Dakar 2024: “E’ stata durissima. Abbiamo sfidato il deserto e lui ha sfidato noi”
Andrea Schiumarini e Andrea Succi chiudono al nono posto la tappa Crono 48 ore
La grande novità di questa 46° edizione della Dakar era la tappa Crono 48H, un percorso ad anello con partenza ed arrivo a Shubaytah, formato da 209 Km di trasferimento e 549 km cronometrati e tutti stavano aspettando di vivere questi due giorni di totale immersione nel deserto del Rub al-Khali, il deserto più esteso del mondo.
Una prova temuta da tutti per le modalità di svolgimento e per il percorso: oltre 500 km di speciale da chiudere in due giorni, uno stop per tutti dalle ore 16.00 all’alba, con i piloti che hanno dovuto raggiungere uno dei 7 bivacchi allestiti per passare la notte con solo una tenda, un sacco a pelo ed una razione di cibo, in stile militare, fornita dall’organizzazione.
Il tracciato era disegnato interamente sulle dune, tra le più alte ed impegnative, del Rub al-Khali, il più grande deserto del mondo con un’estensione di 650.000 chilometri quadrati.
Una tappa non facile dove i piloti hanno dovuto gestire stanchezza, l’eccessivo caldo e qualche avaria.
Il team romagnolo, formato da Andrea Schiumarini e Andrea Succi, chiude la tappa Crono 48H al 9° posto in categoria Ultimate T1.2 Proto 4×2, 37esima posizione della Categoria Ultimate, dopo un atterraggio violento su una duna che ha danneggiato, solo esteticamente, l’anteriore del Century CR6.
Ha detto Schiumarini:
” La CRONO 48H si è rivelata una tappa durissima. Non avevo mai affrontato una tappa così. Una distesa infinita di dune L1/L2/L3. Abbiamo usato tutte le nostre forze e la nostra esperienza per arrivare al traguardo. Mentre cercavamo di uscire da un buco infernale siamo decollati e l’impatto violento con una duna ha sensibilmente modificato l’anteriore del Century che ha subito solo danni estetici e non strutturali. Chiudere questa tappa è stato qualcosa di veramente grande, perché non era affatto scontato riuscire ad arrivare alla fine dei 500 km. In compenso abbiamo visto panorami meravigliosi e fatto dei passaggi sulle dune che mai avrei pensato di poter fare.
Anche dormire al bivacco con solo una tenda, un sacco a pelo ed una razione K come cibo è stata un’esperienza da raccontare. Ma questa è la Dakar. E noi ci siamo “