Giuliano “Mistral” Scandola, l’uomo del vento nei rally italiani
In ricordo di un capofamiglia che ha tramandato con forza l'amore per i rally

Ci sono nomi che lasciano un segno indelebile nel mondo del rally, anche se non sempre legati a titoli o statistiche. Giuliano Scandola, meglio conosciuto nel paddock come Mistral, è uno di quei personaggi che hanno contribuito a scrivere la storia del rallismo italiano con passione, determinazione e spirito pionieristico.
Gli inizi e il soprannome “Mistral”
Nato a Verona nel 1951, Giuliano Scandola ha abbracciato il mondo dei motori sin da giovane. Il soprannome “Mistral” – evocativo come il vento impetuoso che soffia sul Mediterraneo – non fu scelto a caso. Richiamava la velocità, certo, ma anche un carattere irruento e imprevedibile, capace di ribaltare le gerarchie quando meno te lo aspettavi. E proprio così si presentò Scandola nel panorama rallystico italiano degli anni ’70 e ’80.
Una carriera da outsider di lusso
Mistral non ha mai avuto il sostegno di una casa ufficiale, ma ha saputo farsi notare con prestazioni solide, auto ben preparate e un’abilità naturale nel districarsi tra le insidie delle prove speciali. Ha corso con vetture iconiche dell’epoca come la Fiat 131 Abarth, la Lancia Rally 037 e la Renault 5 Turbo, lasciando spesso il segno nelle classifiche dei rally tricolori. Non era raro vederlo nelle prime posizioni, davanti a nomi più blasonati e team meglio strutturati.
Era un pilota “vero”, capace di leggere la strada con sensibilità e sangue freddo, qualità che gli venivano riconosciute anche dagli avversari. La sua guida era spettacolare ma mai sopra le righe, sempre alla ricerca del miglior compromesso tra velocità e affidabilità.
Il passaggio del testimone a Umberto
Il nome Scandola è oggi noto anche grazie al figlio Umberto, che ha raccolto il testimone del padre portando avanti la tradizione di famiglia nel Campionato Italiano Rally. Campione Italiano nel 2013 con la Škoda Fabia S2000, Umberto ha ereditato non solo il talento, ma soprattutto l’approccio: precisione, dedizione e grande rispetto per la disciplina.
Dietro le quinte, Giuliano è sempre rimasto una figura centrale. I suoi consigli, spesso sussurrati con tono burbero ma affettuoso, erano preziosi. Era il primo a credere nel figlio, ma anche il più severo giudice quando si trattava di migliorare. Un rapporto viscerale, fatto di motori e affetto, come solo nel mondo dei rally può nascere.
L’uomo oltre il volante
Fuori dall’abitacolo, Mistral era un uomo schietto e appassionato. Conosceva il rally in ogni sua piega, e non mancava mai l’occasione per dire la sua, sempre con competenza e con quell’entusiasmo che non lo ha mai abbandonato. È stato un punto di riferimento per tanti giovani piloti, non solo per i consigli tecnici ma anche per lo spirito con cui interpretava questo sport: il rally come arte, sfida e passione.
Un’eredità autentica
Giuliano “Mistral” Scandola non è mai stato un personaggio da copertina, ma chi lo ha conosciuto – sulle prove speciali o nei parchi assistenza – sa quanto abbia significato per il rally italiano. La sua storia è quella di tanti appassionati che hanno vissuto il motorsport con il cuore in mano, senza cercare clamori ma lasciando un’impronta autentica.
Il vento del Mistral ha soffiato forte e ha lasciato dietro di sé una scia fatta di polvere, emozioni e rispetto. E di questi tempi, è qualcosa di raro e prezioso.
I momenti chiave di Mistral
1978 – Il debutto ufficiale nei rally
Giuliano Scandola inizia a correre nelle competizioni ufficiali, distinguendosi subito per grinta e determinazione.
1981 – Le prime gare con la Fiat 131 Abarth
Mistral porta in gara una delle auto simbolo del rally italiano, conquistando risultati importanti nei trofei promozionali e nei rally regionali.
1984 – Passaggio alla Lancia Rally 037
In un’epoca dominata dalle vetture a trazione posteriore, Scandola dimostra grande affiatamento con la 037, segnando tempi da assoluto in diverse prove speciali.
1990 – Ultime gare da pilota
Pur senza mai annunciare un ritiro ufficiale, Giuliano inizia a concentrarsi sempre di piùsul supporto ai giovani talenti locali.
2000 – Il debutto di Umberto Scandola
Giuliano segue da vicino gli esordi del figlio Umberto, contribuendo in prima persona alla sua formazione tecnica e mentale.
2013 – Il titolo tricolore di Umberto
Il sogno di una vita si realizza: Umberto vince il Campionato Italiano Rally, con Giuliano sempre al suo fianco dietro le quinte, tra i consigli e il rumore dei compressori.