Ari Vatanen: il consiglio di Mikkola e altri ricordi
Intervistato al Rally di Finlandia 2021, Ari ci ha regalato un paio di incredibili aneddoti
Per celebrare i 70 anni del Rally di Finlandia non poteva certo mancare Ari Vatanen, pilota che ha contribuito a scrivere la storia di questo sport. Il biondo finlandese, impegnato nelle celebrazioni per l’importante anniversario, è stato ospite di Kiri Bloore ai microfoni di WRC.com durante il fine giornata di sabato, e il risultato non poteva che essere una piacevole chiacchierata.
Incalzato da Kiri, Ari ha aperto il libro dei ricordi partendo dal suo primo successo nel 1981 con la Ford, fino al ricordo di Hannu Mikkola. In quell’anno, nell’81, Ari fu impegnato nella lotta per il titolo, che lo vide alla fine vincitore, contro Guy Frequelin e la Talbot Sunbeam Lotus.
Qui in Finlandia nell’81 andavo fortissimo, come facevo sempre del resto. Sempre all’attacco. Ricordo che David Richards veniva da me implorandomi di stare più attento e di guidare in maniera più accorta, visto che avevo già rischiato di finire fuori un paio di volte. Io gli rispondevo chiedendo il permesso di fare almeno un’altra speciale al massimo prima di rallentare. Alla fine vincemmo, e fu incredibile. Sapete, non sono mai riuscito a controllarmi e a fare della strategia, ero sempre flat out. A volte ha funzionato, molte volte no, ma alla fine nell’81 mi andò bene.
Vatanen il campione, sicuramente, ma Ari è sempre stato anche una persona estremamente sensibile. Alla domanda di Kiri su quale sia il suo più bel ricordo legato al rally di Finlandia il campione si ferma un secondo, e regala un altro aneddoto, un’altra emozione:
E’ molto difficile da dire, ma ecco, c’è una speciale, Myhinmpaa, che ora non si fa più. Conoscevo una famiglia che abitava lì, e avevo visto crescere loro figlio, il quale aveva però una malattia genetica. Tornai nell’89 e scoprii che era morto. Rimasi sotto shock, ma la gente del posto mi chiese di andare il più forte possibile per onorarlo.
La mia Mitsubishi Galant non era molto competitiva, ma in quella prova guidai come in un sogno e segnai il miglior tempo. Fu l’unica prova che riuscii a vincere in tutta la gara. E’ un ricordo indelebile nella mia mente.
Julian Porter nutre un affetto particolare per Ari Vatanen, visto che il padre frequentò la scuola di rally del pilota finlandese anni e anni fa, e con una domanda su come fosse guidare in Finlandia con le Gruppo B lo riporta ai ricordi del 1984.
Un sacco di gente mi ferma e mi chiede sempre delle Gruppo B. Sapete, penso che nella vita prima o dopo bisogna fare qualcosa di folle, qualcosa di irragionevole. Ecco questo era il Gruppo B. La gente vola con la mente pensando a quel periodo, sembra quasi si stacchi dalla quotidianità ed entri in un sogno. E’ bello aver regalato tutto questo alle persone.
Non poteva mancare poi il riferimento al filmato girato ultimamente per celebrare i 70 anni del Rally, filmato che ha visto protagonisti tanti grandi campioni finlandesi tra cui lo stesso Vatanen, e che regala poi un commuovente omaggio al compianto Hannu Mikkola.
Quando ho rivisto poi il filmato, ho realizzato che nella nostra piccola nazione ci sono solo 5 milioni di persone, ed è incredibile come qui in Finlandia ci sia sempre stato un movimento di spessore per questo sport. Non sono nazionalista, ma sono molto patriottico, e rivedendo il filmato mi sono veramente venute le lacrime agli occhi.
Sono orgoglioso di aver fatto parte di tutto questo e di aver magari ispirato qualcuno, come io stesso sono stato ispirato da Timo Makinen, Rauno Aaltonen, e Hannu Mikkola. Non pensavo a ciò che stavo facendo, ma solo al sogno che quelle persone mi avevano regalato.
“Qual è il tuo ricordo più incredibile, la sensazione più forte, che ti ha regalato il rally?” Incalza Kiri
Ce ne sono tantissimi, ma penso si possano riassumere nel fatto che non ho mai pianificato nessuna gara, fatto nessuna strategia. Ogni singola curva l’ho sempre approcciata pensando “Wow! Ora freno il più tardi possibile e via così”. Ha portato a molti alti, ma anche a molti bassi. Ma va bene così.
A proposito di alti e bassi, prosegue Julien. “Hai sicuramente attraversato i momenti più alti, ma anche i più bassi, non è così?”
E’ proprio così: sono praticamente morto in Argentina, ma vediamola sotto un’altra prospettiva. Mia moglie perse il primo marito in un incidente aereo poco dopo il matrimonio, e poi rischiò di perdere anche il secondo. Ma mi ha sempre poi detto di continuare a fare ciò che dovevo fare, perchè nella vita siamo chiamati a qualcosa di specifico, e non possiamo sottrarci.
Il video sui 70 anni del rally rende come detto omaggio al grande Hannu Mikkola, che sempre nel filmato Ari definisce come il Re di Ouninpohja. Impossibile quindi non toccare il personaggio e sentire direttamente da Ari che persona era Hannu Mikkola.
Era una persona estremamente onesta e su cui si poteva contare. Eri sicuro che non ti avrebbe tirato nessun colpo basso, e questo un po’ tutti lo abbiamo fatto nelle corse. Ricordo nell’81 quando al RAC mi giocavo il mondiale. Frequelin era fuori gara, ma io dovevo per forza arrivare per superarlo in classifica. Hannu era al comando, partiva dopo di me e vedeva i segni di tutti i traversi che facevo, della maniera selvaggia in cui stavo guidando. Allo start di una prova alla fine venne da me: era una furia. Mi urlò di smetterla di fare il pazzo, che se avessi continuato a guidare in quel modo sarei uscito di strada e non sarei diventato campione del mondo. Ecco, per me questa è la vera amicizia.
Sempre una emozione, una gioia. Grazie di aver regalato anche a noi questi ricordi, Ari.