La ricerca di Toyota potrebbe riportare il WRC ad essere rivoluzionario
Quanto visto ad Ypres potrebbe portare il panorama rallystico ad essere rivoluzionario e non più una semplice apparenza di evoluzione
Le vetture ibride stanno storcendo il naso a parecchi tifosi ed esperti del settore e non stanno convincendo chi dell’ibrido a far da portavoce.
L’ibrido è arrivato nel panorama WRC con ritardo, profondo ritardo ed in maniera abbastanza frettolosa, nonostante le complicanze dei periodi e la scarsa conoscenza del settore.
La prima vettura ibrida di casa Toyota è arrivato nel 1997 con l’arrivo della Toyota Prius, prima vettura ibrida ad essere prodotta in serie tre mesi dopo il debutto della Corolla WRC al Rally di Finlandia del medesimo anno.
Il Motorsport è evoluzione, lo è sempre stato fin dagli albori. Una finestra per poter provare tutte le tecnologie necessarie per poterle portare all’interno delle proprie vetture stradali.
In questo caso però non si parla di un’effettiva evoluzione, ma di un vano tentativo di cercare di recuperare il terreno perso soprattutto se si parla di una tecnologia ormai obsoleta e che si sta sempre più orientando verso l’utilizzo di sistemi elettrici a batteria.
Una direzione che stanno prendendo gran parte dei massimi produttori di veicoli, gran parte, ma non tutti.
A scegliere un’altra direzione è la massima casa di produzione al mondo, Toyota.
La casa nipponica da alcuni anni a questa parte sta provando a portare i veicoli ad idrogeno all’interno della propria produzione e ciò che abbiamo visto ad Ypres Rally potrebbe essere un tentativo di portare questa tecnologia all’interno del panorama rallystico.
Ad iniziare a porre dubbi e domande sul futuro del WRC è proprio la massima carica all’interno del settore rallystico della casa giapponese, Jari-Matti Latvala che vorrebbe una visione maggiormente chiara su un futuro non troppo lontano.
Dobbiamo iniziare a pensare quando questa era ibrida arriverà a conclusione alla fine del 2024 e in tempi brevi dovremmo iniziare a pensare e decidere su cosa fare per il 2025
Tanto è stato messo sulla brace e discusso su ciò che può essere portato o no all’interno del regolamento.
Le tecnologie di queste vetture sono ben amate e rimarranno per poco tempo e bisogna così pensare a cosa fare per il futuro.
Il mondo elettrico per quanto possa sembrare il futuro non è fattibile in un panorama che fa della resistenza ed il lungo chilometraggio la chiave per tutto.
Ci sono delle categorie che sono interamente elettriche, come la Rally5e, da poco inserita nella FIA come categoria regolamentata.
La Opel Corsa Rally5e al momento sta trovando nell’elettrico la chiave per ripartire dopo la forte batosta subita con lo scandalo DieselGate che ha colpito le case costruttrici tedesche ed in particolare il gruppo Volkswagen.
C’è stato un vano tentativo durante il 2021 da parte della casa costruttrice austriaca gestita da Raimund Baumschlager di costruire la Skoda Fabia ( numero 81 di telaio) con tecnologia totalmente elettrica rinominandola Skoda Kreisel RE-X1 abbandonata però per la stagione 2022 del campionato austriaco.
La potenza di vetture superiori alla categoria Rally5 limita ed impedisce alle batterie di poter performare e al meglio e resistere fino alla conclusione dell’evento.
Nonostante le continue richieste al promoter, da parte delle case tedesche di poter introdurre l’elettrico nel rally, non c’è una vera e propria ambizione da parte di grosse case automobilistiche di utilizzare l’elettrico all’interno del WRC.
Akio Toyoda e Jim Farley presidente e CEO rispettivamente di Toyota e Ford a scegliere due vie completamente diverse per il futuro.
Ford ha deciso di attuare un piano di ben 50 miliardi di dollari per progettare, costruire e vendere veicoli di tipologia elettrica, mentre Toyota, nonostante continui la produzione di veicoli elettrici ha deciso di percorrere altre via.
Durante la conferenza stampa dello scorso anno tenutasi al Japan Automobile Manufactures Association il presidente giapponese ha utilizzato otto singole parole per esporre e spiegare la via che Toyota prenderà nel futuro.
Il nemico è il carbonio, non i motori a combustione interna.
La linea intrapresa dalla casa giapponese è stata mostrata proprio durante l’ultimo appuntamento della stagione WRC quando una Toyota Yaris GR H2, guidata da Juha Kankkunen con Akio Toyoda al suo fianco dimostrando come l’idrogeno possa essere usato nelle vetture.
Un prototipo non ancora del tutto completo, anche a causa delle non ancora ottime infrastrutture, che verrà completato in tempi brevi con ancora numerosi test da completare e svolgere.
Elettricità ed idrogeno necessitano di infrastrutture ed in una sola città belga abbiamo questo tipo di infrastrutture.
Così come Tesla con le proprie vetture elettriche o Opel con le proprie vetture da Rally, anche Toyota dovrà creare le proprie infrastrutture per poter alimentare le vetture ad idrogeno.
Un’ulteriore proposta che come le altre proposte dovrà essere attentamente valutata.
Manfred Stohl ha ad esempio sostenuto di abbassare il chilometraggio degli eventi per permettere ai veicoli elettrici come quelli prodotti dalla STARD, società dell’austriaco che si occupa di produzione di motori elettrici.
Toyota al momento è l’unico maggiore esponente del mercato a prendere voce e domandarsi quale possa essere il futuro della disciplina.
Il problema è capire come possano le altre case costruttrici seguire l’idea della casa giapponese nella produzione di veicoli ad alimentazione idrogena.
La speranza è che il diretto rivale di Toyota, Hyundai, possa seguire le sue tracce essendo l’unico costruttore a vendere veicoli ad idrogeno.
Anche BMW ha annunciato di voler iniziare la produzione di veicoli ad idrogeno in legame a Toyota, ma non sembrano esserci altri marchi interessati a voler iniziare questo tipo di produzione.
Secondo il presidente di Honda Europe le vetture ad idrogeno arriveranno, ma saranno l’evoluzione delle attuali ere.
Un’opportunità che il WRC potrebbe sfruttare per far risorgere quello che fu il principale ruolo del Motorsport, l’innovazione.
Un banco di prova per le case costruttrici che porterebbe allo spingimento al limite di queste tecnologie utilizzabili poi nelle vetture stradali.
Il Motorsport e vetture stradali stanno andando di pari passo, quando è il motorsport a dover mettere una marcia in più per essere un banco di prova delle tecnologie future.
Quella dell’idrogeno è un’ opportunità che difficilmente potrebbe ritornare e che dovrebbe essere sfruttata a pieno.
La F1 ha scelto l’ibrido con l’unione di veicoli a carburante sostenibile, il rallycross ha scelto l’elettrico e la Dakar ha scelto l’uso di veicoli a combustione interamente naturale.
Quello che manca è proprio l’idrogeno che il WRC potrebbe utilizzare per invertire la rotta passando da essere una disciplina che da diversi anni dietro a tutti gli altri potrebbe saltare a diversi anni avanti a tutti.