Quando l’antitaglio diventa un pericolo. Il caso Corrado Fontana al San Martino.
Il dispositivo ha condizionato la gara e creato una situazione tutt'altro che sicura
Graziato dal meteo, il 41° Rally San Martino di Castrozza non ha deluso le aspettative: è stato spettacolare, davvero una gara avvincente. Ma purtroppo, per i fan di Corrado Fontana e Giovanni Agnese, la delusione è arrivata alla ripetizione della Prova Speciale “Manghen” quando il pilota comasco ha toccato un antitaglio in discesa rompendo il cerchio, perdendo ben 1 minuto in prova. Per questo, il suo settimo posto assoluto, è “bugiardo”, perché era in battaglia con Pedersoli e Rossetti per la vittoria finale.
Ed è proprio su questo “particolare” incidente che ha condizionato il risultato di un equipaggio che si è aperto un dibattito. Quello che di fatto dovrebbe fungere da dispositivo di “sicurezza” e diventare funzionale allo svolgimento della gara all’improvviso si trasforma in un fattore che la gara la decide e con una certa pericolosità.
La questione viene sollevata da Nicola Arena che sottolinea come un antitaglio di quel tipo in un tratto veloce può diventare una variabile impazzita che porta a conseguenze spiacevoli. Per fortuna Fontana è rimasto in strada come si vede dal video del cameracar.
Siamo sicuri che sia necessario intervenire in modo così profondo nello svolgimento di una prova speciale? Non si può pensare di studiare modalità meno invasive? In altri paesi europei esistono altre soluzioni o semplicemente si lascia che i tagli funzionino come tali (con le opportune regolamentazioni per chi esagera).
Peccato davvero perché nel primo giro di prove speciali, tutte molto lunghe e velocissime, Corrado Fontana era a pochi secondi da Pedersoli, autore di una gara sempre all’attacco a bordo della Citroen DS3 WRC. E proprio nella ripetizione della prova più lunga, la leggendaria “Manghen”, Corrado Fontana e Giovanni Agnese hanno dovuto dire addio alle ambizioni di vincere il Rally e di lottare per il Campionato.