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L’incredibile storia di Reeta Hämäläinen

Dalla sua battaglia con il cancro al suo sogno di correre nel WRC

Troppe volte ci capita di soffermarci sulla carriera, sulle capacità e sulle conquiste dei vari protagonisti dei rally, senza entrare nei particolari della loro vita privata e delle loro incredibili storie, storie che contornano e rendono ancora più speciale questo sport. Quest’oggi, attraverso le sue parole, vorrei parlarvi di Reeta Hämäläinen, una ragazza finlandese che racchiude lo spirito finlandese di sisu, la capacità di mostrare un coraggio motivato e un’incredibile determinazione di fronte alle avversità.

Reeta è cresciuta nei service park grazie al padre Teuvo, ma la sua vera passione era indirizzata verso un altro tipo di sport: l’equitazione.

Quando ero giovane i cavalli erano molto più interessanti per me delle macchine, anche se erano anche interessanti ma non così tanto, i cavalli venivano prima. 

Nel 2008 però qualcosa è cambiato.

Ero con mio padre a lavorare in una gara del campionato finlandese [SM OK Auto-ralli] e ho visto persone come Dani Sordo guidare e così via ed ero tipo “è così bello” e volevo prendere parte ad un rally.

Così, nel 2009, Reeta ha debuttato come co-pilota nei rally assieme al padre in una gara in Repubblica Ceca.

Ho, quindi, deciso di fare un rally con mio padre, così abbiamo trovato un’auto e l’abbiamo costruita per un anno, perché mio padre aveva già partecipato al rally storico della Repubblica Ceca [Historic Vltava Rallye], voleva andarci, quindi abbiamo deciso “bene, partiamo da lì“. Era una bella storia per cominciare. Erano tutte cose che arrivavano in una volta, leggendo i regolamenti in inglese e tutto il resto.

E così ebbe inizio il suo sogno

Hämäläinen aveva solo 20 anni, ma aveva già capito cosa avrebbe voluto fare nella vita. E così iniziò, come la maggior parte dei principianti, a correre con alcuni piloti dilettanti, un po’ per divertimento, un po’ per acquisire esperienza per potersi spingere oltre.

Ho provato a guidare un paio di volte perché ho iniziato a correre come co-pilota, ma volevo imparare di più e all’epoca gareggiavo accanto ad alcuni piloti per hobby, che lo facevano per divertimento e volevo migliorare, quindi volevo allenarmiNon ho trovato nessuno però che si allenasse con me, quindi ho deciso “Va bene, comprerò la mia macchina e poi inizierò a guidare“, perché poi posso decidere quanto allenarmi. In realtà ho costruito un’auto da rally con il mio ragazzo, lui è un meccanico davvero bravo, diciamo quindi che  l’ha sistemata lui e io ho fatto i lavori facili! Comunque ho provato alcuni rally ma ad essere sincera ero totalmente uno schifoOgni volta dovevano trainarmi fuori dai banchi di neve, quindi ho deciso “OK, sto meglio come copilota!

Dopo questa sua trovata a dir poco geniale, Reeta ha preso parte a un programma di allenamento con la federazione finlandese, che l’ha aiutata enormemente. Nel 2014 è iniziata la sua collaborazione assieme alla pilota finlandese Laura Suvanto e nel 2015 hanno partecipato alla Opel Adam Cup in Germania, fino a che non hanno subito un gravissimo incidente.

Mi sono rotta la schiena e sono dovuta rimanere in Germania per un mese, parte del quale in ospedale. Ma penso che la parte peggiore sia stata che non abbiamo potuto fare il nostro primo evento WRC, il Rally di Germania, tappa in cui avremo partecipato con il trofeo. Questa è stata una delusione, ma l’ho superata ed ero un po’ preoccupata se fossi stata spaventato o qualcosa del genere dopo l’incidente, poiché è stato il primo incidente in cui mi sono fatto davvero male, ma sono riuscita a fare alcuni rally ancora nel 2015 e, a dire il vero, ho capito al primo rally che no, non avevo paura, e questa era ancora la cosa che volevo fare.

La sua carriera internazionale stava per prendere il volo

L’incidente in Germania chiuse la collaborazione con Suvanto, ma le aprì la strada alle collaborazioni con Mikko Lehessaari e Miika Hokkanen, che le permisero di diventare una presenza fissa sulle auto R5 all’estero. Nel frattempo, continuava a gareggiare in casa assieme alla sua migliore amica Jonna Olkoniemi, partnership che le ha poi permesso, nel 2018, di correre assieme a Janne Tuohino, padrino di Olkoniemi, al Rally di Svezia con una Škoda Fabia R5. 

