare con lo stile giapponese. Le cose passano prima dal Giappone, poi arriva un budget e le istruzioni. Devi essere in grado di giustificare bene le cose. Forse vorrei sottolineare che alla maniera giapponese, le cose non sono fatte emotivamente, ma fortemente razionalmente e ben giustificate.

In che stato si trova attualmente il Campionato del Mondo Rally?

Sono stati tempi difficili, sopratutto quest’ultimo anno, dove il Coronavirus ha influenzato tutto nello sport. Al momento siamo comunque in una situazione un po’ difficile e stiamo attraversando un periodo molto duro su tutti i punti di vista. Dovrebbero esserci sicuramente più costruttori nel Mondiale. Le future nuove regole e le conseguenti nuove auto costruite sulla base di esse, si mostreranno molto più interessanti e avvincenti se si uniranno più case automobilistiche.

Secondo te, quando il mondiale WRC si convertirà  interamente ad auto 100% elettriche?

Il prossimo anno passeremo alle auto ibride. Comunque non credo che il rally passerà mai completamente all’elettricità, perché allora parte della natura di questo sport scomparirà definitivamente.

Dove ti vedi tra dieci anni?

Ecco…aspettavo questa brutta domanda… Ti dirò che mi vedo sempre immerso nei rally, ma il ruolo non riesco a prevederlo ora.

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