Ogier ha vinto perchè è stato fortunato!
Ancora la Dea bendata alla base dei successi di Seb Ogier?
“Se Tanak non avesse forato”, “se Neuville non avesse sbagliato strada” ecc ecc. Anche questa volta si sentono circolare delle frasi simili dopo l’ennesima vittoria di Sebastien Ogier e Julien Ingrassia al Rally Montecarlo.
Sempre la fortuna a contraddistinguere le gesta di questo antipatico francese, sempre la dea bendata contro gli avversari, e gli errori di essi che lo fanno vincere. Anche questa volta? Forse bisogna tornare indietro a qualche mese fa, quando la C3 era un oggetto misterioso (eccezion fatta per l’exploit di Loeb in Catalunya, ma questa è un’altra storia) ed in Citroen, complice certamente anche l’assenza di top driver, non ci hanno più cavato un ragno dal buco. Ebbene, è stata proprio quella stessa vettura che è stata bagnata degli spruzzi dello champagne dei vincitori sotto al podio di questo Montecarlo, per la classica vittoria dell’uomo sul mezzo.
Un fatto verificatosi con puntualità anche nelle precedenti due stagioni quando Ogier, ancora scosso dal tormentone Volkswagen, ha portato la cenerentola del mondiale sul tetto del rally più importante ed affascinante del calendario. E vincendoci anche ben due titoli mondiali con il supporto di un team più privato che ufficiale contro tutti gli iper investimenti di Hyundai e soci.
Si è vero, tornando a questo Montecarlo 2019, Tanak ha dimostrato di averne di più cronometro alla mano, cosi’ come Neuville è stato molto solido e concreto nel lottare fino all’ultimo metro per la vittoria di questo rally. Ma è anche altrettanto innegabile che gli episodi di forature sono raramente applicabili alla pura dea bendata, e considerando lo stile di guida di Tanak dovrebbe essere una cosa abbastanza ovvia. Per non parlare del banale errore di Neuville, con quella ventina di secondi lasciati letteralmente per strada che si sono rivelati quanto mai fondamentali in una gara così tirata. Il fatto che non da spazio ai se e a i ma è dunque uno soltanto: quando conta, il nome di Ogier è sempre lì, irremovibile in cima alle classifiche.
Magari verremmo tutti smentiti tra qualche mese dallo strapotere di Tanak e Toyota o dalla determinazione di Neuville e Hyundai, sempre considerando il fatto che non c’è cosa più sbagliata di tratte conclusioni affrettate dopo una gara come il Montecarlo. Ma se al termine di questo Monte si può dire che l’estone faccia paura in ottica futura, non c’è motivo per cui non si possa sostenere lo stesso con Ogier supportato da un ufficiale in tutto e per tutto. E soprattutto, con il pilota di Gap ancora una volta in grado di fare la differenza indipendentemente dal mezzo tecnico. Una capacità che gli ha permesso di conquistare la sua gara di casa con tre case diverse, e di eguagliare il record di vittorie di Seb Loeb. Basterà un’eventuale corona con Citroen per consacrare definitivamente questo campione nei pareri dell’opinione pubblica?
Di sicuro pare non esserlo stato questo fantastico successo al Montecarlo. Un vero peccato perché corre il rischio che – tifo o simpatie a parte – un tale pilota, campione e soprattutto grande uomo (le lacrime di commozione all’arrivo della power stage dicono tutto), potrebbe iniziare ad essere apprezzato da tutti quando sarà ormai troppo tardi.