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Slow Zone e Virtual Chicane: novità che generano perplessità

Le perplessità riguardo a queste soluzioni hanno portato a parecchie critiche, da parte di diversi equipaggi e addetti ai lavori. Proviamo a capirne di più?

Le Slow Zone, le tanto agognate Slow Zone che, insieme all’introduzione delle Virtual Chicane, sono state tanto criticate continuano a far parlare di se tra i maggiori protagonisti del panorama rallistico italiano ed internazionale. Se inizialmente le critiche provenivano più per pregiudizio che per effettiva critica, ciò fa sorgere interrogativi molto più grandi ed importanti dopo quasi un anno dalla sua introduzione.

Uno dei maggiori esponenti del panorama rallistico italiano ed internazionale, per la precisione Nicola Arena, ha analizzato in maniera piuttosto obiettiva, l’uso e le possibilità di questa nuova soluzione reso disponibile grazie all’introduzione del nuovo sistema GPS.

E’ proprio tramite i suoi canali social che uno dei massimi esponenti dei navigatori italiani ed internazionali illustra i propri dubbi in merito all’introduzione di questo nuovo sistema.

Che cosa sono le slow zone?

Le slow zone sono sistemi necessari a ridurre quella che è la velocità di un determinato settore qualora le condizioni stradali impediscono l’utilizzo di una chicane fisica e dove l’equipaggio è costretto a rallentare percorrendo una zona ad una velocità prestabilita. Ad indicare ai diversi equipaggi le informazioni necessarie sono presenti cartelli fisici posti ai lati della strada per delineare l’inizio e la fine della zona, con annessa velocità media che deve essere tenuta all’interno, come la distanza dall’effettiva entrata in vigore della zona.

Informazioni contenute anche all’interno del road-book oltre che nel nuovo dispositivo radar utilizzato che si occuperà anche di registrare la velocità media dalla vettura.
Qualora la velocità media non venga rispettata verranno applicate le seguenti penalità:

  • Velocità media nella zona superata sino a 5 km/h rispetto al limite: + 10 secondi di penalità.
  • Velocità media nella zona superata tra 5 e 10 km/h oltre il limite: + 20 secondi di penalità.
  • Velocità media nella zona superata oltre 10 km/h oltre il limite: + 60 secondi di penalità.

Penalità che possono essere aggiunte singolarmente e considerate caso per caso da parte dei Commissari Sportivi qualora ci fossero le condizioni ritenute necessarie per l’introduzione di ulteriori penalità.

Se per l’impostazione e la zona tutte gli aspetti sono fissi, ciò non si può dire per la velocità media e la lunghezza che può variare da evento ad evento e può essere di 35 km/h per 200 metri, come può essere di 50 km/h per 100 metri portando quindi i diversi equipaggi ad adattarsi alla situazione.

L’affrontare queste zone ad una velocità piuttosto contenuta rispetto a quelle solitamente tenute durante la prova speciale porta ad un importante ed inevitabile allungamento del tempo di percorrenza della prova speciale che può essere determinate nel conquistare secondi importanti in particolare se sono presenti lacune nella chiarezza e nella disponibilità delle informazioni

Come si può percorrere la Slow Zone?

Ognuno è libero di percorrerla come meglio crede e pensa, con la considerazione costante ed assidua della velocità media, dal forte retrogusto di regolarità che poco ha a che fare con il mondo dei rally.

E’ proprio la libertà di interpretazione e soprattutto l’assenza di informazioni basilari nella percorrenza di questo tratto a far sorgere diversi ed importanti punti di domanda.
Se per l’approssimarsi, l’entrata e l’uscita dalla slow zone  vengono visualizzate le informazioni necessarie e basilari, ciò non accade durante il tratto di Slow Zone, dove la velocità media dell’equipaggio non viene minimamente visualizzata, destando incertezza all’interno dell’abitacolo, non conscio e consapevole dell’aver rispettato o no i limiti nella zona interessata che potrebbe portare ad una penalità che avrebbe risvolti importanti in una classifica che, per il chilometraggio sempre più limitato delle gare, è sempre piuttosto tirata.

