WRC – Cosa sta combinando Toyota con lo “scarico”?
La casa nipponica sembra aver fatto qualche esperimento sull'uscita dei gas di scarico. Ma perchè?
Ormai ci siamo. E’ la settimana del Monte. Dopo la scenografica presentazione delle vetture e le prime interviste di rito, ora è veramente tutto pronto per dare fuoco alle polveri e attendere il botto iniziale.
La stagione, finalmente, sta per cominciare, e dire che stiamo impazzendo nell’attesa, è quasi riduttivo. SarĂ appunto perchè stiamo impazzendo, o sarĂ per le diottrie perse a forza di guardare e riguardare i video dei test, ma ci siamo imbattuti, ovviamente guardando un video, in qualcosa di strano.
Il video in questione, che trovate sotto, è quello comparso sul canale Leva Ignorante – Rally Videos su YouTube, con le immagini degli ultimissimi test Toyota con protagonisti Elfyn Evan e Takamoto Katsuta.
Prestate attenzione, fin dai primi secondi, al sotto scocca della Yaris, alla zona sotto al paraurti posteriore per intenderci. Notate nulla di strano? Lo abbiamo riguardato piĂą e piĂą volte, fino allo sfinimento, ma l’impressione è sempre la stessa: sembra esserci del fumo che esce dalla parte inferiore della vettura.
Lo avete notato anche voi? E c’è di piĂą. Se ci fate caso l’uscita di questo fumo aumenta di intensitĂ al secondo 2 e al secondo 5 del video, ossia quando il pilota alza i giri motore prima dello scatto. Il primo pensiero corre subito sul fatto che quel fumo possa essere in realtĂ del gas di scarico, che non sta uscendo, però, dallo scarico! Il terminale infatti è ben visibile sulla destra, sul profilo finale del paraurti, e sembra che da lì, non stia uscendo proprio un bel niente! Possibile?
Ci mancava solo questo per movimentare ulteriormente la nostra giĂ elettrizzata vigilia. Cosa stanno combinando in Toyota? Dopo aver consumato il mouse nel far ripartire mille volte il video abbiamo cercato un particolare indizio per capire se quel terminale possa essere finto, o se magari in altre condizioni di utilizzo serva effettivamente al suo scopo. Abbiamo cercato un tratto in notturna, e lo abbiamo scovato, per fortuna, al minuto 1:58.
Una cosa che di notte si vede benissimo infatti è lo scarico incandescente a causa dei gas caldi combusti proveniente dal motore. Bene, al minuto 2:01 si vede chiaramente il rosso del metallo incandescente del tubo di scarico, segno che i gas, da lì, stanno effettivamente passando. Tutto normale, quindi. Convinti di aver quindi preso un abbaglio siamo arrivati alla fine del video, giusto giusto per uscirne però ancora più confusi di prima.
Al minuto 8:20 di vede la Yaris nuovamente ferma, e l’inquadratura posteriore ci ripresenta l’allucinazione dei primi secondi: il fumo che esce dal sotto scocca e dallo scarico, niente.
Neanche il tempo di stropicciarsi gli occhi ed ecco che al minuto 8:26 la Yaris ferma sui cavalletti col motore al minimo, ci regala invece la classica fumata dal terminale di scarico.
Soluzione tecnica o depistaggio?
Ecco la domanda da un milione di dollari. Cosa c’è dietro a questa soluzione, dietro a questi test? Vi diciamo subito che non abbiamo la soluzione, ma solo multi dubbi e solo qualche ipotesi, peraltro tutte difficili da sostenere.
Con la mente siamo volati subito alla Formula 1 e ai famigerati scarichi soffiati. La soluzione, introdotta negli anni ’80 da Renault e poi sviluppata dal 2010 in avanti da Red Bull in collaborazione proprio con Renault, prevedeva di dirigere i gas di scarico nella zona del diffusore. L’obiettivo era quello di aumentare l’effetto deportante complessivo aiutando appunto il diffusore a lavorare meglio. I gas di scarico contribuivano infatti ad energizzare lo strato limite (la porzione di fluido a contatto e nelle immediate vicinanze di una superficie solida) in modo da sfavorire il distacco del flusso dalla superficie, distacco che avrebbe portato alla generazione di vortici e allo stallo del diffusore. Altro utilizzo, sviluppato negli anni seguenti, era quello di “sigillare” invece con tali gas il fondo vettura nella zona delle ruote posteriori, sempre per un discorso di migliorare il recupero di pressione operato dal diffusore.
Ora senza addentrarci troppo nei tecnicismi di questa soluzione, bisogna però ricordare una cosa. Queste soluzioni sono estremamente difficili da mettere a punto e, soprattutto, devono essere robuste dal punto di vista della ripetitibilitĂ . Bisogna ossia fare in modo che il pilota “senta la macchina” sempre allo stesso modo, in modo da rendere prevedibile il suo comportamento. La portata dei gas di scarico varia invece, ovviamente, in base all’apertura della farfalla, e in rilascio, ad esempio, è molto minore che in fase di accelerazione. Uno dei trucchi messi in pista da Red Bull consisteva infatti, tramite opportune mappature, di mantenere elevata la portata allo scarico anche in fase di rilascio.
