Se ci si mette la Legge…
La verità sulle polemiche circa l'affluenza di pubblico al Colosseo Quadrato
Hanno fatto scalpore e scatenato un fiume di polemiche le immagini andate in diretta ieri dal Colosseo Quadrato. Una tribuna con diversi spazi vuoti ha fatto “gridare” al fallimento ancora prima che la gara prendesse il via e si sono moltiplicate le voci (più o meno autorevoli) che hanno espresso il proprio giudizio.
Abbiamo cercato di andare a fondo nella vicenda, cercando di dare spiegazione a certe immagini che un anno fa e in condizioni non troppo diverse presentavano uno spettacolo molto diverso.
Infatti la prova al Colosseo Quadrato, aldilà del fatto che possa piacere oppure no, nell’edizione 2017 era stata capace di raccogliere un numero impressionante di spettatori. Partiva più o meno allo stesso orario e alle stesse condizioni un anno fa.
E allora cosa è successo?
Nelle ore successive alla gara abbiamo raccolto più di una voce che diceva che è stato impossibile accedere alla prova per via dei controlli di sicurezza stringenti che impedivano di accedere al Colosseo Quadrato con caschi, zainetti o molto più banalmente con una bottiglietta d’acqua.
Si chiama Legge Gabrielli ed è un testo che emette una serie di direttive di sicurezza relative agli eventi pubblici.
Premesso che la sicurezza è un aspetto che ci sta a cuore e che di questi tempi non è argomento per il quale non è troppo il caso andare per il sottile, ci domandiamo se non fosse stato possibile fare qualcosa per evitare di invalidare gli sforzi di un comitato organizzatore che tanto si è speso e prodigato per offrire un evento che possa stare al passo con altri eventi internazionali. D’altronde il 20 luglio a Roma muoversi con uno scooter è “questione di sopravvivenza”, così come lo è una bottiglietta d’acqua o qualcosa di fresco nelle normali attese che un rally può generare.
Si parla di circa 10 mila persone rimandate a casa e a giudicare dalla grande affluenza di pubblico allo start di Castel Sant’Angelo c’è credere di non esserci andati troppo lontano.
Si poteva forse fare qualcosa per evitare di dare un’immagine completamente diversa dalla realtà? Noi purtroppo non lo possiamo sapere ma speriamo con tutto il cuore che non ci si metta anche la Legge a zavorrare uno sport meraviglioso che fatica a decollare.
P.s. Al termine della gara cercheremo di metterci in contatto con l’organizzazione per dirvi qualcosa in più per onor di verità e per il bene dei rally italiani.