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Tempo

3 MIN

Segnali di resa

"Non c'è niente che io possa fare. Non posso guidare questa macchina". 

È arrivato con questo spirito al rush finale dell’ADAC Rallye Deutschland Sebastien Ogier. E non è riuscito ad evitare che questo suo pensiero finisse in mondo visione. Troppo grande la frustrazione di non essere riuscito a stare con Tanak e di essere stato risucchiato anche da rivali che con la lotta mondiale non c’entrano niente. Tanto da non giocarsi nemmeno la Power Stage, territorio su cui ha cercato di restare a galla negli ultimi mesi.

Ogier sapeva che sarebbe stato difficile il 2019. La Citroen veniva da alcuni anni di grande difficoltà e con risultati piuttosto deludenti. Nessuno dei piloti prima di lui pareva riuscire a domare la “nervosissima” C3, pur rimanendo la convinzione che ci fosse del grande potenziale non sfruttato. La proposta economica era sicuramente molto interessante e la sfida di tentare la vittoria con Citroen aggiungeva quel pizzico di romanticismo, ideale per mantenere l’aura magica delle vittorie raggiunte con M-Sport.

L’inizio di stagione aveva illuso, francamente.

Le vittorie a Montecarlo e Messico avevano dato modo di pensare che la strada scelta da Citroen potesse essere quella giusta: ingaggiare il pilota più forte del mondo per dimostrare che la macchina c’è sempre stata.

E invece i dati dimostrano che non basta e (probabilmente) non basterà.

Ogier non riesce a guidare come sa e, anche quando cerca di forzare, i tempi non escono. Lo stesso vale per Lappi che in Finlandia sembrava aver trovato il bandolo della matassa ma che in Germania è stato nuovamente risucchiato nella pancia della bagarre tra i piloti che si giocano un piazzamento. Stesso luogo in cui si è ritrovato Ogier, suo malgrado. Un posto sgradito che ha portato a quella veemente reazione pubblica, vistosa ed eccessiva.

Il campione di Gap ha sempre cercato di spronare i team per cui ha corso, non facendosi troppi problemi se c’era da lamentarsi delle soluzioni tecniche. Questo gli ha conferito anche una vaga nomea di “pilota lamentone” per la quale non ha mai pensato prodigarsi troppo in smentite. Ogier vuole la macchina migliore ad ogni costo e non si fa problemi nel chiederla.

Ieri si è accorto di non poterla avere.

Ma se finora era rimasto aggrappato alla classifica del mondiale rally 2019, a quattro gare dal termine è arrivata la consapevolezza che quest’anno potrebbe finire diversamente dal previsto. Il gap con Toyota è incolmabile in modo evidente, Tanak vince e i suoi compagni ne sostengono la marcia a colpi di piazzamenti.

Ogier combatte (quasi) da solo con un coltello spuntato contro un’armata dotata di bazooka e artiglieria pesante. A poco servono i giochi psicologici, le strategie e qualunque altro stratagemma. Ed il fatto che Pierre Budar la settimana prima della Germania si sia lanciato in discorsi sul futuro di Citroen nel WRC lascia pensare che, forse, nella casa del Double Chevron stia maturando l’idea che questa stagione è ormai persa.

Segnali di resa neanche troppo sorprendenti, con buona pace di Ogier che si era immaginato tutt’altro finale e che comunque venderà cara la pelle negli ultimi quattro round.

Credit: Jaanus Ree / RedBull Content Pool
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1 Commento

  • S.G.
    Posted 27 Agosto 2019 13:25 0Likes

    Spero che Seb torni all’ M-Sport!

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