La conquista di Marcus Grönholm al Rally di Svezia 2000: la nascita di un’icona
Dalle nevi svedesi al trono del WRC: la conquista del finnico griffato Peugeot

Il 2000. Un anno che segna il confine tra il passato e il futuro dove il primo millennio lascia spazio al secondo.
Nel mondo del rally, quel confine ha un nome: Marcus Grönholm.
La Svezia, all’epoca International Swedish Rally, è il palcoscenico di una delle vittorie più significative nella storia recente del motorsport.
Uno sbarbato pilota finlandese, ma con un suo stile deciso e la testa ben salda sulle spalle, che fin dagli albori della sua carriera dà vita a una delle performance più emozionanti della sua carriera, in un rally che, per lui, rappresenta il primo passo che lo involerà poi verso la leggenda.
Non è solo una vittoria. Quella di Grönholm nel 2000 è l’affermazione di un pilota che arriva pressochè dal nulla, che arriva al conquistare quel tanto agoniato titolo lasciato orfano dalla bandiera finnica dalla leggenda Tommi Makinen.
Titolo che i finlandesi richiamano a gran voce e che con quel nome “pressoché da niente” carica il fardello del campione sullo spalle di un nuovo astro nascente della disciplina.
Il contesto di un rally storico
Il Rally di Svezia è sempre stato un terreno di confronto severo, dove le insidie del freddo e della neve e ghiaccio trasformano ogni singolacurva in un’incognita.
I locali lo sanno bene. Questo è un appuntamento da vincere nei confronti dei sempre più straripanti equipaggi europei.
Lo sa ancora meglio Marcus Grönholm.
Sa che questo rally potrebbe essere la sua vera occasione.
Una presenza al volante della Peugeot 206 WRC, per un auto che non era ancora la più affermata, ma che già mostrava segni di grande potenziale.
Una combinazione in cui Grönholm trova l’ambiente perfetto per sfoderare la sua classe.
Siamo nel febbraio del 2000. Il Rally di Svezia ha un sapore speciale per il finnico, non solo per il suo talento, che comincia a farsi strada nel WRC (World Rally Championship), ma anche per il fatto che quell’anno rappresenta la sua ascesa definitiva nel cuore degli appassionati di rally di tutto il mondo.
Il proprio percorso per la stagione 2000 inizia male, il Rally Monte-Carlo finisce in anticipo, con un ritiro lo limita, ma che lo vedrà riscattarsi nel migliore dei modi.
La prima vittoria nel WRC non sta arrivando e questo non lo porta ad essere uno tra i favoriti.
I più esperti piloti, come il connazionale pluricampione Tommi Mäkinen, sono sicuramente più esperti, pronti a contendersi la vittoria, ma non sanno che a sorprendere tutti saràproprio quell’equipaggio di 32 anni che non trova ancora vittoria nella massima serie.
Il duello e la sorpresa finale
La gara si svolge con una serie di colpi di scena.
Grönholm, che non era tra i favoriti per la vittoria, inizia a fare il suo percorso con un mix di calma e aggressività.
Ogni speciale è un passo in avanti, ogni curva un’opportunità per dimostrare che, sebbene la Peugeot 206 non assumesse il titolo di leggenda del WRC, lui aveva qualcosa in più rispetto agli altri: la capacità di leggere la gara, di adattarsi al terreno e, soprattutto, di non farsi mai prendere dal panico.
Il suo principale avversario, uno dei piloti più forti di quel periodo, è Tommi Mäkinen, ma Grönholm non si fa intimorire.
La sua guida è perfetta, un equilibrio tra controllo e velocità che mette in difficoltà anche i più esperti. Man mano che il rally si avvicina alla fine, Grönholm capisce che la vittoria è a portata di mano.
Una vittoria dai tratti veramente speciali e che porterà tante ed importanti soddisfazioni, ma che porta quello che è un messaggio ancora più importante per tutti gli appassionati di rally.
Il futuro è arrivato, e si chiama Marcus Grönholm.
Tanti ostacoli nel mezzo, ma nulla di troppo importante che lo possa separare dalla sua prima vittoria nella massima serie.
Nessun Tommi Makinen, nessun Colin McRae o Thomas Randstrom che lo possa separare da quel tanto sognato e desiderato trofeo che tutti vorrebbero avere.
Marcus sa però che non è solo un traguardo, ma questo è semplicemente un punto di partenza.
Da lì in poi, Grönholm non smetterà mai di sorprenderci.
Una considerata scommessa che con il suo stile di guida, sempre più audace, ma preciso lo farà diventare uno dei piloti più rispettati e amati del panorama mondiale.
Quella vittoria, che segna l’inizio della sua carriera da campione.
Una vittoria arrivata ad oltre 32 anni, che ai giorni d’oggi verrebbe considerata da “ritiro” che non porta alla solo consacrazione di un pilota, ma anche la dimostrazione che in ogni sport, il momento giusto arriva sempre per chi ha il coraggio di crederci e di lottare.
Una vittoria che è diventata il preludio di una carriera che lo porterà a conquistare due titoli mondiali (nel 2000 e nel 2002), cementando il suo posto nell’olimpo del rally.
A quel 2000, al freddo della Svezia, è legato un ricordo che rimarrà per sempre nella storia del motorsport.
E chissà, magari in una di quelle notti ghiacciate di febbraio, un giovane finlandese starà sognando la sua occasione… proprio come fece Marcus Grönholm e a vedere i giovani attualmente al via forse forse un nuovo “The Beast” potrebbe effettivamente arrivare.