Il WRC in cerca di asfalto. Almeno una gara in più nel 2026.
Tra i contendenti c'è l'Irlanda assieme agli USA, oltre ad un nutrito elenco di "ex". E chissà se Roma....
Ha creato grande dibattito l’uscita del calendario del WRC 2025 ed il suo forte sbilanciamento verso la terra. Qualcosa che ha fatto sicuramente piacere ai tanti amanti di sassi e polvere ma che, obiettivamente, ha destato qualche perplessità in termini di equilibrio del campionato.
L’uscita per problemi di tipo economico-finanziario da parte della Croazia ha tolto una quota importante di “tarmac” ed una gara che ha riscosso in breve tempo l’approvazione di pubblico e addetti ai lavori. Fortunatamente c’è stato il “rimpiazzo” Canarie, gara storica che riporta la Spagna nel circuito.
Diverso invece sarà per il 2026, con ancora un anno davanti e la possibilità per diverse organizzazioni di tentare il grande ingresso. L’idea è quella di porta almeno a cinque gli eventi su asfalto del mondiale, su un totale di gare fissato sempre a quattordici.
Intoccabili Monte-Carlo e Giappone (almeno finché Toyota continuerà ad esserci), sempre più in ascesa il CER e la Croazia ha fin da subito dichiarato di voler risolvere i suoi problemi per tornare. Il resto è tutto da scrivere.
L’Irlanda manifesta da tempo l’intenzione di provarci, con timidi passi avanti dopo non essere riuscita ad ottenere i 15 milioni di euro di finanziamenti dal governo irlandese per il 2025. Motorsport Ireland ha stimato che il rally avrebbe generato 300 milioni di euro per l’economia locale ed i dialoghi col promoter sono subito ripartiti.
Simon Larkin, event director per il promoter, ha allacciato rapporti fitti con la federazione irlandese.
Penso che il campionato vorrebbe andare in Irlanda e vogliamo anche aggiungere un altro evento su asfalto con un evento solo per bilanciare un altro evento. L’Irlanda è una candidata fantastica per questo.
Sull’uscio c’è sempre Roma, con Max Rendina che durante l’ultima edizione del Roma Capitale non ha nascosto la sua voglia di mondiale (e di Circo Massimo, come raccontato in questo articolo). Ci devono essere però le condizioni che, in questo caso, non sembrano essere economiche ma organizzative. Il Rally di Roma ha raggiunto uno status rilevante anche per il suo forte impatto mediatico ed ha sicuramente bisogno del centro della città per poter mantenere la sua identità. Idea decisamente lontana dalla voglia di stadi ed autodromi che è stata messa in atto nelle ultime stagioni del WRC.
Il nostro parere è che il mondiale rally debba essere la massima espressione della categoria e quindi un certo equilibrio tra terra e asfalto, con aggiunta di qualche condizione particolare come neve o ghiaccio, sia quantomeno necessaria. Per poter decretare dei campioni che abbiano dimostrato di sapersela giocare in ogni condizione e per abbracciare quante più parti del mondo possibili.