L’uomo senza tempo 2 – Il punto di Vittorio Caneva
Un pensiero scritto di getto per Paolo Andreucci dopo la sua ennesima vittoria
Anni fa (ahimè, come passa il tempo) scrissi un articolo su Franco Cunico definendolo “L’uomo senza tempo.” Franco era incredibile: passava indenne ogni tempesta, marcando la sua impronta su campionati e su avversari. Una carriera che vale come grande esempio di tenacia e di determinazione e, mettiamocelo pure, di grandi risultati. Oggi sono qui ancora a narrare del suo successore, un uomo senza tempo “evolution”. Paolino Andreucci.
Che dire, è difficile avere un pensiero che sia poi così diverso da quello che avevo scritto per Franco tanti anni fa.
Lui, il toscano dai modi gentili, continua a marcare delle sue impronte in qualunque gara compaia il suo nome nell’elenco degli iscritti. Pazzesco. Anche ieri ha relegato tutti, giovani, meno giovani e militanti, dietro di chilometri. Non voglio nemmeno sapere quanti anni ha. So solo che quando io correvo ancora, lui muoveva i primi passi con il trofeo Uno ed ancora oggi, dopo aver vissuto gare, auto e avversari di ogni tipo è ancora a stampare il suo nome negli albi d’oro delle gare a cui partecipa.
Non abbiamo riscontri in nessun altro posto del pianeta di uomini del genere.
Metodico, appassionato e tecnicamente ineccepibile, è salito su tutte le auto dal 1988 ad oggi. Ha sempre vinto e anche ora che, teoricamente, dovrebbe dare segni di cedimento, si mette dietro giovani arrembanti di ottima fattura e gentlemen driver di meno blasonato valore ma, non di minor accanimento. Onestamente non so che dire se non dirgli BRAVO, anzi BRAVISSIMO.
Ma cosa manca ai nostri per poterlo battere? Difficile a dirlo.
Il “balilla” Battistolli, velocissimo nell’Europeo, gli ha tenuto testa ma, alla fine l’uomo senza tempo 2 ha preso il sopravvento e non importa se c’era questo o quell’altro problema. Le gare le vince chi arriva UNO. Bravo Alberto, confido molto in lui per un futuro, ma gli manca ancora quel qualcosa che il vecchio leone ha e lui ancora no. Certo, ha quasi un terzo degli anni e questo vale molto in esperienza, ma, onestamente, alle soglie dei sessanta qualche riflesso cala (e non solo). Si vede meno e qualche curva sembra più accentuata.
Nessuno capisce ancora come mai questo arzillo senior riesca a fare certe imprese. Gli consiglierei di andare nel WRC Senior. Sono sicuro che farebbe strage , sicuramente, direbbe la sua senza troppo impegno. Purtroppo quello di non essere mai andato oltre confine è una sua pecca ma, nulla toglie a quello che ha fatto qui in Italia. Definirlo non è nemmeno possibile e chissà per quanto continuerà ad esser così.
Alla fine la morale è sempre quella: l’esperienza conta molto, anzi è determinante ma, i nostri giovani una mossa se la devono dare altrimenti la pensione l’INPS la darà a loro e Paolino continuerà a dover far posto in bacheca.
Nessuno me ne voglia per questa considerazione personale.