Ragnotti, Biasion, Cerrato e Zanussi. Il meglio degli anni d’oro dei rally nazionali e internazionali
Altra grande conferenza al Mauto in collaborazione con la Fondazione Gino Macaluso per rispolverare i ricordi dei gruppo B e non solo
Continua il grande impegno profuso dal Museo Nazionale dell’Automobile di Torino e dalla Fondazione Gino Macaluso per ridare lustro al mondo dei rally. Come sempre ospiti molto speciali presenti all’auditorium del Mauto. Oltre al mitico Miki Biasion, direttamente dalla Francia anche Jean Ragnotti. Il campione francese si diletta nello spiegare gli sviluppi della Renault 5 Turbo e della Maxi, rivangando le vittorie ottenute su strada al Tour de Corse e al Montecarlo. Proprio di quest’ultima affermazione è presente l’auto nella mostra temporanea “The golden age of Rally”.
A descrivere quel Montecarlo 1981 in simpatia c’è Dario Cerrato. Il piemontese spiega per filo e per segno l’avventura con la sua 131 Abarth sponsorizzata MS, dove Ragnotti lo recuperava in tutte le prove. Sempre il pilota francese racconta dell’avvicinamento alla F1. Gli viene offerto un contratto e lui rifiuta perché “il rally è più divertente” a detta sua, e se lo dice un fuoriclasse del suo calibro sicuramente non sta a noi smentirlo. Un filo di rammarico, anche se preso sul ridere, quando si riporta alla luce come la casa della losanga concentrasse molte più risorse sulla F1, non partecipando a tutte le gare del mondiale rally.
Detto di Biasion, Ragnotti e Cerrato bisogna ricordare il campionato italiano del 1986. Alla conferenza, infatti, è stato invitato anche Andrea Zanussi. Entrambi i contendenti al titolo nazionale narrano le loro vicende in un clima molto sereno e disteso. L’evoluzione della 205 T16, la diversità di sviluppo intrapresa rispetto alla casa madre sono testimoniate anche da Mario Cavagnero, dirigente sportivo di Peugeot Italia all’epoca.
Gli aneddoti si susseguono, con Cavagnero che ricorda come, con Conrero, si volesse diventare una sorta di Prodrive italiana ma le cose poi presero un’altra piega. La macchina proposta da Peugeot a Conrero e Cavagnero su cui lavorare era la pesante 505 Diesel. La risposta di Conrero fu un semplice ma comprensibile “Qua i trattori non entrano”. Il risultato fu quello che noi tutti conosciamo con Conrero legato al marchio Opel e Cavagnero che accetta di sviluppare la 205 per Peugeot Italia.
Sul palco non manca l’ingegnere Vittorio Roberti che spiega i vari step che hanno portato dalla 037 alla 038, o meglio nota come Delta S4. Biasion parla delle difficoltà inziali sul tenere dritta l’auto per sino in rettilineo e della caparbietà di meccanici e Ingegneri, come Roberti, che stavano svegli fino a notte per sistemare la vettura.
L’auto risultava acerba rispetto ad altre Gruppo B ma c’era chi sapeva portarla al limite lo stesso e qui vi è un doveroso ricordo a Henri Toivonen e Sergio Cresto. Persone indimenticabili vittime di quell’epopea che furono i Gruppo B. CI si sofferma anche su Attilio Bettega e successivamente sul Rally Portogallo. Tutti eventi funesti che hanno fatto intraprendere alla FIA una strada più sicura.
Si passa a parlare di Gruppo A e di come, a detta di Biasion, fosse deprimente guidare auto così poco potenti dopo aver guidato le Gruppo B. Ovviamente la scelta fatta era giusta visto anche il pubblico presente sulle strade. Qui interviene proprio Geppi Cerri, navigatore di Dario Cerrato, oggi supervisore nelle prove speciali. Specifica come gli spettatori nelle prove speciali non sia più un grosso problema ma solamente per il fatto che ce ne sia troppo poco. La gente che va ad assistere a un rally è sempre meno. Osservazione ineccepibile anche se forse qualcosa negli ultimi tempi sta cambiando, prova ne sono questo ciclo di conferenze con grande apprezzamento da parte del pubblico.
In conclusione di serata ci si sofferma sul Safari e di come cambiò la filosofia costruttiva della Lancia per poterlo vincere, da cercare di avere molte assistenze pronte ovunque a creare un’auto più pesante ma più robusta. Anche l’avventura di Cerrato con il giornalista RAI al Montecarlo è protagonista del talk, facendo notare le diversità di approccio nel dare visibilità allo sport nel corso degli anni. L’ultima tema è l’arrivo di Toyota e di Sainz nel mondiale e della grande sfida tra i giapponesi e la Lancia.
Un incontro che non è fine a se stesso ma che promuove uno sport duro e difficile come sono i rally. Nel prossimo mese ci sarà ancora un talk dedicato al mondo dei rally sempre nel auditorium del Mauto. Per chi volesse vi è anche la possibilità di una visita guidata alla mostra temporanea in orari e date già prestabilite. (qui il link)
Viva la passione per i rally e grazie a tutti gli organizzatori per credere ancora in questo sport!