Alberto Battistolli in esclusiva:”Che emozione il 2 Valli! 2019?Prima l’università poi vediamo!”
Abbiamo sentito Alberto Battistolli al fine della sua prima intera stagione nello storico
Abbiamo intercettato il pilota Alberto Battistolli che, impegnato nella sua prima stagione del CIRAS, ci ha parlato di come è andata la stagione e come penserà di procedere i suoi impegni nell’anno a venire. Eccolo in esclusiva per i nostri microfoni:
Come e da cosa è nata questa stagione nel CIRAS?
Questa stagione nel CIRAS è nata come una continuazione all’avvicinamento al mondo dei rally storici iniziato nel 2017. L’idea era di affrontare gara dopo gara e di vedere quali erano le nostre effettive possibilità di farci spazio in questo campionato sempre più affollato. Le premesse ci sono state tutte, grazie a mio padre in primis per i suoi costanti sacrifici per farmi correre ed ai ragazzi della Ksport per il grande lavoro di ringiovanimento della Fiat 131 Abarth, nonostante le scadenze fossero piuttosto imminenti. Ho commesso un errore solo la prima gara di campionato, scrivo al singolare perché è stata una mia responsabilità in quanto Gigi ha lavorato impeccabilmente come sempre, ma successivamente siamo stati protagonisti di un bellissimo crescendo culminato con il mio primo podio la scorsa settimana al Rally Due Valli Historic.
Una stagiona sicuramente positiva, incoronata con il tuo primo podio in carriera. Raccontaci questo 2 Valli.
Parlando appunto del Due Valli mi sento di dire che è stata nel complesso una gara emozionante ed a nostro malgrado anche accompagnata da qualche problema tecnico a freni e frizione che ci ha rallentato nell’ultima giornata. Le p.s. erano molto tecniche e veloci, era presente anche molta salita, cosa che non ci favoriva moltissimo ma che abbiamo ugualmente apprezzato. L’unico aspetto negativo è la condizione del fondo stradale dopo il passaggio di vetture moderne (loro possono permettersi di affrontare tagli e deviazioni fuori dalla sede stradale che noi ci troviamo costretti a replicare, a cui segue molto spesso la conta dei danni a fine p.s.).
L’ultima prova è stata davvero “speciale” per noi, perché pensando di aver risolto una noia ai freni posteriori, ci siamo ritrovati in seria difficoltà nell’esatto momento in cui iniziava la discesa. Se devo essere sincero non mi sarei mai aspettato di riuscire a mantenere la 3a posizione, ma il lieto fine ha prevalso per questa volta…
Nel corso della stagione hai partecipato al Lahti Historic Rally, in Finalandia. Con quale “bagaglio” di esperienza sei tornato a casa?
Il Lahti Historic Rally è sicuramente una delle più belle esperienze che ho vissuto sino ad oggi. Per dirvi cosa mi ha reso felice mi basterebbe dire “perché era su terra”, ma la tipologia di strade, dei dossi, il calore degli spettatori e perfino la rigidità con il quale vengono concessi 4 passaggi per le ricognizioni delle prove, sono quello che mi ha conquistato di questa gara. Essendo anche stata la mia prima gara fuori dai confini nazionali, mi ha permesso di vedere come viene vissuto il rally in un paese natale di leggende come Markku Alen, Ari Vatanen, Henri Toivonen e moltissimi altri, e posso così dire che per loro è una festa che ricorre ogni anno.
Visto che il campionato è terminato, hai altre gare in programma entro fine anno?
Si, anche se il campionato è terminato ho la fortuna di avere ancora due partecipazioni: il Tuscan Rewind a Montalcino dove ritroverò la mia 131 in assetto terra ed il Monza Rally Show.
Quest’ultima sarà una novità per me, anche se non è ancora confermata, se parteciperò sarò affiancato da Bettina Biasion a bordo di… anch’essa da definire, ovviamente tra le vecchie glorie!
L’amore per il tuo 131 da dove nasce? Alla fine sei un ragazzo giovanissimo ma corri nelle storiche.
Diciamo che il mio amore per le auto storiche non è nato per la mia passione verso di loro, è stata più una scelta dettata dalla voglia di guidare una trazione posteriore, trasmessa da mio padre. Chiaramente quando mi sono affacciato ai rally tale desiderio non poteva essere esaudito se non negli storici. Da qui è iniziato un percorso che mi ha portato ad apprezzare e conoscere nel profondo le regine del passato e grazie alla generosità dell’amico Giulio Pedretti ho potuto muovere i miei primi passi con la 131. Ora mi sento di dire dopo 14 gare che è una macchina che dà grande soddisfazione, non sarà un’auto agile e con un motore performante, ma quando la si guida ci si diverte molto. Inoltre più si impara a sfruttarla e portarla al limite, più la guida diventa fluida e si abbandona quella comune sensazione di essere a bordo di un autobus.
Hai corso le tue prime due gare con un auto moderna, pensi che ti rivedremo tra queste?
Ho corso una gara in circuito con un 106 gr.A e devo dire che sicuramente qualche apparizione non la escludo, non perché mi sarò stancato di correre nello storico ma piuttosto perché sono curioso di capire i 30 anni di evoluzione nel mondo del rally come hanno cambiato le sensazioni di guida (non potendo rimanere fedele ad una trazione posteriore potrei scendere a compromessi per un 4×4) Scherzi a parte sarei felice di correre con qualsiasi cosa!
Il 2019 cosa pensi ti riserva? Magari cambio di vettura, storica o moderna che sia.
Il 2019 è per ora un grande punto di domanda, essendo per la verità un universitario prima di un rallista, sarà dettato dai miei impegni. La voglia di partecipare nuovamente al campionato è tanta, per quanto riguarda la vettura mi farebbe piacere salire a bordo di qualcosa di più competitivo, ma non sta a me decidere ed in ogni caso mi ritengo già fortunato così.
Se ti dico Ferrari 308 GTB, che ti viene in mente?
Ovviamente la mia unica gara dove ho avuto il piacere di salirci, ovvero il Milano Rally Show. È una vettura di fascino e valore altissimi, curata nei minimi dettagli. Molto semplice da guidare se paragonata alla 131 è una macchina che esprime meglio se stessa su strade asfaltate, ha un suono molto coinvolgente ed una distribuzione dei pesi molto competitiva. È un peccato che il suo motore nonostante sia un V8 di circa 3000cc, è sempre all’ inseguimento delle Porsche anch’ esse 3° raggruppamento. Infatti durante i numerosi momenti nella gara dove ci si trovava “in mezzo al traffico” le tedesche erano delle brutte clienti quando si trattava di doverle sorpassare in qualche rettilineo.