Sergio Maiga tra Sanremo Storico e Palme: “Il ritorno nell’Europeo una grande soddisfazione. Palme? Vogliamo la rinascita del rallysmo ligure”
Il grande organizzatore matuziano si racconta a Rallyssimo, svelando alcuni retroscena davvero interessanti
Dici rally in Liguria e pensi Bajardo, San Romolo e Apricale. Dici rally in Italia e pensi Sanremo.
Malgrado l’abbandono del circus WRC nel lontano 2003, le iconiche stradine dell’entroterra sanremese non hanno perso il proprio fascino e in questo 2020 si preparano a ospitare nuovamente i big del campionato europeo storico. Un ritorno nella seria continentale voluto con tutte le forze e ottenuto grazie ai molteplici consensi degli addetti ai lavori. Ma le novità non finiscono di certo qui perché, dopo tanti anni d’assenza nei calendari nazionali, ritorna il celeberrimo Rally delle Palme. Una sorpresa graditissima e che non può che fare bene a tutto il movimento.
Abbiamo dunque raggiunto Sergio Maiga, uno degli ultimi veri appassionati capaci di intendere i rally ancora come un sport genuino e appartenente alle folle assiepate a bordo strada, per farci raccontare l’arduo lavoro della propria macchina organizzatrice.
Signor Maiga, un rally di Sanremo Storico che ritorna finalmente nel campionato Europeo. Quanta soddisfazione prova e quanto lavoro vi è dietro per riprendersi questa prestigiosa validità?
La soddisfazione è tanta ovviamente e credo che questo ritorno nella serie continentale sia meritato. Quando fummo esclusi dal calendario ci dissero che si trattava di una semplice rotazione, salvo poi verificarsi tutto l’opposto. Quest’anno abbiamo battuto i pugni sui tavoli perché il rallysmo italiano nasce a Sanremo e qui doveva in qualche modo ritornare. Per lo più con i numerosissimi attestati di stima arrivati direttamente dai concorrenti di ogni nazione e cultura. Il lavoro che richiede una manifestazione del genere è immenso, ma così deve essere se si vuole proporre un rally vero. Avremo dunque un chilometraggio alto, con prove speciali selettive e belle da guidare, oltre ovviamente capaci di valorizzare la guida del singolo.
Quanto è importante tale riconoscimento per un rally dalla storia leggendaria e infinita?
Premia senza dubbio i nostri sforzi e ci auspichiamo possano tornare a Sanremo i concorrenti importanti. Ma tralasciando l’aspetto sportivo, credo sia importante anche per il turismo. Con lo svolgimento nel weekend precedente alla Santa Pasqua e un introito attivato da un campionato europeo, penso che il rally vada a giovare a tutta l’economia circostante. Abbiamo la certezza che il blasone sportivo del Sanremo è rimasto nel tempo immutato, con lo straniero che tende ad apprezzarlo maggiormente dell’italiano, per via di una speciale orografia che in poche curve permette di passare dal mare alla montagna. Non a caso i team importanti vengono qui a collaudare e sviluppare le loro auto.
Si vocifera di un ritorno nell’Europeo anche per il moderno. Quanto c’è di vero?
Non nascondo che stiamo lavorando anche a questo progetto ma in questo caso abbiamo uno sforzo economico maggiore, quindi dobbiamo muoverci con cautela. L’Erc ha un promoter privato che fa business, mentre nello storico vi è la Federazione e basta. Chiaramente tale promoter sarebbe ben lieto di tornare a Sanremo, ma bisogna lavorare per trovare la giusta collocazione nel calendario. Per quanto concerne gli enti locali, abbiamo la certezza del loro appoggio assoluto.
È impossibile sognare un Sanremo nuovamente iridato?
Stando alle condizioni attuali è impossibile riportare il mondiale a Sanremo. L’iscrizione costa molto di più perché anche qui vi è un promoter privato, il quale ha oltretutto l’intenzione di portare quante più gare possibili fuori dall’Europa. Il WRC in Italia rimarrà perciò in Sardegna, una regione a statuto speciale che gode di ingenti disponibilità economiche. Il nostro territorio purtroppo è carente di manutenzione, che implica una scarsità di strade disponibili. Senza poi contare la mancanza di uno spazio adeguato per ospitare il Parco Assistenza, ai giorni d’oggi divenuto una vera e propria città. Sognare si può e fa bene all’animo, ma poi bisogna anche svegliarsi e fare i conti con la realtà.
Nello stesso weekend ritornerà anche il Rally delle Palme, assente dal calendario italiano dal lontano 1998 in cui i vincitori furono Ratiglia – Florean su Lancia Delta. È la rinascita del rallysmo ligure?
Ci auspichiamo possa essere la rinascita del rallysmo ligure, è la mia intenzione e non lo nego affatto. In qualità di Delegato Aci Ponente Ligure ho voluto fortemente far rinascere il prestigioso rally delle Palme e sto lavorando per ridare alla luce il prestigioso Rally del Bormida. A fine anno poi tornerà anche il Ronde delle Valli Imperiesi, kermesse che meritava una seconda vita. Personalmente, credo sia importante far tornare ai vecchi nefasti queste gloriose strade, ma gli enti locali devono appoggiare il nostro progetto e crederci come facevano una volta, perché i rally portano introiti. Tornando al Palme, sarà un rally con 147 Km totali e 68 Km cronometrati, allestiti sulle strade che hanno fatto la storia. Le verifiche si svolgeranno a Bordighera a partire dalle 9 di sabato mattina, alla 14.30 partirà il primo concorrente non appena il Sanremo Storico sarà rientrato a Sanremo e verso le 20.30 si svolgerà la premiazione. Un format pensato soprattutto per limitare i costi e i tempi morti e passare quanto più tempo possibile in macchina per il piacere di guida.
Il Palme sarà un antipasto del CIR di settembre?
Vorrei sperimentare alcune strade nuove e alcune inutilizzate da parecchi anni. Non dimentichiamoci che qui abbiamo le speciali considerate Università del Rally e qualunque sia il percorso la storia non cambia. Il Palme sarà l’occasione per prendere spunti interessanti e collaudare il CIR, sperando sia di gradimento per gli equipaggi.
Grazie mille del tempo che ci hai dedicato e alla prossima.