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Tempo

4 MIN

E vissero (quasi) tutti felici e contenti.

Sul termine del WRC 2024 e sui volti principali che lo hanno attraversato

Avete presente quando un obiettivo si trasforma in un tormento? Quando a forza di inseguire qualcosa, sfiorarla senza riuscire a prenderla, si finisce per pensare che non sia per noi, che non ce la faremo mai. Avete idea di quante volte questo pensiero deve essere passato nella testa di Thierry Neuville in questi anni?

La sfortuna, gli errori, la versione di i20 che sembrava non essere mai quella giusta, i rivali. Una lunga sequenza di fattori e fastidi sempre con quel finale “certo va fortissimo ma…”. Ogni volta un “ma” ed il titolo rinviato di un anno per anni. Ne sono passati diciassette da quella prima gara e la mente torna presto a tutte quelle occasioni sprecate o mancate di un soffio. Fino ad un happy ending tanto atteso quanto annunciato che fa di Thierry Neuville (e con lui Martjn Wydaeghe) un altro dei suoi talenti cristallini finito sulla cime dell’Olimpo dei rally ed il primo sorriso di questo editoriale.

Il secondo è di Toyota che, alla fine, porta a casa sulle proprie strade un titolo costruttori che sembrava aver perso definitivamente fino a sabato sera. Non possiamo dire fosse l’obiettivo unico della stagione ma, di certo, era quello che non doveva assolutamente mancare in una stagione anomala dove tutte le prime guide non hanno voluto far parte appieno della festa ed Evans non è riuscito a sfruttare l’occasione di fare il primo pilota. Con un titolo in tasca annunciare oggi il grande spiegamento di forze per l’anno prossimo ha avuto sicuramente tutt’altra magnificenza e sapore.

E allora il terzo e quarto sorriso sono quelli di Kalle Rovanpera e Sebastien Ogier. Il primo si è goduto appieno l’anno sabbatico, tra “macchine alternative” nell’orbita Toyota e una bella dose di tempi libero necessaria a ritrovare la voglia di ascoltare note almeno un paio di settimane al mese per dodici mesi. Il secondo non è riuscito nell’impresa di giocarsi fino alla fine il mondiale nonostante la stagione part-time. Tuttavia ha dimostrato a se stesso di valere ancora la top tre a dispetto degli anni che passano (anche se così impreciso non lo avevamo mai visto).

Il quinto sorriso è della coppia FIA-Promoter che riesca a proseguire il galleggiamento del mondiale rally con la conferma di Hyundai anche per il 2025. Di trovare altri costruttori ed una prospettiva che vada oltre i 12 mesi non se ne parla nemmeno ma, intanto, è una boccata di “tempossigeno”. Sperando che non si trasformi in una prolungata agonia a colpi di idee bislacche.

E qui i sorrisi veri e compiaciuti finiscono.

Ce n’è uno leggermente piĂą tirato ed è quello di Cyril Abiteboul. Certo, non gli si può dire niente rispetto all’obiettivo principale. A Hyundai Motorsport non andava proprio giĂą di non essere mai riuscita a portare a casa il mondiale piloti, nonostante gli imponenti sforzi profusi dal 2014, anno del grande ritorno nel World Rally Champioship. Missione compiuta puntando tutto sull’uomo che lo ha “voluto” ed in cambio ha ricevuto un team a suo disposizione. Ma a quel punto il manager francese avrebbe voluto il piatto completo piloti e costruttori e l’averlo mancato sottolinea una carenza manageriale in modo neanche troppo velato. É lui stesso ad ammetterlo parlando di processi comunicativi migliori dei suoi principali rivali (puoi leggere le sue parole qua) e il “fantasma” di Adamo nemmeno questa volta è definitivamente allontanato.

Ed infine Ott Tanak che ha provato a regalarsi il sorriso piĂą grande di tutti ed invece finisce nell’angolino, con il viso triste di chi sa di averla combinata grossa e di non poter fare niente per farlo sembrare qualcosa di diverso.

AldilĂ  delle dichiarazioni di facciata, il numero otto estone ha creduto fino all’ultimo di potercela fare e chi lo ha tuttora a libro paga sapeva benissimo di avere una freccia di questo tipo nel suo arco. É la sua storia, fatta di tenacia e sacrificio, a raccontare di un pilota che si è fatto da solo e che ha sudato con ogni forza tutto quel che ha saputo ottenere. Non è mancanza di spirito di squadra è, semplicemente, indole del killer che ha saputo vincere in passato dovendo passare sopra tutto e tutti. Questa volta è andata male ma, non ci avesse provato in quel modo forse la tristezza ci avrebbe messo ancora piĂą tempo a passare di quanto ci metterĂ  ora.

Ed è giĂ  2025. Col campione del mondo in carica spogliato della pressione di doverlo diventare e il talento piĂą puro del panorama rallystico che torna a tempo pieno per dimostrare di essere ancora il piĂą forte. E a noi basta giĂ  questo per sorridere…

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