Curiosità | Alla destra (e sinistra) di Kalle: la storia di Jonne Halttunen
Da idraulico a navigatore della promessa finlandese: ripercorriamo insieme le tappe della carriera di Jonne
Fino a pochi istanti prima, entrambi si trovavano in uno stato di massima concentrazione, con l’adrenalina rilasciata in grande quantità in entrambi i corpi. Il tutto nonostante la telecamera interna dell’auto stesse trasmettendo immagini del pilota con lo sguardo calmo diretto sull’orizzonte, e il navigatore intento a canticchiare una combinazione di lettere e numeri con voce calma e decisa. In quel momento, in prova speciale, entrambi sono nel loro elemento ideale.
Il rally si svolge però su strade pubbliche. Se sulle strade chiuse adibite a prove speciali non è necessario preoccuparsi dei limiti di velocità, nei tratti di trasferimento le regole sono invece quelle per gli automobilisti di tutti i giorni. E i chilometri percorsi in trasferimento sono molti più di quelli percorsi contro il cronometro.
Di solito, il compito del navigatore in quei momenti è di indicare la direzione da prendere verso la successiva prova speciale. Nel nostro caso invece, almeno fino a prima della maggiore età di Rovanperä, per il navigatore si trattava di prendere il volante fuori da ogni prova speciale. D’altra parte la storia del giovane Kalle è un caso speciale, e speciali sono quindi anche le condizioni di contorno.
Kalle o si addormenta, oppure sfoglia il telefono. Ha una meravigliosa capacità di estraniare se stesso, non importa quanto stressante sia la situazione o cosa stia succedendo intorno.
descrive il suo più stretto collega Halttunen.
Ho guidato io per tantissimi tratti di trasferimento sì, soprattutto auto R5. In realtà, mi sono divertito molto a farlo.
I due lavorano insieme solo da tre anni e mezzo circa. Un tempo breve, ma estremamente intenso e di grande importanza. Soprattutto la prima parte, che ha portato ad una concatenazione di eventi per cui è stato possibile finalizzare il contratto di Rovanperä per correre nel Campionato del mondo Rally.
Il testimone più vicino di quel viaggio è stato il navigatore, compagno di viaggio e occasionale pilota, Jonne Halttunen. Ma come ha fatto Jonne a diventare il navigatore della promessa rallystica più importante della Finlandia?
Come tante storie di rally finlandesi, anche questa inizia vicino a Jyväskylä.
Un’auto da rally che non era un’auto da rally
A Vesanka, un piccolo paese situato a ovest di Jyväskylä, c’è sempre stato profumo di rally. Lo si può sentire nell’aria, mescolato all’odore della vegetazione e del bosco. La famosa prova speciale Humalamäki si svolgeva infatti da quelle parti, ma durante la gioventù di Jonne non è mai stata inserita tra le prove del rally di Finlandia valevole per il campionato del mondo.
Basta poco però da queste parti per essere toccati in maniera indelebile da quello che per gli stranieri è lo sport nazionale finlandese. E questo vale soprattutto per i più piccoli, a cui basta un niente per meravigliarsi di ciò che accade loro intorno. Per la gente di Vesanka il cortile della scuola diventava infatti il luogo perfetto, quando i piloti del mondiale rally si trovavano ad attraversare la scuola verso la prova speciale di Mökiperä. A volte le assistenze, organizzate nel cortile del vecchio ufficio postale, permettevano di avvicinarsi a personaggi come lo stesso Juha Kankkunen.
L’impronta del campionato del mondo rally, grazie alla vicinanza di Jyväskylä, era quindi visibile tutto l’anno anche in un piccolo villaggio come Vesanka. Proprio questo spingeva quindi la gente a cimentarsi nell’arte della guida in tutte le sue forme.
Non c’era davvero nient’altro da fare lì. Guidavamo i ciclomotori in estate e le auto sulle piste di pattinaggio in inverno
ricorda Halttunen.
Il sedile di destra è stato sin dall’inizio il luogo più naturale per Halttunen, una volta resosi conto che non aveva esattamente la stoffa degli altri per stare dietro al volante. C’era sempre qualcuno fra gli amici che andava più forte. Jonne non è riuscito tuttavia a sottrarsi all’attrazione che il rally inevitabilmente esercitava sugli abitanti di Vesenka, ed era solo questione di tempo prima che la scintilla scatenasse il fuoco.
