Loris Roggia: un navigatore e un uomo indimenticabile
Il modo migliore per ricordarlo è rivivere i momenti di una carriera straordinaria
Ci siamo interrogati più e più volte se parlarne. Perché tanto è il rispetto e forte è il ricordo ma spesso, in certe situazioni, si rischia di cadere nel patetico e di dare l’impressione di volerci marciare. Ma poi ci siamo detti: anche qui si parla di storia del rally italiano, e non possiamo di certo permettere che Loris Roggia non ne faccia parte. E allora ci limiteremo a ricordarne le gesta dall’alto di 44 gare nel Mondiale e due podi conquistati ed una carriera da vero big.
Nato a Pianezze, in provincia di Vicenza, nel 1953. Vivace e, al tempo stesso, testardo e deciso, sin da piccolo Loris è attratto da tutto ciò che è meccanica, modellismo, motori. Sarà perché è nato in una terra dove da sempre si mastica pane e rally. Ha esordito nelle gare ufficiali a 20 anni, affiancandosi a piloti di un certo spicco quali Ercolani, Del Zoppo (con il quale conquista il podio in Portogallo nel 1986 a bordo di Fiat Uno Turbo),Vittorio Caneva, con il quale ha disputato numerosi campionati dalla fine degli anni 70 fino al 1987, Rayneri, Pianezzola, conquistando il terzo posto al Sanremo su Lancia. Stiamo parlando di un navigatore che ha tenuto alta, e con orgoglio, la bandiera italiana nel mondo del rallysmo.
Gli esordi
Esordisce nel mondo delle corse come detto all’età di 20 ed impiega i suoi sforzi in qualche rally qua e la nella seconda metà degli anni settanta, partecipando a due gare dell’Europeo e una del Campionato Italiano, conquistando due quarti posti all’Elba e al Costa Smeralda nel 1978 a bordo di una Fiat 131 Abarth, affiancando Franco Ceccato. Nel 1980 disputa una sola gara, il Rally del Carso e affiancato da Costenaro, la vincono! Da quell’anno in poi riesce a costruirsi un programma di gare sempre più ampio ed interessante, cambiando spesso vetture e con qualche bel risultato qua e là. Nel 1983 sulla 037 al rally Città di Modena conquista un secondo posto mentre al Rally del Carso, gara valida per la Mitropa Cup, un terzo posto, sempre su 037, quarto al Rally di Piancavallo con Citroen Visa. La stagione successiva è piena di alti e bassi, collezionando due podi due quarti posti e quattro ritiri. La sua prima vittoria in una competizione internazionale avviene nel 1985 quando affiancato dal sammarinese Ercolani, proprio nel rally di casa, gara valida per l’Europeo, portano a casa una vittoria, molto sofferta e molto battagliata fino all’ultima prova con Servià, anche lui con Lancia, arrivando davanti allo spagnolo di soli 3 secondi.
Gli anni d’oro
L’anno di maturazione per Loris è senza dubbio il 1986. Dopo anni di “allenamento” nei quali ha maturato grandissima esperienza entra nel clou della sua carriera, soprattutto a livello internazionale. Conquista in totale quattro podi tra cui il meraviglioso terzo posto assoluto in quel tragico Rally di Portogallo, appuntamento valido per il Campionato del Mondo, e primo di classe, a bordo della Fiat Uno Turbo classe A7 affiancando il connazionale Del Zoppo, un terzo posto al Rally Internazionale della Lana valido per Europeo e Campionato Italiano su 037, un grandissimo secondo posto al rally di San Marino, gara oramai collaudata per il copilota vicentino, e un terzo posto al Rally di Sestriere. Da non dimenticare anche il podio mancato per un soffio alla Targa Florio, dove conquista un quarto posto affianco ad Ercolani a bordo della 037. Il triennio sul finire degli anni ottanta non è stato di certo all’altezza per Loris tant’è che non riuscirà mai ad andare a podio, colleziona oltretutto diversi ritiri e i suoi programmi non furono molto vasti di appuntamenti, se non un secondo posto al Rally di San Remo nel 1987. Gli anni nei quali ha raggiunto il massimo livello della sua carriera sono sicuramente gli anni 90. Un secondo posto al Rally di Piancavallo nel 1992 e poi lanciato verso una stagione a dir poco perfetta nel 1993, nella quale conquista ben sette podi totali tra cui l’importantissimo terzo posto al Rally di Sanremo valido per il Wrc, dove l’equipaggio del team Grifone si inchina alle due Ford di Snijers e del connazionale Franco Cunico. In quell’anno conquista così il Campionato Italiano.
La fine degli anni 90 e il tragico incidente
Dopo cinque anni su Delta approda in Toyota a bordo di una Celica e affronta la seconda metà degli anni 90 ad alto livello come aveva già dimostrato negli anni precedenti vincendo due gare di Europeo al Valle del Serchio e al Du Valais e altri sei podi nel 1997, un Rali Vinho in Portogallo nel 98, e ben tre vittorie, di cui due europee, nel 1999 (Internazionale di Messina, Alpi Orientali e Rally della Lana) portandosi così a casa due Campionati Italiani nel ‘98 e nel ’99 e vincendo anche il Campionato Europeo per secondi conduttori nel 1998. Che classe questo Loris Roggia! Dopo l’anno della vittoria del Campionato italiano, un grave incidente al Rally di Argentina nel 2000, dove si fratturò due vertebre, lo vide lontano dalle corse per un anno. Con grande coraggio e lasciandosi alle spalle l’incidente, Loris non si rassegna e vuole tornare ad alti livelli.
Ma tre anni dopo il fattaccio in Argentina, la tragedia: il 20 Giugno 2003, nella PS 4 del Rally del Salento, la Peugeot 206 di Aghini-Roggia, ad 800 metri dalla fine della prova, finisce ad altissima velocità contro un trullo. Sembra un incidente senza grandi conseguenze, dato che la vettura sembra quasi integra, ma la decelerazione della S1600 è stata troppo violenta, Loris si spegne a soli 49 anni.
Il mondo del rallysmo piange una persona che ha lasciato un ricordo ancora vivo nel cuore di tutti quanti, un grande sportivo. I racconti, oltre cento, scritti da famigliari, amici, piloti, giornalisti, e quello toccante epilogo del figlio sono stati raccolti in una pubblicazione realizzata dalla moglie Cristina Larcher, altra nota sportiva nel campo dei rally (fu anche lei navigatrice di Massimo Ercolani).
Loris Roggia, molto più che un navigatore. Vi lasciamo con il video della conquista del terzo posto al Rally di Sanremo del 1993.
Ciao Loris !
1 Commento
Vittorino
Non mi ricordavo Ke fine avesse fatto è vi ringrazio tantissimo per il ricordo di amici conosciuti quando eravamo più giovani.