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Il sapore dolce del giorno in cui vincono gentilezza e merito

Anche se non è mai stato uno dei piloti più appariscenti, ho sempre avuto un debole per Craig, lo ammetto. Non saprei neanche descrivere bene il motivo ma sono sempre stato affascinato dagli anti divi e dalle persone che fanno quel che fanno non per gli altri ma per inseguire i propri desideri e le proprie ambizioni. Non sono i passaggi che ho visto, l’amicizia che mi lega alla sua Tamara e neppure i risultati che ha raggiunto: è proprio l’uomo in quanto tale a farmi provare soddisfazione oggi, con l’annuncio del suo ritorno nel WRC.

All’ultimo Rallylegend avevo avuto l’occasione di salutarlo ed osservarlo in un contesto che con la competizione rallystica aveva poco a che fare: la prova di un simulatore. Craig impugnava il volante e attorno a lui pareva non esistesse nessuno, solo una strada da affrontare con il massimo della concentrazione seppur attraverso uno schermo. Un saluto gentile, una chiacchiera veloce, una foto ricordo e poi via a ricalarsi nella parte del pilota all’interno dell’assistenza. Un contesto disteso preso con il massimo della serietà, come sempre.

Il resto della storia la sappiamo tutti: la decisione di Citroen di tagliarlo e Craig che invece di piangersi addosso tira fuori l’orgoglio di chi sente dentro un fuoco che non va assolutamente spento. Corre di continuo, corre ovunque, corre anche in Italia con grande soddisfazione da parte di tutti gli appassionati. E vince a raffica. Vittorie per cui non c’è tempo di gioire, bisogna cercare altri occasioni per dimostrare al WRC che fare a meno di lui è stato un errore.

Lui lo sa, deve solo farlo capire agli altri. Senza parole fuori posto, senza esternazioni inutili o lamentele. Solo coi fatti e con il cronometro da far impallidire ogni volta, con qualunque vettura tra le mani.

Sempre con quest’aura di persona gentile, composta, posata, che ha gli occhi sempre puntati verso l’obiettivo e che non ha tempo da perdere con tutto il resto. Un ragazzo a cui non riesci a non voler bene perché gli leggi in faccia il prezzo di tanta ambizione. Avrei voluto rivederlo in Sicilia, a quella “maledetta” Targa. Non per smania giornalistica di raccontare un ritorno sul luogo del misfatto ma per il puro desiderio di vedere una bella persona riappropriarsi di sensazioni, profumi e ricordi del prima che tutto accadesse, prima che tutto cambiasse. Un idealistico modo di far pace con un luogo per trovare quell’ultimo briciolo di forza per spiccare il volo definitivamente, nel nome di quel sogno che non era solo suo.

Non è andata così, non fa niente. Ci sarà occasione ma non adesso. Perché proprio nel momento in cui io stavo pensando a tutto questo, Craig è già ripartito e si è ripreso tutto quanto in un colpo solo: con la gentilezza, con il merito, con la forza delle ambizioni. E provo un dolcissimo sapore in bocca che forse lui non proverà nemmeno perché avrà sicuramente la testa verso i salti finlandesi e quella Hyundai i20 da tenere ben stretta tra le mani. Il nuovo inizio verso quel sogno da dividere per due.

 

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