Nani Roma: “Torno alla Dakar per vincere”
Il pilota ufficiale Prodrive è convinto dei vantaggi del nuovo regolamento
Nani Roma torna alla Dakar con un obiettivo chiaro: la vittoria. Non dice che vincerà perché sa che tante volte è la Dakar a scegliere il vincitore, ma trasmette la volontà che ci proverà e la fiducia che arriva ben preparato.
Questi i passaggi principali della sua intervista al media spagnolo Soy Motor.
Abbiamo lavorato molto duramente negli ultimi mesi e mi sento bene fisicamente. Anche se per diversi motivi non abbiamo potuto disputare una gara, quindi non sappiamo come stanno i nostri rivali, siamo fiduciosi di fare un buon lavoro e di optare per la vittoria.
Al suo fianco Àlex Haro con cui aveva già fatto la Dakar nel 2019 e la stessa condizione di arrivare alla gara con una macchina nuova e con alle spalle solo alcuni test e nessuna gara ufficiale.
Il BRX Hunter T1+ è completamente nuovo, ridisegnato per adattarlo alle nuove regole T1+ che dovrebbero rendere i 4×4 competitivi contro i buggy 4×2. Un regolamento stilato di fronte alle proteste della Toyota. Solo il motore è lo stesso, anche se adattato a un carburante sostenibile.
Questa sarà una Dakar diversa. Abbiamo un cambio di regolamento e una vettura diversa, che abbiamo dovuto costruire quasi da zero. È piacevole da guidare e funziona molto bene. È più ampia, con ruote più grandi e più escursione delle sospensioni. Il motore è lo stesso, ha la stessa potenza, ma pesa 150 chili in più; al contrario, abbiamo una trazione migliore. Questo T1+ è molto diverso da quello che usavamo nella scorsa edizione.
Non abbiamo potuto seguire il piano pianificato. Avremmo voluto partecipare a qualche test prima della Dakar, ma abbiamo dovuto affrontare diverse situazioni avverse. Abbiamo iniziato a progettarlo a febbraio e solo a settembre, quando abbiamo iniziato a testarlo, ci sono state alcune battute d’arresto tecniche. Ma abbiamo già fatto molti test e il nucleo e il motore sono gli stessi. Abbiamo un’auto che funziona e vogliamo vedere dove siamo rispetto ai buggy Toyota, Audi e Mini. Siamo ottimisti. La macchina è dura e ha sopportato i test.
In totale Nani ha percorso più di 3000 chilometri di prove, in Gran Bretagna e negli Emirati Arabi Uniti. Loeb ha fatto lo stesso. E anche Orly Terranova, il terzo uomo, ha fatto delle prove.
Ed è convinto che sia meglio rischiare con la nuova vettura, con tutte le novità consentite dal regolamento, piuttosto che continuare con la vettura dello scorso anno, quando arrivò quinta, già collaudata e affidabile
Con una ruota più grande la corsa delle sospensioni è molto più veloce, più comoda, più divertente da guidare… e si forano meno. Il cambio di regolamento è un grande passo.
Nani sa che per vincere la Dakar non bisogna sbagliare e avere un po’ di fortuna. Ora c’è da capire se Prodrive sarà stata altrettanto pronta.