Adamo: “Ero il cattivo del WRC, ma ora tutti fanno come facevo io”
L'ex team principal di Hyundai Motorsport si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, e sorride di fronte a cosa sta succedendo nel WRC
Andrea Adamo, mai banale. L’ex team principal di Hyundai Motorsport, in una piccola intervista rilasciata ad autoebdo.fr, ha risposto ad alcune domande in merito a cosa sta succedendo nel mondiale rally, e non ha potuto evitare di lanciare qua e là qualche frecciatina.
Il tema, caldo e scottante, è quello della partecipazione dei team ufficiali del mondiale a gare nazionali, che lo stesso Adamo aveva messo in piedi all’epoca di Hyundai attirando su di se pesanti critiche. La notizia di questi giorni è che Ott Tanak parteciperà all’Otepaa Talveralli con la Puma, per un allenamento in vista della prossima tappa in Svezia. Una gara, ma di fatto un test a tutti gli effetti. Incalzato sull’argomento Adamo ha risposto così:
Mi fa ridere vedere cosa sta succedendo adesso. Quando abbiamo iniziato a fare queste cose nel 2019, ho ricevuto molte critiche. Ero il cattivo del WRC, ma oggi tutti fanno lo stesso. Prima tutti a criticare e ora tutte le squadre stanno facendo questo giochino.
Il tutto viene messo in piedi dalle case per aggirare in qualche modo i limiti sui test che ogni squadra può svolgere per prepararsi ad ogni evento, ma secondo Adamo, sempre favorevole alla cosa, questo porta anche un altro tipo di vantaggio.
La situazione è molto semplice: quando non puoi provare, cerchi una via di uscita. Alcuni piloti hanno bisogno di provare o addirittura conoscere da zero la propria vettura. Per acquisire fiducia, lo sappiamo, non c’è altra possibilità che mettersi alla guida. Era una buona idea nel 2019 e lo è ancora oggi. Continuo a pensare che queste partecipazioni siano positive anche per l’immagine del marchio, perché vai in posti dove i tifosi difficilmente vedranno un Rally1. Che sia in Francia, Estonia o Spagna, Hyundai, quando c’ero io, è sempre stata in evidenza.
L’obiettivo, per la FIA, è come detto quello di abbassare i costi, un po’ come si è provato a fare in F1. Ma funziona veramente? Quanto si spende a fare una gare, anche se in un campionato nazionale, rispetto che un test vero e proprio? Adamo, anche su questo, ha una idea molto chiara di come stanno le cose.
È più o meno equivalente. A volte, durante un fine settimana, è possibile trovare un accordo con gli organizzatori in termini di logistica o impegno e quindi ridurre un po’ il costo. E’ vero però che in un test è possibile guidare e provare in maniera più continua. Facendo il conto tra i soldi spesi e i chilometri percorsi, è meglio fare delle prove, ma se non hai il permesso di farle, devi cercare altro. Il tuo unico limite diventano quindi i soldi a disposizione. Il motorsport però, ha sempre richiesto fondi ingenti. Non so come potremmo praticarlo in modalità low cost. Comunque, costoso o meno, ciò che conta è soprattutto il ritorno sull’investimento. Se è buono, le somme in gioco non sono un problema.
Cosa si riesce a provare poi durante una gara, dove la macchina, in teoria dovrebbe essere conforme a quanto dichiarato e omologato? Adamo ci illumina anche su questo, anche se la situazione la si poteva facilmente immaginare.
È possibile presumere che questi test possano essere utilizzati per testare cose che verranno poi sottoposte all’approvazione in seguito. Cosa può succedere quindi? Che i commissari smontino l’auto alla fine gara? Se Tanak gioca in casa, stento a credere che dopo la gara possa arrivare una richiesta per effettuare dei controlli tecnici. Detto questo, in Italia sono sicuro che potrebbe succedere! [Ride] Ok. è anche possibile ritirarsi subito dopo l’ultimo speciale, il che evita ogni polemica. Le squadre non vengono per vincere l’evento, sono lì soprattutto per lavorare.