Quella è stata davvero una grande opportunità per me, davvero, davvero grande, e penso che perché tutto è andato bene con Jonna, forse è stato il motivo per cui mi ha chiesto di fare il Rally di Svezia con lui e ovviamente ero tipo “wow, che figata , sì certo che lo farò”. Avevo molta pressione addosso anche perché non avevamo fatto bene nelle ultime gare! Mi sembra avessimo cappottato 6 volte negli ultimi 5 rally! Voi come la descrivereste una situazione del genere? Ovviamente stavo un po’ dubitando di me stessa: commetto degli errori che ci portano a cappottare? Quindi, in realtà, con Janne ho capito di nuovo cosa dovevo fare ed è andato davvero bene, è stato fantastico, ad essere onesti. E, probabilmente, per questo le persone forse hanno notato di più chi sono e così via.

La sua battaglia con il cancro

Tutto stava andando bene. La carriera per cui Reeta aveva lavorato così duramente stava finalmente dando i suoi frutti. Ma il suo mondo è stato, completamente, sconvolto nel 2018, quando ha ricevuto una notizia che nessuno vorrebbe sentire.

Per tutto l’autunno ho avuto dei dolori davvero forti al fianco della schiena e così via. Quindi alla fine sono dovuta andare da un medico a novembre 2018, ed era anche il momento in cui stavamo pianificando di fare più rally con Mikka Hokkanene. A dicembre Janne ha chiamato dicendo che stava acquistando l’auto WRC e che avrebbe voluto fare il Rally di Svezia con me. Era il 5 dicembre quando ho scoperto di avere il cancro e all’epoca avevo 30 anni, ed ero tipo “che diavolo, questo non può essere vero perché non ho motivi per avere il cancro, perché mi hanno controllata ed esaminata e non ho casi in famiglia, nè o mutazioni genetiche o altro.” Forse è stata anche la cosa più difficile da accettare, per me che avevo vissuto una vita sana, senza fumare, senza bere – beh, la quantità normale ma non troppo! – quindi non avevo alcun motivo per avere il cancro. Ma fortunatamente ero così in forma in quel momento, perché mi allenavo così tanto fisicamente da tre anni, quella è l’unica cosa che mi fa pensare “bene, quello era il momento giusto”, perché la mia forma fisica mi permetteva di ottenere così tanto dal farmaco contro il cancro che ho ricevuto il doppio della dose che riceverebbero le persone normali.

In realtà è stato davvero divertente perché le infermiere chiamavano sempre il dottore e chiedevano “sei sicuro che questa sia la giusta quantità” e lui rispondeva “sì, lo è”. Ma sì, in quel momento la cosa più difficile per me in realtà era che non potevo fare i rally. Janne ha continuato a prorogare l’iscrizione allo Svezia, dicendo “OK, ci iscriveremo l’ultimo giorno” per vedere se potessi partecipare al rally perché il mio trattamento è iniziato il 3 gennaio e le iscrizioni sono state chiuse il 15 o qualcosa del genere, ma dopo la prima dose del farmaco era chiaro che non avrei potuto farlo. Abbiamo aspettato perché volevo vedere se ci sarebbero voluti solo pochi giorni per riprendermi o qualcosa del genere in modo da poter fare il rally, avevo solo bisogno di pianificare l’assunzione delle medicine al momento giusto, ma in realtà non c’era niente da fare. È stato orribile, è stato assolutamente un incubo.

Per me forse è stata la quantità di cose che ho ricevuto, ma non ho mai sentito così tanto dolore in vita mia, mai. Era solo pazzesco, davvero, davvero pazzesco e improvvisamente la vita cambia. In precedenza ero preoccupata “potrò andare a quell’evento?” o “questo è il mio problema più grande se non posso andare a quell’evento”, all’improvviso la vita era “come posso farcela fino alla notte, e come posso superare la notte e la mattina” perché avevo ogni possibile sintomo, come tutto ciò che potresti avere. È stato orribile. Ovviamente ti ci abitui, passo dopo passo, ma alla fine ho dovuto assumere più farmaci per farcela, ed è stato così orribile perché quando prendevo la morfina, la cosa successiva era che vomitavi tutto il tempo, quindi dovevi scegliere tra il dolore e il vomito. È stato un anno difficile a dire il vero.

Ma in realtà è strano perché dopo non ho più paura di morire. Cambia anche il pensiero della morte, perché non la vedevo più come un nemico o qualcosa del genere, perché quando provavo un tale dolore ho davvero visto che poteva essere un sollievo. Morire forse non è poi così male, dopotutto. Ovviamente non voglio morire, ma in qualche modo vedo che alla fine tutti devono morire e tu non puoi davvero decidere quando stai morendo, quindi devi solo trarre tutto dalla tua vita mentre la vivi. So che non puoi essere ogni giorno al 100% come “ora devo fare tutto perché potrei non essere vivo domani”, ma in qualche modo la cosa principale per me è solo fare ciò che amiFa ciò che ami e sfruttalo al meglioOvviamente tutti devono lavorare ma dedicare tempo alla tua vita, non sprecarlo è l’unica cosa a cui penso oggigiorno.

