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Under Pressure

La pressione domina in Germania e determinerà il finale mondiale

2017 rally driver wrc

Emozioni e colpi di scena in questo ADAC Rallye Deutschland che ha dimostrato un volta di più il volto del World Rally Championship 2017. Un campionato bello ed equilibrato che ha confermato la bontà della decisione di passare ai nuovi regolamenti e che sarà vinto da chi saprà meglio gestire un carico di pressione mai visto negli ultimi anni.

C’eravamo abituati a chiederci “con quante gare in anticipo Sebastien Ogier e Volkswagen vinceranno il mondiale quest’anno?”, rischiando di sbadigliare a più riprese. E invece la rivoluzione tecnica ha rimescolato le carte in grande stile e anche il campione di Gap non è esente dal “fiato corto”. Certo, è di nuovo davanti al mondiale e può provare a gestire ma il calendario dice che di gare a favore non ce ne sono più e quindi ci sarà da lottare col coltello tra i denti.

A suo agio pare invece Ott Tanak che pare aver trovato la sua dimensione nella Ford Fiesta WRC. Grazie al fatto di non aver nulla da perdere fino a questo momento e di essere il pilota a cui non veniva chiesto di vincere il mondiale in M-Sport, il pilota estone ha portato a casa il secondo trofeo stagionale ed è rientrato nella corsa per il titolo scavalcando Jari-Matti Latvala.

Ed è proprio il pilota finnico quello che della pressione era riuscito finalmente a fare a meno dopo anni difficili in Volkswagen e che si ritrova a subire la pressione della Yaris WRC. La macchina nippo-finnica si è presentata nel mondiale molto più avanti di quello che si poteva pensare ma non riesce nell’ultimo scattino, quello dell’affidabilità quando il suo top drive prova a spingerla verso il limite che serve per vincere.

A gestire meglio la pressione si pensava potesse essere il belga Thierry Neuville, forte di tanto talento e del miglior pacchetto tecnico. Il pilota Hyundai ha riaperto il mondiale con classe e pareva aver messo nel bagagliaio gli incubi di inizio stagione. Ed invece in Germania ha rimesso tutto in discussione con un ritiro che a fine stagione potrebbe pesare tantissimo. E dire che la sorte lo aveva “premiato” nel primo giorno facendolo uscire incolume da un’uscita molto più violenta del taglio che ne ha determinato lo zero in classifica.

E poi c’è Kris Meeke, l’unico che oggi come oggi deve ammettere di aver clamorosamente perso con un livello di pressione talmente forte da averne oscurato l’indiscutibile talento. Il pilota britannico non riesce a cambiare l’inerzia di una stagione nata male e che sta finendo anche peggio. Ma, forse, a gestire male la pressione non è solo lui ma tutto un team che non riesce a far altro che ripensare agli anni in cui erano loro a mettere pressione agli altri. Tanto da voler provare a ritornare con gli stessi interpreti di quei tempi.

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