Attilio Bettega: una breve storia divenuta leggenda
Un pilota, un padre, un uomo a cui non smettere mai di rivolgere un ricordo
Ti allacci il casco, tiri forte le cinture tanto da divenire un tutt’uno con il sedile, due pinzate per scaldare i freni, ultima intesa con il navigatore, 3 2 1…via! Un pilota sa a cosa va incontro ma non ci pensa, preferisce pensare ad andare più veloce possibile, e una volta finita la prova speciale, solo allora, si è di nuovo al sicuro.
Chissà quante volte avrà fatto questa procedura anche lui prima dello start, dalla 128 Coupè alla mitica Lancia Stratos, fino a quel capolavoro di ingegneria meccanica: la Lancia Rally 037, il cui sedile lo aveva guadagnato sul campo dopo una lunga gavetta. Già, proprio quella 037 Gruppo B che in quel maledetto 2 maggio 1985 gli ha portato via prematuramente tutto. Ma il bello, se così può essere definito, di questa vicenda è che ha donato a tutta la comunità dei rally un eroe, divenuto poi un mito ricordato con affetto da tutti, tanto da dedicargli annualmente un Memorial in occasione del MotorShow di Bologna.
Attilio Bettega nasce a Molveno il 19 febbraio 1953. Il pilota trentino fa notare fin da subito le sue grandi doti di guida vincendo, nel 1977, il Trofeo A112 Abarth, che gli consentirà di andare sotto l’ala protettrice di mamma Fiat, sempre alla ricerca di talenti emergenti. L’anno successivo eccolo sulla Stratos, per poi impugnare il volante, nel 1979, della gloriosa 131 Abarth con la quale trionfa al Costa Smeralda e al 4 Regioni. Nelle successive stagioni, pur non ottenendo grandi risultati con la Ritmo, completa il percorso di crescita e nel 1982 passa dunque sul sedile della Lancia Rally 037, la nuova arma di Casa Lancia.
Molti piazzamenti a podio e il cambio del navigatore, con Perissinot che subentra a Bernacchini. Fino al fatidico 2 maggio 1985, in occasione del Tour de Corse. Nella ps numero 4 proprio una 037 ufficiale, coi colori Martini Racing, sbaglia traiettoria e urta una pietra saltando, schiantandosi contro un robusto albero a velocità elevata. Si conclude così il capitolo (a noi piace pensare che stia vivendo altrove) Attilio Bettega che lascia tutti quanti troppo presto e con ancora molto da dare ai rally e a tutti gli appassionati.
E allora vai Attilio, allaccia forte le cinture e corri verso altri orizzonti con la tua 037 e non dimenticarti di salutarci gli altri miti che, come te, stanno compiendo questo viaggio!