Un’incertezza che non si limita alla sola mancanza di informazioni basilari durante il tratto, ma anche sull’effettiva registrazione del dispositivo. Anche la registrazione dell’effettiva posizione potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella determinazione di un possibile vincitore di un appuntamento.

Considerando che i sistemi GPS, dotati di un sistema 4G LTE con comunicazione satellitare, hanno un range di registrazione della posizione effettiva che può variare da 5 fino ad oltre 10 metri sia per quanto riguarda l’inizio che la fine della zona questo può portare ad avvantaggiare un equipaggio rispetto ad un altro in base all’effettiva chiarezza e precisione nella registrazione della posizione.
Facendo dei calcoli molto semplici, basato puramente su ipotesi, con una Slow Zone di 200 metri a 50 km/h si avrebbe un tempo teorico di percorrenza di 14.4 secondi, ma considerando una differenza di 5 metri nella registrazione della posizione sia di inizio che di fine il tempo impiegato potrebbe variare da 13.8 secondi per una distanza effettiva di 190 metri.
Un tempo che invece va a salire se consideriamo una registrazione della posizione di 5 metri oltre quella effettiva sia per quanto riguarda l’inizio che la fine che porta il tempo ad incrementarsi a 15.2 secondi su una distanza di 210 metri.
Range di tempo che può sembrare banale, ma se consideriamo che ciascuna prova viene percorsa più di una volta, solitamente tre, la differenza nel tempo potrebbe variare di oltre 3 secondi ed in eventi come il Rally Val D’Orcia avrebbe portato il vincitore Fabrizio Zaldivar a scendere dalla prima posizione conquistata fino addirittura alla terza posizione assoluta che avrebbe potuto determinare anche un cambiamento all’interno della classifica a punti del Campionato.
Un errore dettato dall’impossibilità delle tecniche di localizzazione, attualmente in commercio, di avere una precisione millimetrica su cui i diversi sistemi si appoggiano, a cui bisogna aggiungere quello che può essere un errore di posizionamento della linea di inizio e fine della Slow Zone che indubbiamente non potrà essere preciso al millimetro e che porta quindi quella differenza nel tempo ad incrementarsi ancora di più.

La considerazione inoltre di penalità, da parte dell’organizzatore o di chi competente e nominato ad effettuare ciò, può creare anche più confusione soprattutto in caso di mancata comprensione del sistema.

Quanto mostrato durante il Rally di Corsica Storico va a mostrare praticamente quello che è effettivamente la fragilità della considerazione delle penalità da parte di persone fisiche.
Oltre trenta penalità affibbiate ai diversi equipaggi durante tutto l’evento che si va a contrapporre alla totale assenza di penalità in altri rally che fa squillare qualche campanello d’allarme in particolare sulla comprensione effettiva del sistema.
Le parole di Nicola Arena in merito a ciò non possono che trovare supporto e fanno domandare ai più: l’errata comprensione del sistema può essere determinante nello svolgimento di una gara?
Una domanda che non può trovare risposta per via dell’impossibilità di un riscontro pubblico delle diverse velocità medie tenute dai diversi equipaggi, ma che tanto servirebbe per calmare le acque e avere una maggiore chiarezza e tranquillità tra i diversi equipaggi
Aspetto richiesto a gran voce dai diversi equipaggi, fin dai primi eventi, e che purtroppo dopo mesi non ha trovato risposta o considerazione dagli organi competenti.

Un accumulo di errori, problematiche e basse considerazioni degli organi preposti che non fa altro che andare a peggiorare una situazione già di per se delicata e piuttosto chiacchierata, incrementando quello che è un polverone che invece di diradarsi diventa sempre più denso e fastidioso.

Perchè questa soluzione è stata considerata ed utilizzata?

Questo sistema è stato introdotto con l’idea di un utilizzo in caso di eccessiva pericolosità di una particolare zona della prova speciale o dell’impossibilità di utilizzare sistemi di rallentamento come le chicane per motivi di praticità.