A volte io e il mio amico Mikko Pajunen, durante la sauna, ci ripetevamo che sarebbe stato bello partecipare ad un rally. Tuttavia, l’unica cosa di cui eravamo certi era che sarebbe stato dannatamente costoso.
spiega Halttunen.
Alla fine riuscirono a mettere insieme i soldi per un’auto da rally senza che il prezzo risultasse proibitivo. Anche se il termine “auto da rally” per una Opel Kadett da 1.600 euro non è forse troppo appropriato.
Non sembrava un’auto da corsa. C’era il roll-bar ok, ma per il resto non lo era minimamente.
ride Halttunen.
La divisione dei compiti era chiara: Pajunen sarebbe stato il pilota e Halttunen il navigatore. L’esordio si concluse alla terza prova speciale della Heinola F-Cup. Il duo era stato avvertito tramite sms di una brutta svolta a destra, dove una dozzina di auto circa erano uscite di strada, ma Mikko e Jonne fecero la stessa fine.
L’auto si girò su due ruote in quella curva, ma non ci ribaltammo. Tuttavia, non avendo il contagiri con il segno del limitatore, danneggiammo il motore tentando di ripartire.
Da quel momento, però, l’avventura era iniziata e continuò, come per tanti altri appassionati di rally, qua e là nelle piccole gare. I risultati della F-Cup dell’agosto 2009 mostrano addirittura che il duo Pajunen-Halttunen riuscì a battere, tra gli altri, Esapekka Lappi e Teemu Asunmaa .
Le strade di Halttunen e Pajunen erano comunque destinate a separarsi visto lo slancio che la carriera di Mikko stava via via prendendo. Secondo le “regole” serviva un co-pilota più esperto, e fu così che Pajunen nel 2012 si trovò a guidare nel campionato finlandese e nel campionato italiano al fianco Kaj Lindström .
I due amici d’infanzia si ritrovarono a condividere nuovamente l’abitacolo anni dopo, ma stavolta anche a parti invertite.
Un cerchio si chiude, un altro si apre
L’elenco dei partecipanti al Maxell Rally 2015 è particolare. La coppia di concorrenti col numero 30 sulle fiancate sono infatti nuovamente Mikko Pajunen e Janne Halttunen. Questa volta però i nomi sul finestrino sono scritti a parti invertite.
Mentre scorrevo l’elenco iscritti ci è voluto un po’ di tempo per rendermi conto di cosa stava succedendo.
sorride Halttunen.
Piano piano si stava rendendo conto che avrebbe realizzato il suo sogno. Per una volta sarebbe stato lui a stringere fra le mani il volante e qualcun altro avrebbe avuto in mano il quaderno delle note. Il suo primo rally da pilota. Resterà l’unico. Nessun test, un giorno di ricognizioni, e via.
Non è stato facile, ma è stato il miglior regalo di compleanno che ho ricevuto nella mia vita.
Fra Jonne e Mikko si chiudeva un cerchio, ma se ne apriva un altro. L’anno precedente infatti era stata l’ultima stagione di Pajunen nel campionato italiano, con Halttunen tornato nel frattempo alle note. Questa volta il salto in avanti di carriera spettava a Jonne, visto che sarebbe finito al fianco di Teemu Asunmaa per l’anno successivo.
Tra i due il feeling fu immediato. Subito vittoriosi in classe SM2 nel campionato finlandese la collaborazione fra i due arriverà al suo massimo con la vittoria assoluta del campionato finlandese nel 2017.
Avevamo entrambi un forte desiderio di migliorarci. Sono stati anni fantastici. Sono molto grato a Teemu perché senza di lui non sarei arrivato dove sono ora.
In precedenza, Halttunen aveva costruito la sua vita quotidiana in modo che fosse possibile “giocare ai rally” oltre che guadagnarsi da vivere. Il sogno di infanzia del professionismo sembrava solo qualcosa di irraggiungibile, e farlo restare un hobby sembrava la cosa più naturale. L’idraulico Jonne non poteva immaginare che a breve si sarebbe trovato di fronte ad una scelta che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
Nel 2017 decisi che se non fossi riuscito a giocarmi completamente la carta del professionismo nel rally mi sarei concentrato interamente su altre faccende. Non so se sia stato destino, ma anche la svolta per Kalle si verificò proprio nello stesso anno.
