Esapekka Lappi e il vecchio spirito del rally
EP, con le riparazioni lampo e la power stage conclusa senza parabrezza, ci ha riportato un po' ai vecchi tempi, quando nei rally "valeva tutto"
Tanak, che vince, Rovanpera che rimonta fino all’ultimo ma non riesce a sopravanzare il rivale. Quante emozioni ci ha regalato questa edizione del Rally di Finlandia.
E poi c’è lui, Esapekka Lappi, che a mio parere ci ha regalato quei brividi che raramente il rally di oggi riesce ancora a farci provare. Quel brivido dei vecchi tempi, quell’emozione non legata alla pura prestazione velocistica, ma alla pura sopravvivenza. Quello che ci fa esclamare “no dai non ci credo!”, oppure più semplicemente “ma che figata! Che grandi”.
EP e Janne Ferm sono rotolati nelle battute finali della penultima speciale, rischiando di buttare via un podio meritatissimo. Un fosso ad esterno curva ha accolto il posteriore della Yaris, scivolata fuori traiettoria, e ha fatto da trampolino per il cappottamento. Uno, due, tre giri, la macchina che si ferma per fortuna sulle quattro ruote. Tempo di innestare la marcia e via verso il fine prova.
Il parabrezza è tutto crepato, di nuovo. L’ala posteriore, tranciata in due, non svolge più la sua funzione. Il radiatore è rotto, con il liquido refrigerante che esce dalla Yaris ferita. Rischia di essere la fine.
Esapekka e Janne non si perdono però d’animo. C’è un podio da salvare, un’impresa anche questa, se vogliamo. Si fermano vicino ad un lago, più avanti, fuori dal fine prova, ed iniziano le riparazioni. Il punto fondamentale è ovviamente il radiatore. Ferm si mette a manipolare con la mani una speciale resina fatta appositamente per queste situazioni. L’obiettivo è usarla per tentare di tappare il buco del radiatore per limitare, se non proprio eliminare, la fuoriuscita di liquido.
EP la posiziona sul radiatore come meglio riesce, prima di volare a riempire una sacca con la acqua del lago vicino per riempire nuovamente il circuito di raffreddamento. Si fa quel che si può, come quando Neuville in Messico usò la birra ricevuta sul podio per tentare di riportare la i20 in parco chiuso.
Prima di ripartire c’è ancora una cosa da fare: riempire tutte le bottigliette possibili con l’acqua del lago. La riparazione potrebbe infatti non reggere completamente, quindi meglio portarsi via più acqua possibile in caso fosse necessario un rabbocco prima o dopo l’ultima speciale.
In Power Stage senza parabrezza e con le maschere
Dopo aver salvato la Yaris è ora tempo di concludere la Power Stage e la gara, passando prima però dal controllo orario. Qui Ferm ne approfitta per togliere letteralmente a calci ciò che resta del parabrezza, che nello stato in cui è ridotto è più un intralcio che un aiuto.
La Yaris numero 4 che si presenta al via della Power Stage ci fa emozionare, nulla da fare. La mente corre velocemente a Colin McRae e alla sua Legacy ridotta più o meno allo stesso modo nel 1992. Lappi e Ferm, come McRae e Ringer all’epoca, non hanno intenzione di mollare. E non ditemi che non vi siete emozionati alla vista dei due, inquadrati dalla telecamera, con le maschere da cross sulla faccia sopra al casco.
Per questioni di sicurezza non si può infatti guidare senza parabrezza senza le proverbiali maschere, appunto, che i piloti si portano dietro proprio per queste evenienze. Qualche tempo fa ciò non sarebbe stato possibile e togliere il parabrezza, non avendo in dotazione le maschere, avrebbe portato al ritiro obbligato.
Ora questo inconveniente si può appunto aggirare con questo espediente, per fortuna, consentendoci di vivere ancora quei momenti old style che altrimenti sarebbero scomparsi insieme ad altre situazioni. Vedi il divieto di poter condurre la macchina in trasferimento su tre ruote, che spesso aveva regalato spettacolo in passato.
Tutti episodi figli di quello spirito iniziale del rally che troppo spesso i regolamenti moderni hanno cancellato, ossia quello di non mollare veramente mai. Non possiamo comunque che dire grazie ad EP e Janne per quello che ci hanno regalato, anche se forse (forse, dato il sorrisone stampato in faccia dei due a fine prova) ne avrebbero fatto volentieri a meno.