Intervista a Juri Danesi “Cresciuto tra odore di gomme e profumo di benzina”
Abbiamo sentito un grande appassionato di rally che oltre ad essere un grande manager del motorsport, si diletta bene anche alla guida.
Abbiamo intervistato un personaggio dei rally che si occupa come lavoro anche di Motorsport nel campo del Motomondiale, in qualità di manager del forte driver di Moto2 Andrea Locatelli. Oltre a questo da poco ha iniziato a correre anche qualche rally in “pista”, con ottimi risultati. In attesa del suo debutto su “strada”, sentite cosa ci ha riferito:
Chi è Juri Danesi?
Juri Danesi è un ragazzotto di 38 anni che è nato con la passione per tutto ciò che ha un motore e funziona a benzina; se poi con uno di questi mezzi ci si mette a sfidare il cronometro od altre persone ancora meglio; ho avuto la grossa fortuna di poter correre in moto fino a 20 anni grazie ai sacrifici dei miei genitori, ero pure arrivato ad un buon livello sia nel motocross che nell’enduro ma purtroppo non ero abbastanza veloce per farlo diventare un lavoro, così decisi di terminare gli studi e lavorare per chi invece il gas glielo dava davvero.
Il 2018 infatti sarà per me il quindicesimo anno di mondiale, ho lavorato nel mondiale Enduro, Motocross ed negli ultimi 5 anni nel Motomondiale Moto Gp, ma per me questo non è lavoro, è pura passione.
Com’è nata la tua passione per i rally?
La mia passione per i Rally è nata grazie alla terra in cui vivo e sono cresciuto, sin da piccolo nonostante io fossi un motociclista infatti ho sempre partecipato come spettatore ai vari Rally che si facevano nelle nostre zone, poi ho parecchi amici e conterranei che corrono e pertanto era impossibile non appassionarsi.
Parlaci della tua carriera…
Io purtroppo non ho mai potuto avere una carriera da pilota professionista, non andavo abbastanza forte e soprattutto non ho mai avuto i mezzi al momento giusto per poterci provare; ora grazie al progetto che ho finalizzato a fine 2016 con il mio pilota Andrea Locatelli, abbiamo partecipato al Rally di Monza grazie al supporto di alcune aziende del settore chimico di un mio grande amico imprenditore e da lì la passione si è concretizzata sul serio fino a partecipare anche all’ultima edizione del Monza con 2 equipaggi e successivi rally su pista della stagione in corso, sempre a bordo di vetture R5.
Ti vedremo anche in rally veri e propri? Se sì, quando?
Per me il Rally è una passione e oggi ho la fortuna e la possibilità di fare qualche gara ma non è il mio lavoro pertanto non mi pongo obbiettivi o programmi, fino al giorno che ho il tempo da poter dedicare a questo sport e gli sponsor continuano a sostenere il progetto proviamo a correre, poi vedremo; l’idea di fare qualche rally su strada c’è e non lo nascondo, con il mio maestro e navigatore Mario Trolese stiamo valutando infatti alcune possibilità anche se sicuramente se dovessero andare in porto inizialmente su strada correrei con una macchina più piccola, magari a bordo di una R2, però sono tute cose che vedremo di volta in volta in quanto prima c’è il lavoro.
Terra o asfalto?
Non ho mai guidato una macchina su terra, ma se devo essere sincero a priori credo di preferirla, è un pò il mio habitat, venendo appunto dal fuoristrada anche se su 2 ruote, però le cose sono da provare e per un principiante come me dire se è meglio una cosa o un’altra ora è tutto un parlare forfettario.
Da “novizio” di queste auto, come ti è sembrata la prima esperienza alla guida di un auto da rally? Che emozioni provi al volante della Skoda Fabia R5?
Sinceramente l’approccio con la pista è stato meno traumatico di quello che pensavo, le linee bene o male sono quelle che si fanno in moto per di più la velocità in auto si percepisce molto meno, la cosa dove ho faticato di più e che chiaramente dove continuo a faticare è che i veri vanno forte subito, io magari ci impiego 3-4 giri, cosa che chiaramente nei Rally non è concesso, però ci stiamo divertendo e vedo che ogni volta che salgo in auto miglioro, questa è la cosa fondamentale, poi ripeto i Rally in pista sono una cosa, quelli su strada un’altra e per me credo che li le cose si complicheranno ulteriormente se mai ci sarà l’occasione di provarci.
Guidare la Skoda Fabia R5 della PA RACING è un’emozione indescrivibile, è un’auto che ti permette di divertirti andando forte nonostante io sia un novellino, che in pista di regala emozioni che fin quando non guardi i tempi dei tuoi avversari ti fanno credere di essere andato fortissimo, però siamo all’inizio e sono convinto che con qualche km ancora da fare potremo fare ulteriori passi in avanti soprattutto avendo la fortuna di essere seguito da una persona esperta come Trolese e da una squadra al TOP della categoria.
Descrivi i “rally” in cinque parole…
I Rally sono: EMOZIONE – ADRENALINA – VELOCITA’ – PASSIONE – SACRIFICO, ma come del resto tutti gli sport a motore.
Sei “nato” dal mondo delle moto e del motocross, rispetto ai rally che similitudini vedi tra questi mondi paralleli?
Ripeto, io faccio fatica a trovare differenze tra gli sport motoristici, chiaramente ci sono differenze dal punto di vista tecnico ma ognuno è legato a sè da grandi sacrifici e voglia di emergere indipendentemente dal livello in cui gareggiamo, io ho avuto la fortuna di correre a buon livello e poi lavorare al massimo della categoria in diverse discipline (enduro – motocross – velocità) ma devo dire che in tutte le discipline ho sempre riscontrato le stesse cose, chi va forte è chi si impegna a fondo, ha talento ed è seguito da persone al TOP;
Quali sono i tuoi obbiettivi futuri in questo mondo?
Io non ho obbiettivi se non quello di divertirmi, prima di tutto c’è il lavoro e lì abbiamo ancora tanta strada da fare con i miei piloti, i Rally fin che si possono fare li facciamo, il giorno ove per qualsiasi motivo verranno a meno i budget o il tempo torneremo ad andare a guardarli da spettatori.
Grazie mille per la disponibilità, a presto!
Grazie a voi ed un saluto a tutta la redazione di Rallyssimo.it