Una stretta di mano
Le mani tremano e guidare diventa impossibile. L’auto si ferma sul lato della strada. La causa di tutto è una cosa positiva, però. Anzi, non potrebbe essere migliore.
Halttunen fu costretto a fermarsi nel viaggio di ritorno da Rovaniemi. La sensazione è difficile da descrivere o da interiorizzare. Una tempesta di adrenalina che scorre lungo il corpo.
Posso immaginare che forse un vincitore della lotteria avrebbe potuto provare la stessa cosa.
ricorda Halttunen.
L’adolescente Kalle Rovanperä aveva bisogno di un nuovo navigatore, ma non era scritto da nessuna parte che il prossimo sarebbe stato proprio Jonne Halttunen.
Impegno, ma anche casualità. Duro lavoro, ma pure coincidenze: la realizzazione dei sogni è raramente un qualcosa che sta solo nelle proprie mani. Ma d’altra parte è con quelle mani che bisogna cogliere l’occasione.
A quel tempo, non c’erano navigatori di livello in Finlandia che avessero anche un’età o una situazione familiare compatibile. Mi dissero che sarebbe valsa la pena muoversi verso Kalle.
Nell’aprile 2017, il giovane Rovanperä aveva bisogno di un navigatore per i test di pneumatici Pirelli a Rovaniemi. Si sapeva che l’allora copilota di lunga data del ragazzo e anche del padre Harri, Risto Pietiläinen, non sarebbe più stato disponibile.
In estate, Halttunen aveva ricevuto una proposta di contratto. Non da Rovanpera, ma da Juuso Nordgren , che l’anno precedente aveva vinto il concorso “Star of the Future”. Halttunen non sapeva cosa fare, poiché la situazione verso Rovanperä era ancora aperta.
Ricordo che dopo un rally con Teemu, mi chiesi cosa stesse succedendo. Teemu mi disse di scrivere a Kalle per sapere quale fosse la situazione.
Jonne accettò il consiglio, e la settimana successiva si mosse in direzione di Rovanpera.
Mi accordai con Harri e Kalle su alcune cose, dopo di che si sarebbe presa una decisione sul futuro. Ricordo di essermi reso conto che il mio sogno d’infanzia avrebbe potuto avverarsi, che il tutto non era solamente uno scherzo. Non dimenticherò mai quella sensazione.
Il contratto
Il tutto succede ai margini di un cantiere stradale australiano. I due finlandesi si stanno prendendo una pausa durante le ricognizioni del rally nella loro seconda stagione mondiale.
Che lavoro ingrato.
scherza il navigatore.
Il silenzio dura qualche secondo, fino alla risposta del pilota:
Cos’altro può essere “un contratto” se non ingrato?
La domanda, fatta risposta, è innocente. Giusto a ricordarci la giovane età del più giovane dei due. 17 anni più precisamente. Anche se il pilota è in realtà già insolitamente maturo per la sua età.
Come professione quella del rallysta è quasi altrettanto rara, ma per Rovanperä e Halttunen è diventata la nuova vita quotidiana dalla fine del 2017. La collaborazione fra i due iniziò subito in maniera intensa, e il modo di prendere le note di Kalle fu stravolto fin dall’inizio.
Avevo delineato il sistema delle note già prima delle gare in Galles e in Australia. Non buttai via completamente tutto, il che alla fine è stato piuttosto positivo. Ma Kalle sulla via del rientro in aereo disse che mi avrebbe mostrato come voleva cambiarle.
Da quel momento iniziò l’apprendimento e l’interiorizzazione delle note. Rovanperä aveva precedentemente guidato con un metodo che descriveva la velocità con cui eseguire una curva, ma non descriveva quanto la curva fosse stretta.
Kalle aveva già enormi capacità di guida e di forza mentale in tutte le situazioni. Tuttavia le note erano completamente nuove, e quindi dovevamo fare pratica.
Sbagliando si impara, e questo vale anche nei rally. In Argentina, nell’aprile 2018, un incrocio tra la nuova e la vecchia “lingua” delle note portò infatti al peggior incidente della carriera di Rovanperä e Halttunen.
