Se il campione italiano non rappresenta l’Italia nel WRC
All'ACI Monza Rally non ci sarà Basso e poteva essere una bella occasione
Manca solo qualche giro di orologio e poi l’Italia potrà nuovamente immergersi nel clima del World Rally Championship per la seconda volta in un anno e per il secondo anno consecutivo. Di nuovo gli occhi del mondo guarderanno le nostre strade, aspettando di conoscere tutti i vincitori delle classifiche.
L’elenco partenti dell’ACI Rally Monza è di quelli importanti ma, a mio avviso, un’assenza è passata del tutto inosservata proprio quando poteva aprirsi uno scenario piuttosto interessante. Non ci sarà infatti il neo e quattro volte campione italiano Giandomenico Basso, impossibilitato a presentarsi allo start per gli ormai noti (e piuttosto consueti) limiti di budget. Pur avendoci sperato, pur rinunciando a presentarsi all’ultima gara del campionato ormai conquistato al Liburna, il nome di Giando e del fido Lorenzo Granai non sono comparsi tra coloro che porteranno la bandiera tricolore sul vetro a Monza.
Con un po’ di semplificazione matematica, la copertura già pronta per l’ultimo appuntamento del CIR unita alle informazioni che siamo riusciti a raccogliere sui costi per partecipare ad una gara con un pacchetto Rally2 di buon livello tra vettura, ricambi e gomme, lasciano pensare che mancasse veramente poco per poter far iscrivere il campione italiano alla gara e la mia personale sensazione è che si è persa una grande occasione.
Mi spiego.
Senza nulla togliere agli italiani che saranno al via, al Rally di Roma Capitale Basso ha dimostrato che, in condizioni favorevoli e sulle strade tortuose tipiche dei rally di casa nostra, vale tranquillamente un podio europeo e, perché no, i primi cinque del mondiale. Infatti continuando coi “facili parallelismi”, tra i primi nomi delle categorie cadette del mondiale, troviamo nomi che hanno vinto e vincono con costanza ma che, nella gare italiane hanno sempre faticato contro i nostri e che Basso ha messo dietro più di una volta nella sua carriera. Certo, un qualcosa di matematico e senza tener conto di tutte le incognite che un rally può presentare ma, diciamo che se vogliamo pensare a chi sulla carta ha più mezzi per tentare qualcosa il nome di Giando è sicuramente tra i più papabili.
E a cosa poteva servire provarci?
Beh, si poteva pensare di “apparecchiare la tavola” per i grandi media e creare l’onda perfetta dal punto di vista mediatico.
Ci pensate Basso che vince un WRC3, magari con una livrea tricolore, e al TG parte il servizio (sempre approfittando della semplificazione): “Nell’anno perfetto per gli sport di casa nostra, l’Italia torna a trionfare anche nei Rally: Basso vince la gara del mondiale in Italia”. Avrebbe vinto una sottocategoria, certo, ma la gente ascolta quel che gli viene raccontato e questo non è trascurabile.
Per la Federazione poteva essere la ciliegina sulla torta, la dimostrazione che si era finalmente trovata la strada per ridare una dimensione importante al nostro sport: capaci di organizzare il mondiale e capaci di riportare uno dei nostri davanti a tutti quando conta e dove più conta.
Per l’intero movimento poteva essere arrivato il momento di abbracciare con un po’ più di decisione un pubblico più vasto, a cui è più facile far proprio un argomento se a presentarglielo è qualcuno di vincente (se vi dico Maneskin vi viene in mente qualcosa?). Si poteva aver qualcosa da raccontare di diverso da “il rally sport pericoloso, che uccide le persone e devasta strade e natura” a chi ogni giorno deve raccontare qualcosa per lavoro. Si poteva andare dagli sponsor a dire che i rally italiani finiscono nei mass media e se ne parla in tutto il mondo.
E invece è mancata la lungimiranza, la voglia di provarci e di rimboccarsi le maniche per raccogliere quel “terzo di budget” che mancava per provare a fare le cose con metodo. Per provare ad uscire da quell’idea che aver portato il mondiale ancora a casa è grasso che cola e sarà bene farselo bastare. Che alla fine non va benissimo ma, potrebbe andare molto peggio.
E allora che la gara cominci e sia sacrosanto godersela. Sperando in Crugnola, in Albertini ed in tutti nostri che allo start ci saranno. E sperando che qualcuno che ha il potere di cambiare le cose legga il mio articolo e si faccia trovare pronto se qualcosa di speciale dovesse succedere a Monza.