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La frecciata di Neuville a FIA e Promoter sulla ricerca di nuovi costruttori per il WRC

Il pilota belga ha lanciato un monito tutt'altro che rassicurante su Twitter, scomparso qualche minuto dopo.

Vi ricordate quelle edizioni del mondiale rally dove al via c’erano almeno sei-sette costruttori, diversi piloti privati con macchine in grado di fare risultato e tantissima attenzione da parte di pubblico e media? Epoca che manca a tutti e che si cerca in qualche modo di tenere come riferimento ogni qualvolta si tenti di apportare dei cambiamenti ai regolamenti.

Il tentativo è quello di migliorare un mondo che ha delle oggettive difficoltĂ  nel rendersi attraente ad un nuovo pubblico, con la speranza di tornare ad essere un’ipotesi valida per tutti quei reparti marketing che fanno del motorsport il proprio volano principale.

Tante le ipotesi passate al vaglio negli ultimi anni ma, di fatto, è stato più alto il numero dei marchi che dai rally hanno deciso di uscire rispetto a quelli che hanno percorso la strada opposta. Si è parlato del gruppo Stellantis, di Opel, di Subaru e chi più ne ha più ne metta, trovando riscontri sempre molto miseri se non del tutto privi di concrettezza.

Nonostante questo il dibattito resta sempre molto vivo e acceso. L’ultimo caso è quello acceso dal magazine Autosport che, sul proprio profilo ufficiale Twitter, ha lanciato una domanda ai propri lettori: “Quale costruttore di piacerebbe vedere entrare nel WRC?”

Ecco il tweet:

Situazione normale, vista e rivista. Non fosse che nei primi minuti è arrivato un commento decisamente autorevole e dal tono tutt’altro che sognatore e rassicurante. A parlare infatti è stato Thierry Neuville che ha commentato:

“La domanda è sbagliata. Quella giusta sarebbe: come possono Promoter e FIA far restare gli attuali (2,5) costruttori iscritti al WRC?”

Un’autentica bordata, che lascia scampo a ben poche interpretazioni e che lascia uscire un certo malcontento da parte di uno dei principali interpreti dell’attuale World Rally Championship.

Qualche minuto dopo il commento è sparito, non sappiamo bene se cancellato dal pilota belga o dal magazine.

Rimane sicuramente un segnale che lascia un certo alone sul futuro del mondiale rally, con buona pace di chi spera che in qualche ufficio marketing ci sia qualcuno che si accorga dei rally.

 

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