Delusione nazionale
Il tifo e il calore del pubblico è indispensabile anche per il navigatore. Certo, il lavoro viene svolto in coppia, ma alla fine è sempre il pilota quello che viene acclamato. Ecco probabilmente per il pubblico Kalle è un artista con al fianco un semplice navigatore, ma probabilmente anche per Kalle l’entusiasmo del pubblico avvertito in Finlandia nel 2018 non sarebbe stato lo stesso anche solo un paio di anni prima.
Halttunen sapeva che dopo quello che era successo, Kalle doveva sentirsi ferito in profondità. La prova speciale di Pihlajakoski, l’ultima del sabato, aveva riservato una brutta sorpresa al duo finlandese lanciato verso il dominio della gara di casa.
Come sulla Mini di Mäkinen ai suoi tempi, il cofano della Skoda Fabia si era aperto nel bel mezzo della prova, costringendo i due a dire addio ai sogni di gloria. Nella gara di casa.
È stato difficile per Kalle: si è trattava del primo rally di casa, una tappa fondamentale della sua carriera. Avremmo vinto facilmente, ma le cose andarono in maniera diversa.
La strada verso l’assistenza fu molto lunga, ma fu anche indimenticabile. Lungo le strade c’erano un sacco di persone che applaudivano il giovane Kalle in particolar modo.
Halttunen sapeva, ovviamente, che le persone si sarebbero radunate per seguire la corsa durante i trasferimenti, poiché lui stesso aveva partecipato a questa tradizione da bambino. Quella volta, però, lo spettacolo fu eccezionale, poiché tutti volevano vedere uno scorcio di quel cofano in posizione verticale che il ragazzo prodigio aveva piegato in prova speciale.
Chiesi a Kalle se capiva di essere un certo tipo di eroe nazionale. Gli dissi che non era affatto una cosa normale.
Rovanperä non fu commosso dall’attenzione di quel momento, ma l’episodio rimase a posteriori come una parte importantissima del bagaglio di esperienza accumulato dai due. Esperienza che si è accumulata anche al di fuori delle manifestazioni, il che non è sempre facile anche nel caso di un rapporto di lavoro che richiede centinaia di giorni all’anno di collaborazione, anche a distanza.
Nel caso di Rovanperä e Halttunen, invece, la chimica è stata trovata subito, facilitata anche dal rispetto reciproco fra i due.
Lavorare con Kalle è più facile che con chiunque altro. È una persona molto semplice, e questo è fondamentale soprattutto in situazioni di stress.
Anche Halttunen apprezza la determinazione di Rovanpera, un pilota che vuole sapere subito come migliorare le sue prestazioni:
Kalle a volte risulta frustrato quando non si capisce subito cosa non va, ma quella frustrazione non si manifesta mai. La capacità di azzerare le cose in questo modo e andare avanti è un’abilità.
Ecco perché Rovanperä era già pronto due anni fa a fare esattamente ciò che il pubblico si aspettava da lui. Agli occhi di molti, la stagione nella classe WRC2 Pro doveva concludersi con una vittoria del campionato, anche se in realtà il giovane stava solo facendo esperienza. Kalle è sempre parso di un livello superiore.
Questa prontezza e preparazione si è vista al meglio in una gara svolta verso la metà della stagione 2019. A quel tempo, Rovanperä e Halttunen salparono per un appuntamento speciale: una gara di casa.
Una gara che non avrebbe dovuto essere vinta
Questa gara di casa non si svolse in Finlandia, ma pur sempre di “gara di casa” si trattò. Se Rovanperä e Halttunen si trovarono infatti lontani dalle “mura domestiche”, non fu così per la loro auto. Si trattava infatti della gara di casa per Skoda, e pur non facendo parte del mondiale fu per molti versi la gara più importante della stagione.
Il Rally di Boemia, a luglio, è infatti uno dei cardini del Campionato Ceco. Per Rovanpera significava una bella opportunità per allenarsi su asfalto e prepararsi poi per la gara tedesca del mondiale. La gara, però, fu molto di più che una tranquilla esercitazione.
A fare da sfondo a tutto, l’importanza di Skoda per la Repubblica Ceca. Lo stabilimento di Mlada Boleslav poi è già di per sé una piccola città ed è ovviamente è anche la sede di Skoda Motorsport.
Rovanperä era già diventato la stella numero uno del firmamento Skoda. I membri del team tuttavia sapevano che su queste strade, le strade di casa, non ci sarebbe stato da aspettarsi molto da Kalle, alla prima partecipazione da quelle parti.
