Rally Nuova Zelanda 1977: il trionfo di Bacchelli, lo zampino di Audetto
Agli antipodi la Fiat conquistò un importante successo per il Mondiale Costruttori, grazie alla tenacia del pilota italiano e alla furbizia del suo Direttore Sportivo
Per il 1977, messa la Stratos in condizione di non nuocere, la Fiat punta al bersaglio grosso. A Torino vogliono il Mondiale Costruttori a tutti i costi e, grazie all’unificazione dei due reparti corse del gruppo, c’è la sicurezza di non avere finalmente tra i piedi gli scomodi cugini della Lancia.
L’inizio di stagione, dopo il trionfo del “solito” Munari a Monte-Carlo, una delle poche volte in cui bisogna digerire la presenza della “bete a gagner”, ha detto che gli avversari piĂą pericolosi sono quelli della Ford. In Portogallo Alen ha battuto la Escort di Waldegard, mentre nell’appuntamento successivo in Africa, al Safari, è stato lo svedese a spazzare via la concorrenza.
Si arriva quindi alla trasferta agli antipodi praticamente in paritĂ , con all’orizzonte il massacrante South Pacific Rally, in Nuova Zelanda. Gli equipaggi si trovano ad affrontare un percorso suddiviso in 5 tappe, con piĂą di 70 tratti cronometrati, un calvario infinito in cui può succedere di tutto. All’epoca, in cui per gli equipaggi non era obbligatorio correre l’intera stagione, si faceva spesso ricorso agli specialisti o ai locali che affiancavano le prime punte di ogni squadra, quasi sempre presenti. La Fiat manda però i “soliti” Alen, Lampinen, e Bacchelli, mentre la Ford opta per una schiera di equipaggi locali a supportare la “punta di diamante” del team, Ari Vatanen.
Fiat al comando, Vatanen insegue
Dopo le prime battute di gara tutto precede come previsto: Alen e Bacchelli controllano Vatanen, con il duo torinese che precede il finlandese di una manciata di secondi. Sui 50 km della Admiral ecco però il primo colpo di scena: dopo Bachelli, che ha il numero 1, i cronometristi non vedono transitare Vatanen con il numero 2 e dovranno aspettare ancora una ventina di minuti per vederlo arrivare. Il finlandese, finito in un bosco, si trova così a rincorrere, ma al primo riordino dichiara di non essere poi tanto preoccupato, visto che in una gara così lunga potrà ancora succedere di tutto.
Intanto anche Alen ha pagato diversi minuti di ritardo per un problema di surriscaldamento al motore della sua 131, con i ragazzi dell’assistenza che fanno di tutto per rimetterlo in condizioni di proseguire. Il finlandese, per restare entro il tempo massimo, affronta il trasferimento con la calma di uno che ha il diavolo alle calcagna, e viene pizzicato a in un paio di punti ben oltre i 130km/h su strada aperta al traffico.
Le regole parlano chiaro: esclusione. La Fiat però non ha solo tre piloti di prim’ordine tra le sue fila, ma ha anche Daniele Audetto al timone della squadra come Direttore Sportivo. Daniele, dopo una vita in Lancia ed una esperienza alla Ferrari, è rientrato a Torino, e mette in campo tutto il suo “peso”. Ottiene che Alen possa continuare la gara sub judice: avanti così quindi, e poi si vedrĂ dopo la gara con prove e documentazioni sull’accaduto.
Per la Fiat tutto sembra volgere al meglio quando Vatanen, alla ripresa delle ostilità , mette la sua Escort su un fianco e per ripartire perde altri 5 minuti. Sembra fatta. Bacchelli, davanti, riesce agevolmente a controllare gli attacchi dei piloti locali, dimostrando di meritarsi la prima posizione, mentre Alen e Lampinen, anche se più staccati, fanno buona guardia sul rientro di Vatanen. Il finlandese è una furia: ora più che mai mette tutto se stesso nella rimonta. Attacca, sbanda, vince prove su prove, recupera minuti su minuti, ma senza un errore dei primi la rimonta è impensabile.
La rimonta mai completata
In casa Fiat sembra girare tutto secondo i piani. Bacchelli, primo, è in controllo, mentre Alen e Lampinen, sempre tra i primi, assicureranno alla casa un bel bottino di punti per il Mondiale Costruttori. Vatanen, risalito in quinta posizione, continua con il suo show anche se il distacco sembra incolmabile. Radio New Zeland, tra gli sponsor della gara, non smette di elogiare le gesta del funambolo finlandese, richiamando sul percorso un sempre maggior numero di spettatori, venuti a gustarsi i traversi di quel pazzo biondo venuto dal Nord Europa e ad applaudire la sua rimonta impossibile.
E proprio sul piĂą bello, a giochi ormai fatti, arriva il colpo di scena: Bacchelli esce di strada e per ripartire ha bisogno dell’aiuto dei compagni di squadra che si fermano in prova per assisterlo. Riescono in qualche modo a rimettere in strada la macchina e a far ripartire Bacchelli, ma i colpi di scena non sono finiti. Proprio sul piĂą bello la 131 col numero 1 sulle fiancate procede lentamente. La pompa dell’olio è andata, la pressione è al minimo e il rischio di friggere il motore è altissimo.
Sui 22 km della Maramarua, penultima speciale della gara, Bacchelli perde un quarto d’ora, con il suo vantaggio che si è improvvisamente ridotto a poco piĂą di un minuto e mezzo. Vatanen sente il profumo della vittoria, con una rimonta che sarebbe leggendaria e, anche se l’ultima prova in programma misura appena qualche chilometro, nessuno riesce ad intravedere come Bacchelli, con una 131 così malridotta, potrĂ difendersi dall’attacco della Ford di Vatanen.
Proprio quando le sorti della gara sembrano essersi girate a favore della Ford, torna però in scena Daniele Audetto. Il Direttore Sportivo è una volpe e ai suoi occhi non è passata inosservata la marea di gente che si è radunata sui pochi chilometri della speciale conclusiva nei pressi di Auckland. A Daniele non sono sfuggiti poi i ben pochi commissari disseminati lungo il percorso e, con queste evidenze “sotto braccio”, il DS fa così il suo ingresso in direzione gara. Gli basta poco per mettere sul piatto quello a cui, ai giorni nostri, tutti noi appassionati temiamo forse piĂą di ogni cosa: troppo pubblico, la prova è da annullare per la poca sicurezza.Â
Al quartier generale gli danno ragione: prova annullata e Bacchelli vince di un soffio una gara condotta dall’inizio alla fine e sicuramente meritata. E per la squalifica di Alen? Ovviamente era tutto a posto, o così almeno stabilirono i Commissari Sportivi.