Neuville e il WRC: “La situazione dimostra quanto tengono a noi”
Thierry Neuville, prossimo alla conquista del Mondiale, ha firmato un contratto per un altro anno con Hyundai. Poi potrebbe fare il pilota part-time. Intanto ha espresso la sua delusione sulla situazione del WRC e sulla FIA
Thierry Neuville fa parte del Team Hyundai, nel WRC, fin dal 2014, ma la prossima stagione potrebbe essere l’ultima per lui in Hyundai. La Casa coreana, infatti, come giĂ si vocifera da tempo, potrebbe lasciare il Campionato del Mondo Rally a fine 2025, almeno come team ufficiale, lasciando la gestione del programma, dal 2026 in poi, ad un team privato.
Il pilota belga è molto vicino a conquistare il primo, ed unico finora, titolo Mondiale della sua carriera. Ma Neuville ha anche affermato, in occasione dell’Acropolis Rally, che la lunga carriera comincia a farsi sentire:
“ Potrei valutare di correre anche solo per mezza stagione, così da potermi rilassare un po’ e smettere di litigare con il Promotor e la FIA. Ma cosa ne farei di tutto questo tempo? “
Cosa voleva dire Neuville con “litigare con il Promotor del Mondiale Rally e la FIA”? Secondo il belga si sta toccando il fondo di questo sport. E sarebbe così chiaro che Neuville non ha dovuto pensare ad altre opzioni se non quella di continuare nell’ambiente, familiare e sicuro, di Hyundai. Ha infatti continuato, sarcasticamente:
“ Il mio prolungamento di contratto riflette solo lo stato attuale del Mondiale. Dove potrei andare? Non c’è nessun Costruttore con cui negoziare, quindi non potrei cambiare squadra. Ci sono pochissime possibilitĂ di poter stipulare un contratto piĂą lungo di un anno. Abbiamo tutti sentito le voci secondo cui Hyundai potrebbe diventare una squadra privata nel WRC “
Ma Neuville teme anche che il Campionato del Mondo Rally potrebbe essere l’ultimo sotto la gestione della FIA. Ed ha lanciato un’altra freccia dal suo arco:
“ Quando abbiamo visto l’ultima volta il presidente della FIA, Mohammed bin Sulayem, ad un rally? Se non sbaglio proprio un anno fa, qui in Grecia. Ciò dimostra quanto si preoccupano per noi “