Il motivo principale stava proprio nelle strade stesse e nelle loro condizioni, con le prove speciali piene di curve strette su asfalto usurato riparato in molti punti con del manto nuovo. L’aderenza, soprattutto per un guidatore inesperto, è quasi impossibile da valutare in maniera corretta. Il tempo, a volte piovoso, a volte soleggiato, faceva poi il resto.
Il secondo e più importante motivo stava invece nel compagno di squadra: il capofila di lunga data in Skoda e campione WRC2 della precedente stagione, Jan Kopecky. Non c’era nessun pilota nella serie nazionale ceca che avrebbe potuto battere un veterano con dieci anni di esperienza.
A Kalle fu detto direttamente dalla squadra che arrivare secondo sarebbe già stata un’ottima prestazione. Non valeva nemmeno la pena provare a battere Kopecky. Ecco questo motivò ancora di più Kalle, ovviamente.
ricorda Halttunen.
Halttunen ricorda come il desiderio di Rovanperä di vincere si materializzasse guidando di prova in prova, sempre più veloce. Kalle vinse più della metà delle 20 prove speciali e lo staff della scuderia rimase sinceramente sbalordito dal finlandese.
Siamo andati al massimo ovunque senza lasciare spazio a nulla. Anche Kopecky guidava esattamente allo stesso modo. A fine gara comunque, lo si vedeva anche dall’espressione, non era felicissimo.
Lo consideriamo ancora il miglior pilota su asfalto, almeno quando si guida un’auto R5. Ecco perché vincere significò davvero molto e ci diede molta fiducia in noi stessi.
La vittoria su Kopecky nel “cortile di casa sua” e della squadra dimostrò concretamente quale significato avessero avuto i chilometri di prova e di gara percorsi.
La vittoria arrivò solo per la mole di lavoro che Kalle era disposto a fare alla Skoda. Il risultato del lavoro svolto lì è ora visibile in Toyota. Si è sviluppato tutto in breve tempo.
Il cronometro racconta l’esperienza
I lavori a casa Rovanpera sono ancora in corso. Il rally è uno sport in cui puoi diventare un campione solo allenandoti.
Niente può sostituire ciò che si impara guidando in ogni singola curva, prova speciale, rally. Colin McRae è ancora il pilota più giovane ad aver vinto il campionato del mondo rally. La defunta leggenda scozzese ha vinto il campionato all’età di 27 anni, nella stagione 1995.
Rovanperä è già il pilota ufficiale più giovane nella storia del campionato del mondo. Mentre l’apprendimento continua, il finlandese, anche se più giovane di Colin, sembra già pronto a lottare per il mondiale. Ma c’è ancora molta strada da fare.
Un esempio concreto è la prima prova speciale della stagione 2020, il giovedì sera al Monte-Carlo. Rovanperä terminò a soli quattro secondi da Thierry Neuville, che poi vinse la gara, in condizioni di asfalto asciutto. Una performance sorprendente per un debuttante su una WRC Plus.
Nella prova successiva, tuttavia, Neuville rifilò a Rovanperä più di un minuto. La seconda speciale infatti presentava delle perfette condizioni da Monte-Carlo, con tratti ghiacciati alternati a tratti asciutti da percorrere in pieno. Condizioni, queste, estranee sia a Kalle che a Jonne. Ovviamente Rovanperä aveva già guidato con una vettura R5 a Monte-Carlo, ma il finlandese non aveva informazioni su come approcciare al meglio quei punti su una WRC Plus.
La mancanza di esperienza con l’auto, unita alla voglia di non sbagliare all’esordio, fu determinante per il risultato, che fu comunque positivo. Con la R5 in quelle condizioni Rovanperä era stato, in passato, anche più veloce dei suoi colleghi sulle WRC, ma ora, per andar forte, si trattava di dover imparare.
La guida sui tratti tecnici e lenti è così diversa con le WRC.
ricorda Halttunen.
Rovanperä non era l’unico a dover imparare facendo esperienza. Halttunen si trovava esattamente nella stessa situazione. Anche il copilota deve capire quanto sia difficile correre su una WRC in determinate condizioni. Le note devono ancora essere lette con calma o con enfasi al momento giusto, anche se la macchina è nel complesso più veloce.