Vero che nei rally, grazie al Bang-Bang, questa cosa un po’ avviene giĂ , visto che si continua ad alimentare il turbo, tramite lo scarico, anche in rilascio. Ma confermare che un tale sistema possa avere effettivamente una efficacia è cosa difficile da fare con le informazioni a disposizione. Anche perchè, non dimentichiamolo, le Rally1 non sono per regolamento dotate di diffusore. Toyota però come abbiamo giĂ visto, sembra voler utilizzare degli assetti molto picchiati verso l’anteriore proprio in stile F1, questo probabilmente proprio per aiutare il fondo piatto a lavorare meglio simulando con l’assetto un diffusore posteriore. Non potendolo però effettivamente adottare (non ci sono bandelle verticali ai lati e al centro della vettura) potrebbero aver incontrato dei problemi di gestione del flusso, che i gas caldi di scarico potrebbero però aver magari risolto o limitato.
Come abbiamo detto però, la tematica della diffusione al posteriore per aumentare la depressione sotto scocca è un tema molto complesso, sia dal dal punto di vista geometrico che fluidodinamico, e per questo è molto difficile poter dire con certezza che Toyota possa aver implementato una soluzione del genere. Il fatto che nell’ultima parte del video si veda chiaramente l’uscita classica del gas di scarico dal terminale lascia poi perplessi. C’è forse un sistema che permette di deviare da una parte o dall’altra il flusso a seconda delle necessitĂ ? In tal caso un componente in movimento a contatto con un gas ad altissime temperature sarebbe sottoposto ad uno stress termico considerevole. Pensate solo alle problematiche che incontrano le turbine a geometria variabile. Il gioco varrebbe la candela?
Ansiosi di trovare conferma su altri video, siamo finiti in realtĂ per complicare ancora le cose. In un video di RivieraRallynet di alcuni test fatti un mese fa circa da Ogier infatti, sembra addirittura che ci sia del fumo che esce lateralmente dalla parte del navigatore.
Visto questo viene da pensare che in Toyota possano avere avuto magari qualche problema di termica legato al fondo (per regolamento lo scarico deve stare all’interno del corpo vettura). Facendo uscire in punti diversi i gas di scarico, come in questo ultimo caso addirittura a metĂ vettura, potrebbe aver consentito agli ingegneri di valutare il contributo termico legato allo scarico stesso nella zona posteriore.
Una ulteriore ipotesi può essere legata ad una gestione particolare del turbo, e quindi alla gestione delle varie pop-off e waste-gate. Ma perchè utilizzare uno sfiato così distante dalla zona appunto del turbo?
Una grossa novitĂ di quest’anno, come sappiamo, sono le ventole posteriori per lo smaltimento dell’aria di raffreddamento dell’unitĂ ibrida. L’effetto potrebbe quindi benissimo essere causato anche da questo, ma cosa potrebbe essere quindi che “circola”? Polvere? Condensa? La cosa strana è che queste ventole dovrebbero essere assiali e favorire quindi l’uscita verso le griglie posteriori e non dovrebbero essere invece centrifughe.
La cosa che forse piĂą non torna in tutto questo è il considerevole dispendio di energie e tempo nel realizzare tutte queste diverse soluzioni, ma da una squadra che ha alla fine dichiarato apertamente di aver utilizzato soluzioni aerodinamiche nella prima parte del 2021 utili solo a depistare la concorrenza, c’è da aspettarsi di tutto. Anche che tutto questa storia dello scarico sia, appunto, niente altro che una bella messa in scena.
Parola al regolamento
PiĂą confusi che mai abbiamo cercato rifugio e conforto nel regolamento tecnico. Un po’ un terno al Lotto a dir la veritĂ , forse anche peggio, perchè il regolamento tecnico del WRC non è reso pubblico dalla FIA in maniera integrale. Questa volta però ci è andata bene, e la tematica di posizionamento dello scarico sembra essere se non proprio chiara, almeno descritta.
Dall’immagine sotto infatti si può leggere:
“All’uscita può essere presente solo un tubo. L’uscita del tubo di scarico deve essere posizionato nella parte posteriore della vettura, deve essere all’interno del perimetro della vettura, e deve essere non piĂą distante di 10 centimetri dal perimetro della vettura”
Ora non è chiaro se per perimetro della vettura si intenda la superficie esterna della vettura o se il profilo in vista della stessa. Insomma non si capisce se il terminale non può essere incassato o sporgente dal paraurti per piĂą di 10 cm, e se deve restare, ad esempio su una vista posteriore, a meno di 10 cm dal bordo basso o laterale del paraurti. Quel che è certo però, è che la regola è identica a quella dello scorso anno per le WRC Plus, sempre da regolamento, e che sulle precedente vetture di soluzioni “strane” non ne abbiamo viste.
Il fatto poi che l’estremitĂ dello scarico debba essere formata da un tubo soltanto, mette completamente fuori gioco l’ipotesi che la Yaris possa avere una uscita classica abbinata ad una uscita nel sotto scocca, o che questa soluzione potrĂ essere poi effettivamente impiegata.
Rimangono quindi poche certezze e molti dubbi, compreso quello che quanto visto non sia in realtà nulla di eclatante, ma bensì qualcosa alla fine di ovvio e scontato. In ogni caso, ci si può consolare pensando che in fin dei conti il Monte è solo a qualche giorno di distanza, e allora li sì che vedremo effettivamente tutte le carte scoperte. Forse.
1 Commento
DuMarK
Il mago ad utilizzare i gas soffianti nel diffusore era Michael Schumacher specialmente con la Benetton F1 motorizzata Ford V8 Cosworth che vinse , grazie alla sua abilitĂ a gestire l acceleratore in frenata, contro i piĂą potenti Renault v10 della Williams nel 1994…..