Anna e Paolo
Osservarli è l’unico modo per capire chi sono i campioni italiani rally
Fuori dalla 208 non mi è capitato spesso di vederli. Sul podio un paio di volte nelle varie stagioni del CIR, a bordo strada poco dopo il cappottone sulla Sestino nel San Marino 2017, quest’anno dopo una sporadica comparsata in TV sempre sul Titano e in qualche test. Incroci veloci, saluti fugaci.
Più spesso son riuscito a sentirli per ovvie ragioni “giornalistiche”. Ho il numero di entrambi che custodisco gelosamente ma che uso con il timore di chi ha sempre paura di disturbare.
Più di tutto però mi piace osservarli, così come si osservano i campioni che raccontano la propria storia più coi gesti che con le parole. Due persone agli antipodi, dai gesti epici e mirabolanti, che sanno tanto di musica.
E allora mi perdonerà il maestro Dalla se prendo in prestito un po’ di un suo testo per osservare Anna e Paolo.
Anna bello sguardo non si perde una pagella
Paolo che a guidare sembra un cavallo
In un CIR ridotto uno schifo
Poca gente che li guarda
C’è qualcuno che fa il tifo o piazza un sasso
Ma dimmi tu dove sarà
Dov’è la strada per le stelle
Mentre corrono si guardano e si scambiano la pelle
E cominciano a volare
Con tre salti sono fuori dalla speciale
Con un’aria da commedia all’italiana
Sta finendo sta stagione massacrante
Ma l’Europa è lontana
Dall’altra parte della luna
Che li guarda e anche se ride
A vederla mette quasi paura
E la luna in silenzio ora si avvicina
Con un mucchio di stelle cadute per strada
Luna che cammina
Luna di Verona
Poi passa un cane che sente qualcosa
Li guarda, abbaia e se ne va
Anna avrebbe voluto reagire
Paolo voleva andarsene lontano
Qualcuno li ha visti tornare
Tenendosi per mano
E proprio non ce la faccio ad immaginarli così “stronzi pur di vincere” come cercano di raccontarceli. E alla storia va benissimo così.