Intervista a Filippo Gherardi: “Grande interesse per i rally in TV. CIR 2019 equilibrato, per il Mondiale dico Tanak”
Una bella chiacchierata con il conduttore e responsabile della redazione motori di Sportitalia, artefice di tanti bei racconti di rally sul grande schermo
Abbiamo avuto il piacere di conoscere il volto dei rally in tv (su Sportitalia) in diverse occasioni del campionato italiano rally ed alla vigilia dell’avvio di questo CIR 2019 abbiamo deciso di intervistarlo per farci raccontare una prospettiva diversa sul mondo dei rally, la prospettiva di chi come noi le gare le racconta e cerca di farle rivivere agli appassionati. Una chiacchierata su tanti fronti da cui traspare una grande voglia di rally nel nostro paese ed un professionista che ha capito che vale veramente la pena dedicarsi ad uno sport unico per caratteristiche e per amore dei propri appassionati. Spazio dunque alle domande a Filippo Gherardi.
Raccontare i rally in Italia. Una sfida difficile e allo stesso tempo affascinante in una nazione che gode di grande storia e tradizione ma anche parecchie difficoltà: raccontaci quando e come è iniziata la tua carriera e cosa ti ha spinto nella direzione dei rally.
Sicuramente in questi quattro anni, da quando è iniziata questa sinergia tra Sportitalia e il mondo dei rally che è praticamente coincisa con il mio arrivo nel ruolo di responsabile motori Sporitalia, è stata sicuramente una sfida più affascinante che una difficoltà perché in Italia c’è tantissima passione per questo sport, indipendentemente dai contesti e dalle persone con cui ti trovi. Tuttavia la considerazione che solitamente faccio a chi mi pone certi quesiti è che il nostro è un paese piuttosto campanilista e, ad eccezion fatta per il calcio e per la Ferrari che continuano ad essere sport molto seguiti malgrado tutto, tanti altri sport minori sono fortemente legati alle vittorie di una persona o di un team. Quindi penso che in questo momento il rally a livello nazionalpopolare venga un po’ messo da parte perché a livello mondiale non c’è ne un pilota ne un marchio in grado di potersela giocare. Mi auguro di poter raccontare il ritorno dei rally al grande pubblico italiano perché probabilmente coinciderebbe con il ritorno a grandi livelli di piloti e marchi del nostro paese.
Secondo te, nell’era dei social network e delle dirette fatte dal pubblico, quale ruolo ha la televisione nella divulgazione di contenuti legati ai rally? Pensi ci sia ancora spazio per questo tipo di media e di format periodici quando lo stesso promoter del WRC ha scelto una dimensione sempre più live?
Quello che posso dirti, dopo 3 anni di rapporti con la Federazione Internazionale per il WRC, che c’è ancora grande interesse nella diffusione di contenuti rallystici mediante la televisione. Lo stesso vale anche nelle ottime sinergie con la Federazione Italiana ed ACI Sport che si prodigano sempre con grande passione per fornire il loro contributo. E poi naturalmente vediamo i consensi e gli ascolti delle nostre trasmissioni che sono sempre molto seguite sia per il mondiale che per il CIR. La televisione resta un media di grande interesse sia per chi segue le gare che per chi le organizza. Chiaramente il web è la nuova frontiera. Lo streaming è uno strumento importante che permette di seguire una gara in qualunque momento, contesto che una televisione chiaramente non si può permettere. Credo che si possa convivere, ammesso che entrambi crescano ed evolvano nel tempo. Se uno dei due dovesse prendere distacco sull’altra finirà inevitabilmente per prevaricare ma la mia impressione è che serva tutto: carta stampata, tv, web, streaming. Ma non è solo un’impressione mia ma che viene anche dai vari promotori che comunque riservano ancora molto interesse anche per la televisione.
Ripercorrendo I vari momenti che ti legano a questo sport, ci sapresti indicare il momento che hai vissuto e raccontato con più emozione e quello che non avresti mai voluto vivere?