Nelle attuali vetture WRC, il copilota non ha nemmeno il tempo di alzare la testa. Solo le sensazioni che l’auto gli trasmette lo mettono al corrente del punto della prova speciale in cui si trova.
Con le WRC il quando e come dare una nota proviene dalla spina dorsale. Lo si impara a fare solo con l’esperienza, che è disponibile solo in situazioni di gara.
L’esperienza, a volte, si può “usare subito”, come successe a febbraio 2020 nella seconda tappa del campionato del mondo in Svezia.
Per un respiro
La tappa svedese del mondiale 2020 è stata particolare: poca neve ad adornare a malapena il terreno, alte temperature, pochissimo ghiaccio. A causa delle condizioni la gara si svolse come una gara sprint, anche nella giornata di chiusura: una sola prova speciale in programma, la Power Stage Likenäs.
Al termine della seconda giornata Rovanperä e Halttunen sono a mezzo secondo dal terzo posto occupato dal compagno di colori, il sei volte campione del mondo Sebastien Ogier.
La gara di Kalle non era stata perfetta fino a quel momento: un paio di lunghi in prossimità di alcune inversioni gli erano costati qualche secondo. Questi errori “visibili” sono facili da correggere, ma a preoccupare era stato invece il risultato sugli split centrali delle prove. La prestazione sembrava buona, ma il cronometro aveva invece detto che qualcosa non andava:
Kalle voleva analizzare immediatamente la situazione e capire perché i tempi non fossero buoni.
ricorda Halttunen.
Sabato, al termine della seconda tappa, i due ebbero il tempo di fare un’analisi più approfondita. Oltre alle informazioni già in possesso sulla Power Stage di domenica esaminarono attentamente anche i video forniti dagli organizzatori, che mostravano le ultime condizioni della prova speciale.
Elaborammo una strategia che teneva conto dell’analisi fatta sui tratti della gara in cui avevamo perso tempo nelle giornate precedenti. Trasformammo la sconfitta in una vittoria perché riuscimmo a capire in quali tratti valeva la pena attaccare e in quali no.
Alla fine, il tutto è sempre nelle mani del pilota, e Rovanperä implementò la strategia scelta in maniera corretta. La partenza della prova speciale si svolgeva su una pista tecnica da rallycross, sulla cui superficie ghiaiosa aveva più senso guidare in tranquillità, risparmiando la gomma. La superficie e il profilo della strada erano cambiati con il poco ghiaccio presente, e Kalle sapeva di dover conservare il suo attacco per un tratto successivo.
La prova speciale si è concludeva su un ultimo lungo rettilineo. Il tempo finale, già noto al pubblico, restava tuttavia ancora sconosciuto a Kalle e Jonne mentre si avvicinavano al controllo stop di fine prova. Sarebbe stato sufficiente per battere Ogier?
Non è stato solo perché ho capito subito che il fondo si stava via via rovinando ad ogni passaggio. In realtà sentivo già di mio che avevamo fatto un gran tempo.
Il tempo di Rovanperä fu di quattro secondi più veloce di tutti gli altri. La differenza la fece praticamente per intero nella seconda metà dei 23 chilometri della prova speciale. Questa significava che Rovanperä aveva guidato più forte in punti in cui gli altri erano stati più titubanti, e le piccole differenze erano state amplificate dalle enormi velocità.
Il motivo della prestazione stava in gran parte nella fase di preparazione svolta dai due:
Kalle aveva studiato molto bene il pezzo. Quando capisce la strada, cosa sta succedendo e sente che l’auto va bene, allora osa e mette sul terreno tutto ciò che può.
dice Halttunen.
In effetti questo aveva mostrato a tutti i concorrenti che, col suo ritmo, Rovanperä avrebbe potuto vincere un rally anche immediatamente. Il tempo però sorrideva ancora ai colleghi, perché solo l’esperienza e la previsione del futuro, consentono prestazioni simili in ogni prova speciale anche da un rally all’altro.
Rovanperä aveva già dimostrato di essere in grado di assorbire rapidamente nuove informazioni anche se raccolte in maniera confusa e veloce.
Anche il navigatore doveva tenere però il passo con questo ritmo di apprendimento.
Lavorare nell’ombra
Quanti semafori ci sono lungo la strada principale di questa città? Quanto traffico c’è in quel tratto di strada nei pomeriggi? I lavori stradali per il collegamento sono in fase di completamento o stanno per iniziare?
