Alla (ri)scoperta di Bruno Thiry: sorriso ed efficacia
E’ stato uno dei piloti più apprezzati sul finire degli anni Novanta e i primissimi del nuovo millenio, con il sorriso sempre stampato sulle labbra e con una guida davvero efficace, tanto da essere ingaggiato dalle migliori squadre ufficiali.
Bruno Thiry, nazionalità belga nato a Sankt Vith nel 1962, ha partecipato nel Campionato del Mondo dal 1989 al 2002 classificandosi per ben quattro volte nella top ten piloti.
Competitivo e grandiosamente efficace su ogni tipo di sfondo, Bruno entra ben presto nel mirino dei team ufficiali e diviene così un valido gregario, per utilizzare un termine prettamente ciclistico, per le prime guide che è andato ad affiancare.
Nel mondiale debutta nel 1989 all’Acropolis a bordo di una Audi 90 Quattro, mentre dal 1991 al 1993 entra a far parte dell’Opel Team Belgium con cui ottiene risultati interessanti. Dal 1994 al 1996 invece conquista il sedile della Ford, la quale gli affida la Escort Cosworth e si piazza nelle prime sei posizioni nella classifica piloti.
Il 1997 è invece un anno anomalo, dove prende il via in soltanto due gare (la prima con la Seat Ibiza, mentre la seconda con la Escort WRC). L’anno successivo guiderà ancora la Escort Wrc, fiancheggiando Juha Kankkunen, mentre nel 1999 si spartisce tra Subaru e Skoda.
Nel 2000 il belga prenderà il via soltanto al Monte Carlo a bordo della Toyota Corolla Wrc della gloriosa scuderia genovese HF Grifone, mentre negli altri mesi gareggia in patria e in giro per l’europa. Il 2001 sarà invece l’ultima stagione a tempo pieno come pilota ufficiale. La Skoda gli affida il volante della Octavia Wrc, ma la vettura ceca si dimostra tutt’altro che performante, tanto da non permettergli di guadagnare nemmeno un punto in classifica.
Siamo nel 2002 e ormai il sole sembra tramontare anche sulla carriera di questo simpatico belga, ma c’è ancora spazio per qualche gara con la 206 Wrc rossa dalla insostituibile livrea “Bastos”, con cui guadagna gli ultimi punticini iridati in Germania.
Niente male dunque per un pilota che ha sfidato i migliori piloti degli ultimi tempi, portandosi a casa anche ben cinque podi iridati con il fido Stefan Prevot alle note.
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