Momenti belli ce ne sono stati tanti, soprattutto nel CIR dove ho avuto la fortuna di raccontare con i tecnici e tutta la squadra di Sportitalia le ultime tre stagioni che si sono sempre decise all’ultima gara di Verona. Penso alla scorsa stagione con tre piloti in ballo fino all’ultimo e lo stesso anche l’anno prima e penso alla prima stagione che abbiamo affrontato quando vinse Giandomenico Basso con un finale thriller fino agli ultimi chilometri. In generale quindi i momenti più belli li riconduco al Due Valli non tanto per una simpatia particolare verso la gara ma perché mi riportano a dei finali veramente emozionanti che il CIR ci ha consegnato e mi considero molto fortunato per questo. Dovendo scegliere, scelgo l’ultimo 2018, quando la 208 T16 di Paolo Andreucci e Anna Andreussi è ritornata al service park. Meccanici in grande festa, Paolo e Anna visibilmente commossi. Non saprei se era l’idea che potesse essere l’ultimo campionato, tutto quello che era accaduto durante la stagione compreso l’incidente e la paura in Liguria ma, in quel frangente ho visto un’esultanza particolare ed è un po’ paradossale se pensiamo che si trattava dell’undicesimo titolo. Però quella gioia, che ho raccontato a pochissimi metri di distanza da loro, è stata veramente particolare.
Il momento più brutto è stato sicuramente l‘incidente alla Targa Florio di due anni fa, costato la vita ad un pilota e di un commissario e la figlia del pilota in coma. In quel momento ho capito che si tratta di uno sport bello e affascinante, con tanta tecnica spesso superiore a tante discipline del motorsport anche più blasonate, ma anche di uno sport pericoloso in cui la passione prende talvolta il sopravvento sulla razionalità. Un momento davvero difficile. Ricordo la conferenza post annullamento della gara, tante considerazioni, il confronto con i piloti. Sicuramente il momento più brutto che mi son trovato a raccontare sul posto in cui tutti noi della squadra di Sportitalia siamo usciti veramente scossi e colpiti e che ancora oggi lascia profonda amarezza.
Una nota sul CIR che quest’anno vede un’autentica rivoluzione di equipaggi. Rientrano Rossetti e Basso, escono Andreucci e Scandola, rimangono Campedelli e Crugnola e dall’estero arriva una stella come Breen. Che campionato italiano rally sarà secondo te?
Credo che Rossetti – Citroen siano l’accoppiata da battere ma credo anche che sia un campionato che ripercorrerà verosimilmente le ultime stagioni piuttosto equilibrate fino alla fine. Alla vigilia posso dire che ho grande attenzione per questo progetto Citroen che parte con spunti molto interessanti, mi incuriosisce molto anche quest’anno il progetto Orange1 – Campedelli usciti dalla scorsa stagione un po’ “con le ossa rotte” perché da grande favorito, più per colpa sua per qualche errore di troppo, è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Però Campedelli è un grande pilota, un grande talento e quest’anno ha alle spalle questa “suggestione” Malcolm Wilson. Non gli mancano i fondi, non gli manca il talento, non gli manca la macchina quindi sicuramente da tenere d’occhio. Basso è un professore e quindi va sicuramente considerato ma bisogna capire che contorno avrà con questo progetto nato attorno a lui . Crugnola lo vedo leggermente indietro ma può sicuramente la sua. Su Breen scommetto poco. Fa bene al campionato italiano ed è un bene che ci sia ma credo soffrirà, soprattutto nelle prime gare anche se in passato ha già corso in Italia. Non lo vedo coi primi. Se dovessi stilare una lista di favoriti dico Rossetti – Campedelli – Basso ma attenzione a qualche outsider tra cui Crugnola ma non soltanto lui.
Per chiudere, chi lo vince il WRC?
Il favorito è sicuramente Tanak, il pilota più veloce con la macchina più veloce in questo momento. È un gran fenomeno, mi piace molto. Però Ogier è assurdo, ha una mentalità ed una predisposizione alla vittoria che pochi hanno. Ne parlavo con Paolo Andreucci qualche giorno fa, Ogier si nasce. Quando nasci con quella mentalità è davvero difficile non rientrare tra i favoriti di ogni mondiale. Però resto su Tanak davanti a tutti con Ogier alle spalle. Leggermente attardato Neuville che l’anno scorso ha letteralmente gettato alle ortiche un’occasione importante, se non l’ultima chiamata, per vincere questo primo mondiale e non so se quest’anno sarà in grado di infilarsi in questo testa a testa tra Tanak e Ogier.
Grazie mille per la disponibilità Filippo.
Grazie a voi e ci vediamo in onda su Sportitalia.