Il 1994 di Didier Auriol, l’anno della sua consacrazione
L'anno magico del transalpino che a 36 anni si laurea Campione del Mondo
Era arrivato nel Mondiale in pianta stabile nel 1989, con la Lancia Delta, dopo un anno sorprendente con la Ford Sierra in cui, nelle sole 4 apparizioni nel WRC, era riuscito a cogliere una vittoria ed un terzo posto.
Che fosse un talento purissimo lo sapevano bene in Lancia ma, nonostante l’incredibile cavalcata del 1992 (con ben sei vittorie sulla Integrale), l’autista di ambulanze di Montpellier lascio la casa italiana senza conquistare il titolo iridato. Il 1993 non fu certo migliore, con una sola vittoria e un terzo posto dietro anche al connazionale Delecour.
Ma proprio quando molti iniziavano a riporre meno speranze in Didier, arrivò quel 1994, l’anno del “incoronazione” del transalpino che, a 36 anni, si laurea Campione del Mondo, non senza aver dovuto battere una concorrenza di livello incredibile.
A Monte-Carlo, gara di apertura del Campionato, le premesse per far bene ci sono tutte, gli avversari sono ostici e molto veloci, Sainz e Delecour i più temibili. Parte la gara e dopo tre prove è subito leader. Una leadership che dura poco: sulla ps 5 (Saint Bonnet Le Froid) esce di strada lasciando via libera a Delecour che si impone nel Principato. Uno “zero” difficile da digerire per Didier.
Il secondo appuntamento è in Portogallo: Delecour parte subito fortissimo ma deve arrendersi all’inizio della seconda giornata di gara, a causa del cedimento di una valvola. Kankkunen prende la testa della corsa con Auriol e Biasion in lotta per il secondo posto. Alla fine a spuntarla è Didier, per 10 secondi su Miki. Sainz è quarto.
Ci si sposta in Africa per il Safari, la prima gara extraeuropea della stagione, il Toyota Team Europe mette in campo uno squadrone incredibile con Kankkunen, Duncan, Fujimoto e Auriol al debutto nella terribile maratona africana. Subito problemi per lui; l’inesperienza lo porta a forare qualche gomma di troppo. Alla fine della gara si trova però soddisfatto con un ottimo terzo posto.
Si ritorna in Europa, sulle strade amiche del Tour de Corse, gara che ha giĂ vinto 4 volte. Dopo la prima giornata di gara è lui l’uomo da battere, vince tutte le prove, ma Sainz è sempre lì vicino pronto a “mordere”. Dopo un’ultima giornata di gara “infiammata” dal duello con Carlos, Didier vince la gara portandosi in testa al Mondiale con 47 punti, contro i 45 di Kankkunen ed i 37 di Sainz.
All Acropolis arriva invece un altro “zero” per Didier: un problema al motore infatti lo ferma sulla speciale 18 (New Krioneria), lasciando la vittoria a Sainz.
Si ritorna fuori Europa, in Sud America e più precisamente in Argentina. Didier, dopo l’Acropolis, ha voglia di rivincita e va in scena un altro “scontro” sul filo dei secondi con Sainz. Dopo tre giorni di gara è il francese della Toyota a salire sul gradino più alto del podio staccando di sei secondi lo spagnolo. Al giro di boa del Mondiale si capisce che la lotta sarà tra i due alfieri di Toyota e Subaru.
Dall’Argentina si vola in Nuova Zelanda, per l’omonimo rally. Sainz è subito fuori per problemi al motore, sulla speciale 6, Auriol corre di testa, cauto e con qualche problema, finendo quinto in classifica generale al termine della gara. Grazie a questo risultato si porta nuovamente al comando della classifica generale con un distacco di 8 punti su Sainz e Kankkunen che, grazie al secondo posto, acciuffa Carlos.
Gli ultimi tre round sono europei: si va al nord, in Finlandia, per il Rally Mille Laghi, gara da specialisti locali. Le previsioni non deludono le aspettative e a vincere è un nordico di nome Tommi Makinen a bordo di una Escort Ufficiale, “Didi” è secondo e Sainz terzo. Grazie a questo secondo posto “regala” a Toyota il titolo Marche.
L’apoteosi va in scena in Italia, a Sanremo in una delle gare forse più belle di Didier. Una gara di tre giorni, due su terra (tra Toscana, Umbria e Marche), e l’ultimo nell’entroterra sanremese.
Si parte subito forte nelle prima giornata con Sainz che vince tutte e 8 le prove speciali, Auriol è quarto a più di due minuti. Nella seconda giornata Didier recupera, complice anche la posizione di partenza di Sainz che è costretto a “spazzare” la strada e dopo 11 prove rosicchia un minuto portandosi in seconda posizione. Tornati a Sanremo i Team cambiano gli assetti da terra ad asfalto. Sembra che nessuno possa fermare l’ascesa di Sainz al successo, ma sulle 7 prove rimanenti arriva il momento di sferrare l’attacco. Carlos è in crisi, la sua Subaru fa le “bizze” per problemi di elettronica e di differenziali che gli fanno perdere terreno e secondi preziosi. Auriol “vola”, insieme a Thiry e Cunico si divide le speciali attaccando anche se febbricitante. Sulla penultima prova avviene il sorpasso ormai atteso, da un momento all’altro, Sainz non trova la forza di reagire e lascia a Didier la vittoria, rafforzando ancor di più la sua leadership in Campionato.
Si arriva all’ultimo round del Mondiale, in Inghilterra, al Rac. I due sono divisi da undici punti a favore di Auriol. La gara parte nel segno di McRae, lo scozzese guida la classifica su un ottimo Sainz. Didier alla fine della prima giornata è trentaduesimo complice un’uscita di strada e vari problemi al turbo. Tutto sembrava andar male per Auriol e le speranze di vincere il titolo si stavano spegnendo. Il colpo di scena avviene sulla PS 24, la temibile Dyfi: Sainz arriva lungo su una destra, la macchina scivola e finisce fuori strada. Per lo spagnolo non c’è piĂą nulla da fare. Auriol chiude la gara al sesto posto laureandosi così CAMPIONE DEL MONDO.
Un Mondiale arrivato a coronamento di una carriera fantastica, contro l’avversario di sempre. Un Mondiale meritato e sudato, vinto con intelligenza e con una serie di ottimi risultati.
Un pilota straordinario, velocissimo su asfalto che ha saputo adattarsi ed andar altrettanto forte su sterrato diventando così il primo francese a vantarsi dell’alloro iridato.
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