ACI Team Italia: un futuro da scrivere, tra cose da rivedere e non tutto da buttare
Analisi del 2019 in attesa di conoscere i progetti per il 2020
Si avvicina la stagione 2020 e numerosi team annunciano i propri programmi per i prossimi mesi di rally. Nessun segnale per il momento dal team ACI Team Italia che, ad oggi, non ha ancora lasciato trapelare alcuna informazione sulle proprie intenzioni 2020. Tutto normale, rispetto alle abitudini di casa nostra.
Tempo utile per analizzare quanto fatto nel 2019, cercando la migliore delle prospettive per il futuro. Naturalmente si tratta di un parere, figlio di analisi esterne mixate con qualche informazione confidenziale, senza tenere troppo conto di quei budget che hanno l’ingrato compito di determinare tutto.
Risultati del 2019
Sicuramente poteva andare meglio ma, i segnali incoraggianti ci sono stati. Eccome. AldilĂ della vittoria al Tour de Corse (che non va assolutamente dimenticata o sottostimata), il livello competitivo del WRC2 2019 è stato decisamente alto e, in piĂą di un’occasione, si è riusciti a stare coi migliori. Non insidiandoli troppo spesso e tirando fuori i risultati migliori approfittando degli errori altrui ma, comunque, anche di questo sono fatti i rally.
Quinta posizione a ventisette punti da Loubet vincitore, dietro a Gryazin ma davanti a Veiby. Insomma lĂ in mezzo, nella mischia. Numeri che potrebbero avere un senso se venissero usati come base su cui costruire il 2020, magari migliorando gli errori commessi ed apportando una serie di correttivi.
Pacchetto tecnico
Skoda Fabia Evo o non evo, è questo il dilemma? Secondo me no. Poteva essere un aiuto nella parte finale della stagione, questo sì. Non è di certo una novitĂ che il progetto e le relative limitazioni di budget non permettano equipaggiamenti di prim’ordine (non ci si aspetta quello di un Rovanpera, ça va sans dire) ma, l’impressione è che sarebbe bastato stare piĂą tempo in macchina per riuscire a dare qualcosa in piĂą. I famosi test, a supporto di un tutoraggio efficace durante gli eventi. Anche perchĂ©, sempre guardando la classifica, tolti Kajto e Nikolay che di budget ne hanno da prestare, di super equipaggiati non se ne vedono così tanti. E l’avventura di Cris Ingram nell’ERC ha dimostrato che “si può fare”.
Equipaggio
Fabio Andolfi va forte, molto, e su questo di dubbi ce ne sono pochi. Su asfalto vale i primi tre, come dimostrato in Corsica e in Germania, prima del brutto incidente che ha messo ko Simone Scattolin per il resto della stagione. Su terra il margine di miglioramento è ancora tantissimo, ma la parabola è crescente ed anche questo è innegabile. A parlare c’è la continuitĂ di risultati tra Turchia, Wales e Catalunya, gare su fondo “ostile” ma, comunque portate a casa nonostante diverse peripezie. Manca quel livello di confidenza che si trova solo accumulando chilometri su chilometri tra sassi, pietre e fango.
Comunicazione
Il metodo estone che ha portato Tanak sul tetto del mondo racconta una nazione intera a supporto di un solo uomo con il proprio sogno. Un uomo che non è proprio un fulmine di guerra a racconti di sĂ© e “presenza scenica”. Nessun costruttore o gommista alle spalle ma una progettualitĂ che ha chiaro l’obiettivo: creare un campione del mondo in casa propria che rappresenti un eroe per ogni compatriota.
Non basta un tricolore sul tetto, richiamato sulla tuta. Per riempire le speciali di bandiere è necessario avvicinarsi alle persone, renderle partecipi di una sfida che raccoglierebbero con piacere, quantomeno con minore ostilitĂ . Anche perchĂ© dalle nostre parti siamo i migliori nell’autoflaggellarci e quest’aura di mistero attorno all’intero progetto non fa che alimentare il lavoro di chi spera che tutto vada per il peggio, per avere qualcosa in piĂą da scrivere o anche solo per poter dire “io ve lo avevo detto”.
ProgettualitĂ chiara e trasparente che non costringerebbe a portare avanti il tutto con risorse “pubbliche” ma che solleticherebbe piĂą facilmente l’appetito di quegli investitori privati che oggi sono determinanti in un progetto rallystico che punta a vincere qualcosa.
Non sto a dire che raccontarsi meglio cambierebbe drasticamente quanto raccolto finora, sia chiaro. Ma a volte una gara la si può vincere o perdere per il malfunzionamento di un piccolo sensore. Dettagli che, sul lungo periodo, vanno a fare la differenza.
Pic: RedBull Content Pool