Ricognizioni abusive: la piaga nei rally soluzione dei mediocri
Gli effetti di una scorrettezza spiegati a chi non ne comprende gli effetti dannosi
Gli ultimi fatti di cronaca nazionale hanno prepotentemente riportato in auge un tema più volte affrontato ma mai del tutto risolto: le ricognizioni abusive. Senza entrare nel merito di una situazione specifica, di cui si stanno occupando organi sportivi e non, oggi vorrei puntare i riflettori sugli effetti dannosi a più livelli di questa pratica. Una scorrettezza a tutti gli effetti ai quali si è finiti per abituarsi, fino a farla diventare qualcosa di normale e concesso.
Quello che non passa è che questa “piccola eccezione dal regolamento” provoca spesso una serie di effetti a catena, che finiscono per compromettere le singole gare e l’intero mondo (che giĂ di suo non dimostra sempre grande stato di salute). Dal punto sportivo e non solo.
Rally = Far West agli occhi dei profani
Sappiamo tutti quanto sia difficile fare accettare una gara di rally a chi non mastica rally ogni giorno. Non tutti apprezzano alcuni giorni di “scompiglio” in zone solitamente abituate alla quiete piĂą assoluta. Ed è un diritto sacrosanto non essere d’accordo con un qualcosa di cui non si riesce a comprendere spettacolo e pregi. Per la maggioranza delle persone i rally sono semplicemente uno sport eccessivamente pericolo e, in questo senso, gioca un ruolo essenziale la cronaca che racconta le gare solo quando c’è da evidenziare qualche brutto accadimento. D’altronde la strada è di tutti, ognuno con le sue regole. Si riesce talvolta a scendere a sottili compromessi, basati su rassicurazioni su quelli che saranno i “giorni anomali” in cui avere un po’ di pazienza. Uscire da questi giorni è fregarsene di ogni equilibrio, è mancare di rispetto, è prestare il fianco a tutti quei luoghi comuni che non vedono l’ora di demonizzare questo sport.
Organizzatori sempre piĂą in difficoltĂ
E a pagarne le conseguenze, in primis, è chi ci mette la propria faccia e i propri investimenti per offrire gare e linfa ad equipaggi e tifosi. PerchĂ© ad ogni lamentela dei residenti per il continuo viavai, ad ogni cambio di percorso a causa di traiettorie giĂ segnate a piĂą di una settimana dalla gara, ad ogni incidente “a bocce ferme”, c’è almeno un’organizzatore che arriva alla fatidica domanda: “ma chi me lo fa fare?”. Diminuiscono le occasioni per correre, diminuisce l’interesse di sponsor e investitori, diminuisce tutto un intero sistema di cui ogni singolo elemento gioca un ruolo importante. Il tutto per riuscire a togliere qualche secondino in un singolo passaggio di una singola gara, magari l’unica disputata in quell’anno. Limitante, limitato ed egoista.
E poi c’è l’aspetto sportivo
GiĂ perchĂ© è di sport che stiamo parlando, con regole e limitazioni a cui bisogna dimostrare di saper far fronte. Iscriversi ad un rally è accettare in tutto e per tutto il regolamento che parla di numero di passaggi da rispettare, abbigliamento da indossare, controlli orari in cui rientrare e tanto, tantissimo altro. Cose che si sanno per tempo, prima di scucire diverso denaro per entrare dentro l’abitacolo. Cedere alla tentazione di aggirare anche solo una di queste richieste significa non essere pronti a far parte di un mondo piĂą grande delle proprie possibilitĂ , significa aver sbagliato sport. Semplicemente.
Ho trascorso un po’ di tempo in queste ore nei diversi gruppi di appassionati, rimanendo piuttosto sorpreso dalle numerose posizioni “a favore” dei passaggi sulle prove in giorni non autorizzati.Così come mi lasciano basito certe interviste a piloti italiani che tentano l’esperienza all’estero e finiscono per dichiarare che “con solo due-tre passaggi nelle ricognizioni è stata davvero dura” quando per il resto del mondo si parla di normalitĂ .
Come se rally volesse solo dire prove speciali e non un complesso groviglio di capacitĂ tecniche, logistiche, organizzative e velocistiche di un equipaggio. Come se non se ne conoscessero da sempre le caratteristiche che lo hanno reso uno degli sport piĂą avvincenti al mondo.
1 Commento
Anselmo
Concordo però secondo me in certi rally mettono le ricognizioni alla domenica dalle 10 alle 17,assurdo con tutti i turisti,auto in senso contrario e biciclette. Sarebbero queste le ricognizioni autorizzate? Quando trent’anni fa ho iniziato nei rally si andava quando si voleva, noi andavamo di solito dalla mezzanotte in avanti,era molto sicuro.