Alen, Biasion, e Kankkunen: destini incrociati fra Lancia e Peugeot
I tre videro il proprio destino incrociarsi con quello degli altri, in un mercato piloti che avrebbe segnato la storia dei rally di fine anni '80
C’è chi pensa di poterlo influenzare con le proprie scelte, e chi invece pensa che qualunque cosa o fatto che gli accade sia semplicemente già scritto. Che strana e complicata cosa il destino.
Oltre ai fatti si tende poi spesso ad associare anche e soprattutto le persone al cambio di corso della propria vita. Persone che influenzano magari le nostre scelte, o che ci guidano in una certa direzione piuttosto che in un’altra.
Anche il mercato piloti, spesso e volentieri, in un certo senso è così. Nessuno si muove, tutti aspettano che qualcuno faccia la prima mossa per fare poi la propria di conseguenza, e quando questo avviene si innesca poi quindi il classico effetto domino. Vero, a volte gli attori hanno ben chiaro su quale contratto mettere la firma, e tutti aspettano semplicemente per non essere i primi a scoprirsi. Altre volte invece la scelta è strettamente vincolata alla decisione di qualcun’altro, magari un pesce più grosso che guiderà quindi la decisione di qualche pesce più piccolo costretto ad aspettare il suo turno.
Markku l’insoddisfatto
A metà anni ’80, nel mondo dei rally, c’è un pesce decisamente grosso, sia come caratura che come prestanza fisica, che trovandosi improvvisamente fuor d’acqua si vede costretto a prendere una decisione importante. Markku Alen, sul finire della stagione 1984, di rimanere in Lancia non ne vuole più sapere. Il bis in Corsica dopo il successo dell’83 non gli basta di certo. La squadra non vince più, e la 037, dopo una stagione incredibile l’anno precedente, è diventata improvvisamente vecchia e ormai già obsoleta.
Oltre a questo ci sono anche i soliti giapponesi, che come ogni anno promettono al “vecchio” Markku di ricoprirlo di yen in cambio dei suoi servizi per la nuova stagione. Come se non bastasse ci sono anche delle facce nuove interessate a quello che Alen potrebbe ancora combinare dietro ad un volante, facce che sembrano promettere anche piuttosto bene. Sulla scena mondiale è arrivata infatti anche la Peugeot, con Jean Todt pronto ad accaparrarsi il meglio per vincere subito. In squadra, confermatissimo, c’è già Ari Vatanen, ma sul taccuino del piccolo francese ci sono ovviamente anche i nomi del possibile compagno di colori. Alen, neanche a dirlo, sembra essere in cima alla lista, insieme al connazionale Toivonen e all’immancabile Walter Rohrl.
Cesare Fiorio non è però sicuramente uno che aspetta le mosse degli avversari per muoversi, e una volta bloccato Toivonen convince Alen a restare ancora per una stagione, con la promessa di poter disporre a breve di un mezzo adeguato per vincere.
12 mesi più tardi Markku è però punto a capo. La morte dell’amico Attilio Bettega non ha fatto altro che aumentare la voglia del finlandese di lasciarsi tutto alle spalle e cambiare aria. La nuova Delta S4 poi, l’arma promessa da Fiorio e provata dal finlandese al Colline di Romagna, non sembra granchè. A fronte di un motore che sembra promettere bene la macchina risulta infatti inguidabile, con un comportamento che passa dal sotto al sovrasterzo e viceversa in maniera preoccupante. Oltre al danno c’è poi ovviamente anche la beffa. Timo Salonen, arrivato in Peugeot al fianco di Vatanen, ha sbaragliato la concorrenza portandosi a casa il titolo tanto sognato da Markku. Il rimpianto di non aver accettato la proposta di Todt è grande, ma per il 1986 Todt deve rimpiazzare Vatanen, e la partita è di nuovo riaperta.
Miki Biasion: l’ago della bilancia
Ci sono persone che come un fulmine piombano nella nostra vita e sconquassano tutto.
Markku Alen al vittorioso Sanremo ’83 ha conosciuto un giovane di belle speranze, appena entrato nel panorama mondiale ma che sembra destinato a farne parte per molto tempo.
Tu nuovo italiano, tutti dire molto veloce. Questa sera tu cena con me e io spiega te tante cose di Lancia. Tu così non prova troppo e forse io ancora vecchio competitivo.
Markku, in quel suo famoso invito, non sa che quel giovane se lo ritroverà in mezzo ai piedi un paio di anni dopo, e che in qualche modo influenzerà anche il proseguimento della sua carriera. Miki Biasion infatti non può sapere i tormenti del vecchio Markku, e mentre si appresta a scendere dalla sua camera d’albergo a Parigi per incontrare il gran capo di Peugeot Sport, ha in testa solo quell’importantissimo appuntamento.
Jean Todt lo vuole alla Peugeot per il 1986, e gli propone di correre le prime cinque gare della stagione con il team francese, poi si vedrà. L’italiano infatti è, tra i giovani, quello che più lo ha impressionato insieme ad un altro giovane finlandese: Juha Kankkunen. Todt, nel frattempo, non perde però di vista Alen, e quando poco dopo Miki Biasion lo informa di aver accettato invece la proposta di Fiorio per l’anno successivo, piomba sul finlandese.
Alen, di passaggio a Parigi, viene infatti accolto in pompa magna dagli uomini Peugeot, con il presidente Boillot che si scomoda addirittura per salutare quello che sembra ormai il pilota che affiancherà Salonen nella nuova stagione.
Kankkunen: da rimpiazzo a primo della classe
Fiorio, piazzato Biasion al fianco di Toivonen, non vuole però rinunciare a Markku Alen. Non vuole soprattutto vederlo rinforzare le file del diretto concorrente, sapendo comunque che il buon Markku ha ancora molto da offrire alla causa, soprattutto se si tratta di affiancare due giovanissimi. Per convincere Alen a restare c’è però solo un modo: convincerlo della competitività della nuova Delta S4.
Ad indirizzare il destino di Alen penserà, involontariamente, Miki Biasion, che dopo la firma (stretta di mano) a Torino si reca subito in Toscana per testare il mostro. La macchina è migliorata molto, ma per convincere Alen a verificare la cosa non c’è nulla di meglio del parere di una vecchia conoscenza. Piero Comanducci, titolare dell’Hotel Continentale di Arezzo e grande amico di Alen, informa il finlandese, mentre si gusta un bel risotto ai funghi, che Biasion, passato da quelle parti qualche giorno prima, si è detto entusiasta della nuova macchina.
Biasion, ancora lui. Avrà pensato Alen. Dopo aver testato la S4 potendo contare su riscontri certi, il piccolo l’italiano era ben sicuro della competitività della vettura, cosa di cui si convinse a pieno anche Alen i giorni seguenti.
I giochi erano quindi fatti. Con un mezzo finalmente competitivo Alen sarebbe andato a caccia del titolo indossando ancora la casacca della Lancia. Fiorio era riuscito alla fine nel suo intento, costringendo Todt ad accontentarsi di quanto rimasto disponibile sul mercato: Juha Kankkunen.
Sappiamo poi tutti come andò a finire. Juha, da ultima pedina dello scacchiere, soffierà invece il mondiale ad Alen e alla Lancia prima di finire proprio alla casa torinese nell’87, battendo nuovamente gli altri due, Alen e Biasion. Miki si rifarà nettamente nelle due stagioni successive, mentre chissà quante volte Markku avrà rimuginato su come sarebbero andate le cose se avesse scelto diversamente. Il destino….