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É arrivata la risposta della FIA alla “Rivolta delle Dichiarazioni” dei piloti

Ribadite le linee di pensiero della federazione in termini di comportamento e decoro da parte degli equipaggi in gara

Dopo che in mattinata la Worda aveva comunicato ufficialmente che i piloti non rilasceranno dichiarazioni a fine prova se non nella loro lingua originale, non si è fatta attendere la risposta della Federazione.

Ecco la traduzione del comunicato ufficiale:

LIBERTÀ DI ESPRESSIONE

“La FIA, come molti altri organismi di governo dello sport a livello internazionale, mantiene un codice di condotta che stabilisce cosa ci si aspetta dai piloti e dai loro team. I piloti sono considerati modelli di riferimento dai giovani fan e sono ambasciatori del motorsport in tutto il mondo.

Il comportamento dei piloti durante gli eventi è davvero importante. Lo scopo del codice è promuovere il meglio dello spirito sportivo e del rispetto, e questo include aspettative riguardo al linguaggio, che potrebbe essere considerato offensivo o inappropriato dal pubblico. Le regole e le sanzioni sono in linea con quelle adottate da altre organizzazioni del settore negli sport a livello globale.

Riconosciamo che è fondamentale valutare le situazioni caso per caso, ma le volgarità inutili non dovrebbero essere tollerate e fanno ben poco per promuovere e far crescere lo sport tra fan, sponsor e partner.

In linea con un incontro simile tenutosi con i piloti di Formula 1 a Melbourne lo scorso fine settimana, Ronan Morgan, Presidente del Comitato Piloti, insieme a Petter Solberg, Vicepresidente del Comitato, ed Emilia Abel, Direttore Junior del Settore Sportivo Stradale, stanno pianificando di discutere questa questione e altri argomenti con i piloti dopo il Safari Rally Kenya.”

A mio avviso si tratta di una “non-risposta”, in quanto vengono ribaditi i principi di alcune regole, senza entrare nel merito specifico del caso Fourmaux e non lasciando alcun tipo di apertura alle richieste dei piloti. Nessuno si aspetta una giungla, fatta di parolacce e gesti che sarebbero di cattivo esempio, ma nemmeno un clima di terrore che porti ad appiattire tutto quello che i piloti fanno e dicono.

Tutto sembra molto lontano da una soluzione, la speranza resta sempre il buonsenso.

AGGIORNAMENTO: non migliora la situazione la dichiarazione di Gus Greensmith che ha raccontato ai microfoni di Dirtfish come, dieci minuti prima della partenza dello shakedown del Rally Safari, sia arrivata una mail da parte del presidente della FIA Ben Sulayem che risponde ai piloti in merito alle preoccupazioni dopo i fatti avvenuti in Svezia.

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