Un elefantino salvato dalla palude, Biasion – Recalde e la vittoria all’East African Safari Rally
Una storia dall'epilogo felice, che di fatto portò tanta fortuna allo squadrone Lancia Martini
Si dice sia la gara più dura dell’intero calendario, ma allo stesso tempo la più suggestiva ed emozionante.
Certamente non capita tutti i giorni di imbattersi in strade a dir poco accidentate, con da una parte le gazzelle che sfrecciano via dai leoni e dall’altra le giraffe in cerca delle foglie più verdi. L’East African Safari Rally o si odia o si ama e, in un certo senso, a tutti i suoi partecipanti capita di fare ambo le cose contemporaneamente. Se vincere a Montecarlo rende auto e pilota leggendari, farlo nel Continente Nero assume un significato che sa molto di avventura e impresa. Sono infatti tanti gli equipaggi che parlano di questa gara come esperienza di vita da provare almeno una volta nell’arco della carriera e di averla riposta con cura tra i meandri più dolci dei ricordi.
Ed è proprio per questi motivi che vincere quel Safari è meta ambita da tutti i team ufficiali, Lancia Martini inclusa.
La squadra di Chivasso da lunghi diciannove anni rincorre quel successo invano, ci è andata molto vicina ma alla fine ad alzare i pugni al cielo cono stati gli altri. La sua bacheca dei trofei è piena zeppa di successi sparsi in ogni dove, ma la casellina del Safari è ancora vuota e qualcuno inizia a farne quasi una malattia. Ma qualcosa è destinato a cambiare. Durante le ricognizioni del 1988 Miki Biasion sta percorrendo un tratto ai confini della Somalia con il fido Tiziano Siviero alle note, quando improvvisamente un capo tribù locale si getta a capofitto in mezzo alla strada per cercare aiuto. L’attenzione viene subito catturata e poco dopo scoprono un cucciolo di elefante rimasto imprigionato all’interno di una palude. La povera bestiola si lamenta come può e da lì a poco sarebbe morto disidratato. Miki e Tiziano non ci pensano sù due volte e chiamano immediatamente via radio team appollaiato al quartier generale della gara. In pochi minuti giunge sul posto anche l’altra Delta griffata Martini del compagno di tendone Recalde, il quale dà una mano ad imbracare l’elefantino e legarlo alle due Lancia.
Il salvataggio dura oltre quattro interminabili ore, ma la soddisfazione di aver salvato una vita prevale su tutto. La vita di un Elefantino, simbolo e logo della Lancia, che di fatto deve aver portato davvero fortuna perchè per ben due anni di fila a salire sul gradino più alto del podio sarà proprio una Delta del team guidato da Cesare Fiorio.
Che incredibile storia, tanto romanzata quanto meritevole di non essere dimenticata!