Una motivazione che fin dai primi momenti ha fatto sorgere diversi dubbi e rumor che non ha fatto altro che portare ulteriori domande su un eccesso nell’utilizzo di questo sistema.
Il non utilizzare quelli che sono jersey o rotoballe può portare ad un risparmio, oltre che nella logistica per le chicane e le barriere, anche per quanto riguarda il costo effettivo del noleggio o acquisto e che di questi tempi, in cui si cerca di ridurre il più possibile i costi, particolarmente alti, è veramente “grasso che cola”.

Ovviamente una considerazione che si basa sulla correttezza dei diversi organizzatori che porta ad alimentare ancora di più un clima non particolarmente nitido. Una soluzione che richiede inevitabili cambiamenti per un sistema che già ha aspetti positivi e che potrebbe essere migliorato.

Esistono altre soluzioni?

Ovviamente esistono altre soluzioni, alternative alle nuove Slow Zone, da poco introdotte di diverso tipo e struttura.
Alle già presenti chicane, rotoballe o jersey che siano anche la Virtual Chicane può essere un sistema che se migliorato potrebbe andare ad essere una buona alternativa a questo metodo. Se per le chicane, rotoballe e jersey questo sistema richiede un costo ed una gestione e un successivo smaltimento di essi, ciò non accade con le Virtual Chicane e Slow Zone, dove il costo è pressochè nullo se non quello del dispositivo GPS da utilizzare.
Potrebbero quindi essere le Virtual Chicane l’alternativa corretta alle Slow Zone e alle Chicane?

Cosa sono le Virtual Chicane?

La Virtual Chicane è un sistema che viene utilizzato nel caso in cui la disposizione di una chicane fisica è impossibilitata dalle condizioni stradali e dove l’equipaggio è tenuto a raggiungere una velocità inferiore a quella prestabilita prima di ripartire nuovamente a tutta velocità. Esattamente come per le Slow Zone nelle Virtual Chicane il sistema utilizzato mostra l’avvicinarsi alla zona con tutte le informazioni relative ed una eventuale fine della zona.
Eventuale perchè non è necessario arrivare fino alla fine della zona, ma basta arrivare a toccare una velocità inferiore a quella target per arrivare alla conclusione e ripartire.
La differenza nelle due tecniche è proprio nella chiarezza del sistema, questo perché nella Virtual Chicane, oltre alla visualizzazione della velocità in chiaro ed in diretta, la velocità target viene continuamente visualizzata e appena si arriva al di sotto di questa velocità viene mostrata una schermata apposita che annuncia all’equipaggio che può ripartire a tutta velocità.

E’ proprio questa la differenza che rende un un sistema utilizzabile da uno non utilizzabile, la chiarezza e la semplicità nell’utilizzo del sistema. Ovviamente un sistema del genere richiede approfondimenti e migliorie in particolare nella chiarezza.

Basterebbe una schermata che mostri la velocità media reale ed in diretta con schermate diverse a seconda della velocità tenuta, se superiore o inferiore a quella target, per poter avere un feedback diretto e maggiormente chiaro di come si è affrontato il tratto per evitare gran parte delle problematiche, con ovviamente la precisione come unico motivo dubbio, ma difficilmente risolvibile proprio per l’impossibilità della struttura fisica su cui si appoggia il sistema sviluppato Be Traced.
Una maggiore chiarezza, facilmente integrabile dagli sviluppatori del sistema GPS, ma senza effettiva deroga e richiesta da parte degli organi di competenza, impossibile da fare. Un sistema che può essere criticato, ma che dal punto di vista della sicurezza è un vero e proprio passo in avanti che deve essere ancora completamente capito in tutte le sue funzionalità e che come mostrato dagli amici di Service Park nel seguente video può essere di aiuto nel riportare molti aspetti che con il passare del tempo sono diventati sempre più assenti e rari.

Le premesse ci sono tutte, basterebbe solo la volontà di migliorare e di non limitarsi ad integrare ed abbandonare. Di seguito pubblichiamo l’importante ragionamento che Nicola Arena ha condotto in merito alle Slow Zone:

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