RAC Rally 1978 – Walter Rohrl e la Fiat 131 Abarth “Taxi”
L'esperimento in casa Abarth funzionò anche egregiamente, ma non ebbe poi seguito a causa dei regolamenti
Chiedete ad un pilota che cosa vuole e molto probabilmente la prima risposta sarà “più potenza”.
Lo chiese Munari ai tempi della progettazione della Stratos, e lo mugugnarono probabilmente tutti i piloti dopo i primi metri di test con le nuove Gruppo A dopo essere scesi dalle mostruose Gruppo B. Di esempi se ne troverebbero a non finire, ma passando subito oltre ci sono anche tante altre cose di grandissimo interesse che un pilota, e gli ingegneri, “ricercano” in un’auto da corsa.
Stabilità in curva, carico aerodinamico, trazione in uscita dalle curve. Ecco, la trazione. Dopo aver pensionato (anzi tempo) la Lancia Stratos, al nuovo e unificato Reparto Corse di casa Fiat si ritrovarono a spremere al massimo la nuova 131 Abarth. Rispetto alla “Bete a gagner” era cambiato tutto, a partire dalla tipologia di auto da preparare fino alla posizione del motore, ora anteriore.
L’unica cosa uguale era rimasta la “posizione” della trazione, sull’assale posteriore, ma la posizione del motore all’anteriore aveva fatto nascere una complicazione, riguardante appunto la trazione. Senza tanti tecnicismi possiamo infatti dire che più è alto il carico verticale che agisce su una ruota, e più alta è la forza di trazione che si sviluppa. Ecco quindi che avere il peso del motore sopra all’assale con le ruote motrici aiuta non poco, specialmente per una vettura a trazione posteriore.
Una soluzione alquanto strana
Nonostante il titolo conquistato nella stagione precedente Giorgio Pianta era sempre alla ricerca di miglioramenti per la sua creatura perché si sa, il difficile non è tanto arrivare in vetta, ma rimanerci. Il punto evidenziato prima era sempre stato tra i principali sul taccuino di Pianta, che si tormentava sempre per tentare di assicurare più presa sul terreno alle ruote motrici della 131.
Per tentare di migliorare una vettura comunque al top nel panorama mondiale, si doveva quindi tentare di spostare del peso al posteriore, cosa comunque difficile non potendo per ovvie ragioni spostare il gruppo motore-cambio. Durante l’estate della stagione 1978 Pianta fece effettuare svariate prove con della zavorra sistemata al posteriore, ottenendo risultati al tempo stesso positivi e negativi.
In termini di pura trazione la performance migliorava, riscontro che non era però lo stesso guardando i tempi sul giro sulla pista della Mandria. Ciò che si guadagnava da una parte si perdeva infatti dall’altra, visto che l’aggiunta di peso era poi deleteria su tutte le altre prestazioni.
Pianta ebbe quindi l’idea di spostare del peso che era già presente in macchina, e non potendo come detto intervenire sui componenti meccanici il tecnico pensò di spostare…il navigatore. Si tentò di sistemare il sedile del navigatore il più indietro possibile, raggiungendo quindi l’obiettivo senza aggiungere del peso extra.
Il test in gara al RAC
Per effettuare un vero e proprio test fu scelto il RAC Rally dello stesso anno, visto che il secondo titolo era già stato messo in bacheca in anticipo. Come cavia in Fiat pensarono ovviamente a Walter Rohrl, data la spiccata propensione del tedesco per testare qualsiasi tipo di soluzione, ma la vittima vera e propria fu il suo navigatore Christian Geistdorfer.
Christian si ritrovò quindi a leggere le note come se fosse seduto su un ipotetico sedile posteriore, dando appunto da fuori l’idea che la 131 si fosse trasformata in un taxi. La posizione risultò però alquanto scomoda per il navigatore: la visibilità veniva infatti ridotta notevolmente, e questo risultava sicuramente problematico per la chiamata corretta delle note. Oltre a questo aspetto c’era anche la strana sensazione di spazio a cui il navigatore non era abituato, e che contribuiva a trasmettere un senso di poca sicurezza.
La gara in se non andò neanche tanto male, visto che Rohrl riuscì a chiudere sesto in un evento in cui la Fiat non aveva comunque mai brillato negli anni precedenti. Agli inizi della stagione ’79 si presentò però il dilemma se continuare o meno con l’esperimento. Furono organizzate diverse giornate di test in cui Geistdorfer fu costretto a provare a ripetizione entrambe le posizioni, per tentare di capire quale potesse effettivamente essere il guadagno in termini di tempo.
Le indicazioni non furono però chiare, ma a risolvere qualsiasi dubbio pensò la Federazione, che stabilì che il navigatore doveva per forza sedere a fianco del pilota. Per certi versi possiamo dire che fu forse un sollievo, sollevando tutti da una difficile decisione.