Il suo ritorno sul sedile di destra

 Nel 2019, Reeta ha deciso di intrufolarsi nuovamente su una macchina da rally al SM Itäralli, insieme all’amica e famosa pilota di drifting Kristiina Aalto perché “voleva solo tirarmi su il morale perché non potevo fare i rally”.

Non aveva mai partecipato a nessun rally, sapeva quanto zero sui rally, e all’inizio del cerimoniale era tipo “c’è una cosa che non capisco di questo, iniziamo qui a tutta velocità” e io ero tipo “no! No, non lo facciamo, quindi per favore non farlo”. Comunque, è abituata alle auto da drift che hanno 700-1000 CV e stavamo guidando il rally con una Renault Clio standard che aveva tipo 120 CV o qualcosa del genere, quindi la piccola Clio ha avuto qualche colpo alla frizione! Alla fine abbiamo effettivamente rotto l’albero di trasmissione, ma sì, ci siamo divertite così tantoÈ stato stupefacente.”

Il suo ritorno nei rally internazionali è stato però davvero faticoso, anche se nel 2021 ha corso finalmente con Tuohino all’Arctic Rally Finland. Il suo pensiero e la sua preoccupazione tornavano a ciò che aveva dovuto passare nei due anni precedenti, con le debolezze che il cancro le aveva lasciato.

A un certo punto ho davvero pensato che non potevo tornare su un’auto da rally perché un anno dopo il cancro potevo ancora rompermi le ossa piccole solo con il mio stesso peso corporeo perché ero così fragile. Ma poi è arrivato il Covid e non ci sono stati rally e in realtà avevo quattro cavalli in quel momento, perché dopo il cancro avevo deciso che avrei fatto quello che volevo, quindi avevo quattro cavalli e la mia scuderia e immagino che questo mi abbia reso abbastanza forte a dire il vero, perché in Finlandia le palestre o cose del genere non erano aperte, quindi non potevo davvero fare un allenamento adeguato, ma con i cavalli puoi fare un grande allenamento! Quindi in qualche modo sono migliorata sempre di più e alla fine quando in realtà Janne ha chiamato in estate e ha detto che uno dei suoi clienti avrebbe partecipato al Rally Estonia, “ti piacerebbe correre con lui?” ed ero tipo “OK, forse ora sono pronta“, quindi sono andato a provarlo di nuovo perché a quel punto non ero davvero sicura se i rally fossero più la cosa che volevo fare, perché mi piacevano davvero i cavalli. Mi chiedevo se fossi abbastanza in forma o se fossi ancora abbastanza veloce, se fossi ancora abbastanza bravo per fare rally. Ma fortunatamente ho fatto quel rally e in quel rally mi sono davvero resa conto che sì, questa è la cosa che voglio fare, e da lì sono andata avanti e in qualche modo ora sono qui!

L’inizio della sua carriera nel WRC con Emil Lindholm

Ed ecco svelato il nome del cliente di Janne: Emil Lindholm. Dopo tanta fatica, finalmente Reeta sta riuscendo a conquistare il suo sogno. Insieme ad Emil, si trova infatti in testa al Campionato di rally finlandese e ha vinto la classe WRC3 lo scorso anno al Rally di Spagna come pilota.

Penso di fare la storia con quella vicenda, perché penso di essere l’unica pilota al mondo ad aver vinto un rally WRC senza guidare nemmeno un metro! Penso che normalmente qualcuno guidi oltre il traguardo o le rampe di partenza o qualcosa del genere, ma io non ho guidato affatto.

Oltretutto, la collaborazione di Lindholm le ha permesso di lavorare con Škoda Motorsport per lo sviluppo della nuova Fabia Rally2.

In realtà è qualcosa che mi piace, mi diverto molto. È difficile da ammettere perché è una cosa così grande in cui entrare e non è facile perché ci sono così pochi posti e la competizione è così dura che è sempre davvero spaventoso ammettere che sì, voglio essere in cima al mondo, ma sì, è il mio sogno. L’ho sognato quando ero giovane, quando abbiamo iniziato l’allenamento e così via, ma poi forse la realtà ha colpito o qualcosa del genere e poi è arrivato il cancro e ho pensato “OK, forse quel sogno non si sta avverando” ma poi perché ho avuto queste poche occasioni con Janne e ora con Emil, il sogno è tornato in azione e in qualche modo devi chiamarlo obiettivo perché altrimenti non accadrà mai. È spaventoso dirlo ad alta voce, ma ovviamente è qualcosa che voglio avere. Vedremo cosa porterà il futuro e ovviamente lavoreremo davvero, davvero duramente per questo, e almeno sto cercando di andare il più lontano possibile e, ad essere onesta con Emil, ho davvero buone possibilità perché Emil è veloce, ha tutto quello che serve.

E noi non possiamo che augurarle di realizzare il suo sogno, soprattutto dopo tutto ciò ha dovuto passare. E non è forse come dice il famoso detto? Dopotutto, ciò che non ti uccide ti rende più forte.

Credit; DirtFish.com
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