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Rally di Sanremo 1979-1980: quando il Rally d’Italia “espatriò”

Una gara pazzesca che si spinse fino alla Repubblica di San Marino

Una gara pazzesca il Rally di Sanremo 1979, organizzato dall’indimenticato Adolfo Rava: 74 prove speciali totali, 39 nella lunghissima prima tappa, da Sanremo verso San Marino, dieci nella seconda, sedici nella terza e nove nella tappa finale.

Una decisione presa in quanto il format abituale della gara, concentrata nell’entroterra ligure, iniziava a stare stretto, con strade e prove ripetute più volte, portando ad un minore interesse verso la corsa sia da parte degli appassionati che dei costruttori: serviva una svolta.

Sono i primi anni in cui la gara dall’entroterra ligure si spinge verso gli sterrati di Umbria e Toscana. A dire il vero questa è la prima edizione in cui il rally si sposta da Sanremo dapprima sugli asfalti del Ciocco e della Garfagnana, poi sugli sterrati toscani intorno a Siena ed Arezzo, su quelli del Montefeltro, arrivando a toccare e varcare i confini della Repubblica di San Marino, per poi fare ritorno, per le due  tappe conclusive, nelle alture Sanremesi.

In sintesi si può parlare di un rally Sanremo – San Marino andata e ritorno: oltre 3.000 Km totali con circa 1.000 Km di prove cronometrate, con la novità degli sterrati toscani e di quelli del Montefeltro, a detta di piloti ed addetti ai lavori tra i più belli ed impegnativi di tutta la gara.

Ma solo per due stagioni, infatti dal 1981 all’87 il rally si concentrerà tutto tra Sanremo e Toscana, nel 1988 si aggiungeranno alcune prove in Piemonte, dal 1989 al 1996 si gareggerà anche sugli sterrati dell’Umbria mentre dal 1997 in poi sarà un Rally di Sanremo tutto-asfalto nell’entroterra ligure.

Sanremo 1979: il trionfo di “Tony”- Mannini sulla Stratos del Jolly Club

“Tony” ed un Rally di Sanremo dominato fin dall’inizio, con la sola prima prova speciale vinta dalla Stratos di Tabaton, per il resto della gara, dalla PS 2 alla PS 74, fu un dominio, un trionfo, una vittoria mai in discussione.

Nemmeno dopo l’errore e la confusione nella comunicazione dei tempi sulla terra toscana, quando sembrava che Rohrl fosse davanti a “Tony” di qualche minuto mentre invece la situazione era opposta.

Se “Tony” dominò quel Sanremo il merito fu anche di Mauro Mannini, navigatore sempre preciso e attento nel fare i calcoli per mantenere il giusto ritmo e vantaggio sugli inseguitori.

Anche nella quarta ed ultima tappa a Sanremo, quando la pioggia cercò di rimescolare le carte per la ronde notturna e la scelta di gomme poteva rivelarsi fondamentale: Mannini suggerisce di montare le Rain, “Tony” sceglie di montare le intermedie mentre l’avversario più pericoloso, il tedesco Rohrl, rischia con le slick.

Il tedesco in quest’ultima giornata deve tentare di recuperare 6’53” di distacco.

Rohrl e “Tony” partirebbero a distanza di 2′ ma il tedesco tenta di confondere l’italiano e parte 1′ prima per vedere di creare scompiglio nella testa di “Tony” e Mannini. Ad un certo punto “Tony” vede i fari di Rohrl e pensa d’aver perso quasi 2’ del suo vantaggio: solamente a fine prova scoprirà il trucco usato dal tedesco. Sembra fatta per “Tony” ma non bastasse lo “scherzo” di Rohrl  si trova pure un masso in mezzo alla prova speciale che causa una toccata.

Nonostante tutto “Tony” su Lancia Stratos – Jolly Club vince e regola le Fiat 131 Abarth ufficiali di Rohrl (secondo a 4’14”) e Bettega (terzo a 18’42”), uno smacco pazzesco per la Squadra Corse Fiat.

Sanremo 1980: la rivincita di Rohrl

Una gara con un format molto simile all’edizione precedente: il rally si spinge di nuovo fino alla piccola Repubblica di San Marino passando prima per gli sterrati della Toscana, nelle provincie di Livorno, Siena ed Arezzo, poi su quelli del Montefeltro (con l’aggiunta, rispetto al 79, delle nuove prove di San Giovanni, Pieve di Cagna e Piandicastello nel Pesarese), alcune prove a ridosso di San Marino e ritorno verso l’entroterra Sanremese.

La Fiat si gioca il suo terzo titolo Mondiale: è in testa al Mondiale Costruttori e Rohrl è primo nella classifica piloti.

Ma il Gruppo Fiat è in piena agitazione, a causa della crisi energetica e del settore dell’auto, moltissimi operai sono in cassa integrazione e si parla di numerosi licenziamenti, lo stabilimento di Mirafiori è in pieno sciopero e solamente l’astuzia di Cesare Fiorio consente di scongiurare l’impossibilità a partecipare al Sanremo: niente Team ufficiale in gara e vetture recuperate presso i team satellite – quella di Rohrl dal Jolly Club, quella di Alen dal Team 4 Rombi e quella di Bettega dal River Team.

In realtà si riescono a fare uscire dal reparto corse Fiat i motori ufficiali e parte dei ricambi per le vetture che, prima della gara, vengono completamente modificate.

Il rally è pieno di colpi di scena fin dalle prime fasi: inizialmente Rohrl e Cerrato (Opel Ascona 400) si scambiano più volte la testa della corsa, poi Alen, nonostante problemi al motore della 131 Olio Fiat – 4 Rombi, prende il comando fino al ritiro.

Leadership che passa quindi a Cerrato per alcune PS, fino al ritiro a causa della rottura della trasmissione a fine ultima tappa.

A questo punto Rohrl balza in testa per non mollare più la posizione fino alla fine della corsa e precedendo Vatanen e Mikkola sulle Ford ufficiali.

In questo modo Fiat conquista matematicamente il suo terzo Titolo Costruttori, Rohrl allunga nel Mondiale Piloti e qualche settimana dopo, al Tour de Corse, si laurea Campione del Mondo per la prima volta.

Foto da fonte: Pinterest - Adam "Bysio"
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