Italia – Siamo sicuri che il basso chilometraggio sia la giusta strada per i rally Italiani?
Riflessione su quello che stiamo vedendo nel nostro paese rispetto gli altri paesi
Inutile girarci attorno, negli ultimi dieci anni un po’ ovunque, ma soprattutto in Italia c’è stato un robusto taglio dei chilometri di prove.
In questo “strano” 2020, causa Covid-19, in Italia si è deciso di dare un’ulteriore sforbiciata al chilometraggio. La Federazione in accordo con la maggior parte di equipaggi e noleggiatori, ha deciso di mettere un tetto di 100 chilometri di prove per il CIR e via via a scendere fino ad 60/65 per i CRZ.
Una scelta dettata dal contenimento dei costi, per venire incontro al periodo di emergenza che si sta vivendo. Sotto il profilo dei numeri, la scelta pare azzeccata, con un forte incremento degli iscritti e dei noleggi di vetture rally2 (R5) e rally4 (R2).
La Federazione ha comunque assicurato che questo taglio chilometrico sarà solo per quest’anno. Dal prossimo anno infatti, si dovrebbe (??) tornare a percorrere i canonici 150 chilometri di prove per le gare CIR.
Ma siamo sicuri che sarà veramente così? In tutta onestà, nutriamo parecchi dubbi che si possa tornare ai livelli del 2019.
Motivi? Semplice, gli organizzatori quest’anno sono stati chiamati ad importanti e pesanti spese extra per far svolgere i rally, secondo tutte le normative di sicurezza rilasciate dagli enti governativi. Di fronte a queste uscite extra, che con molta probabilità ci saranno anche nel 2021, non ci sono state entrate, sia per l’assenza di prove spettacolo a pagamento e sia per sovvenzioni degli enti locali che crolleranno.
In tutto questo, abbiamo il chilometraggio più basso tra i Campionati Europei in corso post pandemia. Prendiamo per esempio la Francia, dove il chilometraggio NON È CAMBIATO, nonostante pure i cugini d’oltralpe, abbiano avuto anche loro parecchi problemi con il Covid-19 e tutt’ora ne sono ampiamente coinvolti.
Basti pensare che i nostri ragazzi dello Junior CIR sono reduci da una gara da 60 chilometri su terra a San Marino e affronteranno un Targa Florio di appena 90 chilometri di prove con solo tre speciali in programma, mentre i colleghi francesi sono reduci dai 150 chilometri di prove (quasi 3 volte tanto) del Lózere.
Siamo proprio sicuri che, al di là dell’emergenza, ci stiamo muovendo nella direzione giusta??