Queste e molte altre cose potrebbero interessare a Julien Ingrassia in vista della prossima gara del campionato del mondo. e proprio per questo Julien non si trova a casa a ripassare i road book o a studiare le cartine geografiche, ma va direttamente sul posto. Forse proprio alla fermata dove i due cambieranno le gomme la settimana dopo durante la gara o alla piazzola di sosta dove controlleranno gli ultimi dettaglia prima di entrare in prova. È una spia di un romanzo che pianifica le sue mosse per raggiungere l’obiettivo.
Ingrassia non è un navigatore qualsiasi, e i sei campionati del mondo vinti insieme a Sebastian Ogier hanno anche l’impronta della sua mano. Ingrassia vuole conoscere il percorso e il programma di ogni rally meglio degli organizzatori stessi.
L’apprendimento delle prove speciali è nelle mani del pilota, ma tutti gli altri aspetti del rally sono nelle mani del navigatore. Seguire l’esempio di Ingrassia ha anche cambiato l’atteggiamento di Halttunen su cosa significhi effettivamente prepararsi per il campionato del mondo rally.
Sì, ci sono un sacco di cose da tenere in considerazione. Non ne avevo davvero idea almeno fino a quando non sono entrato nel mondiale, quanto lavoro ci sia effettivamente da fare lì. Ci sono un sacco di aspetti da considerare e da introdurre: bisogna imparare dai migliori.
Apprezzo molto Ingrassia, ed è anche un amico. Cerco di chiedergli molto su tutto. Si può e bisogna imparare molto dai ragazzi più esperti.
sottolinea Halttunen.
Al giorno d’oggi ci vogliono circa cinque giorni per prepararsi a una gara di un certo livello. Il lavoro più duro è copiare le note, richiede almeno dieci ore di lavoro effettivo. Non è possibile farlo in maniera approssimativa, anche un piccolo errore può portare ad una uscita di strada e a compromettere la gara.
Durante la gara il navigatore ha anche un’altra grande responsabilità oltre alla lettura delle note. In caso di foratura il compito di Halttunen è decidere se vale la pena sostituire lo pneumatico o meno, in base alla posizione all’interno della prova. Il navigatore deve delineare immediatamente anche quante gomme sono rimaste, qual è la loro condizione, se conviene sostituirle o spostarle di assale o meno a fine prova.
La scelta è anche influenzata dal fatto che ci sia effettivamente il tempo per la sostituzione in un trasferimento oppure no.
spiega Halttunen.
Trasferimenti più lunghi hanno di solito comportato che Kalle si mettesse a schiacciare un pisolino. Ma quanti chilometri ha percorso Halttunen lo scorso anno al volante della nuova macchina, la Toyota Yaris WRC Plus?
Zero. Mi ci vuole ancora del tempo prima di convincermi che posso farlo senza pericoli (ride).
Kalle avrebbe voluto che guidassi io nel lungo trasferimento da Gap a Monaco al Monte lo scorso anno. Personalmente non ne ero molto entusiasta. Fortunatamente anche Tommi Mäkinen non era altrettanto entusiasta dell’idea, così Kalle è stato costretto a guidare lui per quattro ore.
Kalle avrebbe fatto volentieri un pisolino. Sarebbe stato naturale per lui in quel momento.
Kalle è una persona che vive di adrenalina. Più ne ha in corpo e meglio è. Sta bene sotto pressione. Guidare per lunghi tratti in trasferimento è un lavoro così noioso, non ne ricava nulla.
Verrebbe sempre essere sul pezzo, essere attivo. È davvero difficile vedere Kalle leggere un libro a casa o godersi il bel tempo estivo.
Tutto ciò che fa Kalle Rovanperä è guidato dal desiderio di essere il migliore al mondo. Halttunen ha raggiunto il suo sogno d’infanzia, ma l’unico modo per mantenerlo è lottare per raggiungere lo stesso livello di Kalle.
Un vecchio proverbio dice che il rally è brutale, ma onesto:
Puoi essere il miglior navigatore del mondo, ma se il pilota non va forte non sei niente. Al contrario invece se sei un buon navigatore con un buon pilota all’improvviso sarai riconosciuto anche tu. I navigatori lavorano sempre nell’ombra.
ricorda Halttunen.
O quando gli altri dormono.